Oggi non tornerò a casa, c'è l'allenamento pre-partita di domani e il coach ci vuole pronti fisicamente e moralmente. Non mi serve granché per esser preparata a livello morale, la mia competitività è attiva ventiquattr'ore su ventiquattro e mi manca giocare agonisticamente, anche se non è una partita vera e propria, la sindaca di Roma l'ha organizzata più che altro in maniera amichevole, ma gli studenti delle scuole a quest'età non sanno cosa voglia dire giocare un'amichevole, c'è sempre lo scopo di vincere perciò diventa lo stesso una competizione. Finirò alle tre di allenarmi, la prima mezz'ora il coach preferisce dedicarla al training individuale, l'altra a studiare un metodo di vittoria contro la squadra avversaria e l'ora successiva è riservata ad una partita dove tutti, comprese le riserve, ci alleniamo in modo più serio simulando il match del giorno dopo.
Edoardo è arrivato in ritardo, ha mancato la prima mezz'ora ma nessuno gli ha detto niente, io mi sono sforzata di non guardarlo nemmeno per un po' ma mentre il coach spiegava le varie strategie da adottare, per un millisecondo lo sguardo mi è caduto sul suo corpo. Indossa i pantaloncini blu e una maglietta a giro maniche bianca, aveva l'espressione attenta ma a volte faticava a tenere la concentrazione su ciò che diceva il coach e si perdeva un po' nei pensieri. Mentre gioca il mio cervello malizioso non resiste alla tentazione di lanciare uno sguardo fugace verso il suo corpo. Vedo i muscoli delle gambe contrarsi, la sua espressione concentrata, i capelli mossi che si ribellano e ogni tanto deve sistemarli con la mano. Ha un corpo favoloso, anzi, lui è favoloso ed io dovrei proprio smetterla di scrutarlo in questo modo. Non ci parliamo per tutto l'allenamento, d'altronde...perché dovremmo? Eppure ogni tanto sento il suo sguardo su di me, mi sento osservata e so che è lui, so distinguere l'attenzione degli altri e la sua.
Finiamo di allenarci e senza perder tempo esco dalla palestra per andare a casa a cambiarmi, se farò tutto con il giusto tempismo, uscirò di casa alle quattro precise e Gaia non dovrà aspettarmi. La doccia calda mi aiuta a pensare un po', non riesco a capire se sto agendo nel giusto, mi sento estremamente confusa; è stato un periodo emozionalmente intenso e talvolta ho agito d'istinto, senza riflettere e solo ora che ho un po' di tranquillità attorno posso tirare le somme di quel che è successo. Ho perso tutte le persone a cui tenevo di più, il mio disturbo alimentare è tornato a tormentarmi, mi sono avvicinata ad Edoardo e gli ho permesso ancora una volta di sottovalutarmi e ingannare i miei sentimenti, ho conosciuto Gaia e ora come ora sembra l'unica persona a cui interessi un briciolo di me. Perciò mi viene naturale chiedermi: ho fatto bene ad allontanarmi da tutti i miei amici, anche se mi stanno chiedendo perdono in continuazione? Ho agito incoscientemente quando ho instaurato un nuovo legame con Edoardo? Sono stata frettolosa nell'amicizia con Gaia? Chi lo sa? Non riesco a darmi delle risposte sensate senza discutere con me stessa, detesto questo momento in cui la me di sempre si scontra con quella che vorrei diventare. Arrivo alla conclusione che i miei amici mi hanno fatto del male e questa mia indifferenza momentanea può aiutarli a capire se davvero vogliono avermi nella loro vita o meno, e soprattutto, se io voglio continuare a volerli nella mia. E poi, sì, ho sbagliato a fidarmi di Edoardo, mi sarà da lezione per quando deciderò di fare l'irresponsabile una seconda volta.
Infine, con Gaia la situazione è più complessa, non ho mai avuto amiche femmine a parte Zoe, non vado molto a genio al genere femminile e il sentimento è reciproco, ho sempre pensato che le amiche per quanto possano sostenerti e talvolta fingere di farlo solo per renderti felice, nel momento in cui commetterai un gesto improvviso, che non appartiene al tuo carattere e alla persona che sono abituate a conoscere, ti giudicheranno in modo critico e anche maligno. Forse non lo daranno a vedere, forse decideranno di restare solo per abitudine, forse invece avranno il coraggio di giudicarti ad alta voce con il loro tono saccente, altre decideranno comunque di rimanere nella tua vita ma non esiteranno a rinfacciarti il tuo gesto, per loro sbagliato e assurdo. L'ho imparato a mie spese e non mi sono mai sbagliata. Zoe è stata l'eccezione, lei non ha mai giudicato le mie scelte e i miei comportamenti, mi è stata accanto indipendentemente dal resto. Non è mancata occasione in cui ha espresso un suo parere discordante col mio, ma questo è normale e lecito, non è invece lecito esprimere un giudizio credendo di avere ragione sempre e comunque. Una cosa è dire "per me è una cretinata", mi lasci comunque la libertà e la tranquillità di continuare ad agire come penso io e anche l'opportunità di avere un minimo dubbio di ciò che sto facendo, un'altra cosa è dire "no non farlo", è una cosa anormale. Mi stai impedendo di fare ciò che voglio, stai giudicando al posto mio, non mi stai dando un parere sano ma una critica dannosa. Non mi piacciono le persone che giudicano al posto mio e voglio starne alla larga. Gaia mi sembra diversa dalle altre come Zoe, ed io le voglio dare un'opportunità. Appena esco dalla doccia leggo il suo messaggio, "mettiti qualcosa di sportivo", perciò indosso un leggings, un crop top ed esco di casa dopo aver asciugato i capelli. Gaia arriva due minuti dopo. <<Sei pronta?>> chiede sporgendo dal finestrino.
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Basta Che Siamo Sotto Lo Stesso Cielo
RomanceVi siete mai chiesti che cosa succederebbe se due galassie si scontrassero? Innanzitutto, dovrebbero essere così vicine da risentire del reciproco campo gravitazionale, cominciando, perciò, ad orbitare l'una attorno all'altra. Dopodiché, qualora l'i...