9. You're Pathetic

106 1 0
                                    

Non è che non ti amo più ma...
La classica frase che si usa per lasciare qualcuno, sembra scontata ed in effetti lo è, ma d'altronde come si spiega ad una persona con cui sei stata per due anni che non c'è più l'amore di prima?

Andre, ci siamo amati tanto, su di te ho sempre potuto contare e ci sei stato nel momento più fragile della mia vita e per questo ti devo la mia vita. Ma non posso farci nulla, l'amore inizia e finisce, come tutte le cose. Mi dispiace doverti fare soffrire ma io sono sicura troverai un'altra persona che ti amerà più di quanto ho fatto io.

<<Cami, è arrivato Mattia>> mi avvisa mio fratello. Sarà il mio migliore amico ad accompagnarmi all'incontro con Andrea perché Kevin ha un impegno importante con gli altri della squadra. Sono ansiosa ma mi sono comunque preparata al meglio, una gonna di jeans e una maglia semplice rosa. <<Arrivo!>> scendo in fretta le scale e mando un bacio al volo alla mia famiglia che ha appena iniziato a cenare.
<<Camila esci senza mangiare nulla?>> chiede mia madre.
<<Mamma non mi va nulla, sono nervosa>> rispondo correndo. <<Camila, non farci preoccupare!>> urla seguendomi.
Non le presto molta attenzione, la mia alimentazione è l'ultimo dei problemi che ho attualmente. Mati e la sua macchinetta mi attendono sul vialetto appena fuori dal cancello di casa mia.

<<Buonasera Coco Chanel... Ma devi andare a lasciare il tuo tipo o a fare una sfilata?>> mi domanda appena salita accompagnandosi con un bacio sulla guancia.
<<Non voglio sembrare distrutta, sono o non sono Camila Bianchi la stronza autoritaria?>> scoppiamo entrambi in una risata e lui mi accarezza la coscia, come a darmi forza, ciò significa che sta per introdurre l'argomento "raccomandazioni". Ho sempre visto Mattia come un fratello maggiore, per cui non c'è nessuna malizia nel suo gesto, ormai è assolutamente normale per noi due abbracciarci e baciarci, anche per mio fratello che non prova più gelosia da anni per Mati.

<<Senti un po', stronza autoritaria, non farti prendere dalle emozioni del momento perché da stronza diventeresti l'incarnazione della fontana di Trevi e non potrei assistere alla tua distruzione. Le emozioni offuscano il giudizio>>
Se c'è una cosa che mi piace da morire del mio migliore amico è quando anche nei momenti meno opportuni mi cita alcune frasi delle nostre serie preferite. <<Come dimenticarlo. Farò del mio meglio>> gli dico e per tutta la durata del viaggio mi fa le sue solite domande e avvertimenti, io rispondo distratta mentre guardo la strada. Ci mettiamo dodici minuti ad arrivare a piazza Navona, partiamo da Via Del Pantheon con tutti gli alberi attorno all'asfalto, passarci a tutta velocità è sempre entusiasmante, svoltiamo al ponte del risorgimento e dopo un po' di minuti arriviamo al corso che precede la piazza. Qui è solitamente difficile trovare parcheggio, soprattutto a quest'ora in cui la piazza si popola di ragazzi, ma essendo il tempo leggermente nuvoloso, c'è poca gente rispetto a quanto immaginavo.

<<Merda, devo svoltare se voglio trovare un parcheggio in cui qualche ubriaco non mi vomiti sul parabrezza>> si lamenta Mattia, come se lui non avesse mai vomitato in mezzo alle vie in preda all'ebrezza. <<Non preoccuparti, io scendo qui, non puoi mica fare il terzo incomodo per tutta la sera, se vuoi puoi anche tornare più tardi>> dico mentre metto il giubbotto di jeans abbinato alla gonna. <<No, ti aspetto in macchina o qui fuori, per qualsiasi cosa chiamami. Ah e spaccagli il culo anche da parte mia>> mi urla quando sono appena uscita. <<Contaci, signor capitano>>

La piazza è già popolata, tra giovani ragazzi e turisti c'è più gente di quanto immaginavo, io e Andre siamo soliti a fermarci in un bar ma lo vedo che aspetta seduto sul muretto antistante la fontana. Anche lui è vestito abbastanza bene, un normale jeans e un gilet nero. Mi vede e sorride salutandomi. Davanti a noi, seduto in uno dei tavoli all'aperto, c'è proprio Edoardo con la sua banda, non faccio caso a lui e al suo occhiolino.
<<Ehi>>
<<Ciao Andre>>
<<Che devi dirmi?>> chiede.

Basta Che Siamo Sotto Lo Stesso CieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora