Edo's pov
Non sono mai stato così contento di tornare a casa, sapere che ci sarà Brando lì ad aspettarmi, che troverò mamma finalmente sorridente e papà pentito mi fa sentire entusiasta. Voglio chiamare Camila, dirle che la nostra storia comincia adesso.
Mi correggo, non sono mai stato così contento e basta.
Apro la porta con foga, quasi la chiave rimane dentro la serratura, corro in soggiorno e trovo solo mio padre, seduto a bere un bicchiere di quello che sembra Scotch. E adesso che gli prende? Ma soprattutto, dov'è mio fratello?
<<Papà?>>, richiamo la sua attenzione, ma lui sa che sono tornato a casa. Quasi temo che possa dirmi che Brando non c'è, che tutti i miei sforzi sono stati vani.
<<Edoardo>>, dice infatti, guardandomi dritto in volto.
<<Che succede?>>, domando. Continuo a guardarmi intorno, alla ricerca di una borsa, di un cappotto, qualsiasi cosa mi indichi la presenza di Brando in casa.
<<Niente, c'è che mi hai stupito. Non avrei mai coinvolto i carabinieri in questa situazione, ma tu l'hai fatto>>, inizia con uno strano tono. Se la mia conversazione è iniziata con l'intenzione di essere gentile con lui, soprattutto per la felicità nel vedere mio fratello, adesso le mie intenzioni potrebbero cambiare. Subire una predica perché ho praticamente scarcerato Brando, cosa che lui non ha mai fatto in tre anni, non lo accetto.
<<Senti papà->>, inizio, ma lui mi interrompe, alzandosi dal suo posto.
<<Non ho mosso un dito per Brando, ho pensato di tenere al sicuro lui e la mia carriera in quell'istituto. Avevo paura che tuo fratello avrebbe cercato nuovamente quel ragazzo, che il nostro cognome avrebbe subìto qualche scandalo. Non ho pensato mai a coinvolgere l'arma. Ciò che voglio dirti, Edoardo, è che hai fatto bene, tutto qui>>.
Non mi dice niente di nuovo, ero consapevole dei motivi per cui non ha mai voluto riportare Brando a casa, lo ha sempre creduto debole, e me troppo impulsivo. Gli sarebbe piaciuto avere una via di mezzo, come il principino. Sicuramente mi ha fatto piacere sentire queste parole di approvazione, ma non cambia certo il parere che ho su di lui.
<<Tuo fratello e tua mamma sono di sopra>>, mi avverte, intuendo l'unico motivo per cui realmente sono in casa. A volte mi fa pena quest'uomo, che razza di esistenza gli rimane? Ha solo il lavoro, non ha nient'altro per cui vivere. Ha due figli da cui ha perso la stima, una moglie che evidentemente lo detesta per averla tenuta lontana da suo figlio. Cos'altro gli rimane? Un paio di rughe sulla fronte, un sacco di soldi in banca e l'attitudine da uomo d'affari.
Salgo, quasi correndo, le scale, entro nella camera di Brando, rimasta vuota per anni ormai, e i vedo lì. Mamma e figlio che non smettono di ridacchiare e abbracciarsi. Ho sognato di sentire il suono di queste risate per così tanto tempo che rimango nascosto nell'ombra solo per godermi un altro po' questo momento.
<<Vuoi restare dietro la porta oppure vieni a salutarmi?>>, domanda Brando, ed io scoppio in una risata.
Corro tra le sue braccia, finalmente lo sento vicino, in questa casa. Mamma si unisce all'abbraccio, anche lei ha voluto questo per tanto, troppo tempo. Andava a trovarlo ogni settimana, ma per una mamma, non è mai abbastanza la vicinanza di un figlio.
<<Grazie, Edo, per quello che hai fatto per me>>, sussurra ancora stretto a me.
<<Ma smettila>>, gli dico.
<<Io ho deciso che mi trasferirò nella casa al mare, a Fregene. Non posso stare qui con lui, Edo. Mamma ha detto che verrà con me, ci godremo un po' di pace, tu vuoi unirti?>>, mi chiede speranzoso. I suoi capelli scuri sono ormai lunghi, come quelli di Nico, che a proposito devo informare.
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Basta Che Siamo Sotto Lo Stesso Cielo
RomanceVi siete mai chiesti che cosa succederebbe se due galassie si scontrassero? Innanzitutto, dovrebbero essere così vicine da risentire del reciproco campo gravitazionale, cominciando, perciò, ad orbitare l'una attorno all'altra. Dopodiché, qualora l'i...