Ingoio a vuoto e non mi rendo conto che Edoardo mi sta guardando già da un po' '. Cerco di nascondermi dal suo sguardo, non mi va che mi veda così. Con la coda dell'occhio noto che Martin abbassa il volto incuriosito e preoccupato per vedere cos'ho che non va, se solo sapesse cosa diamine sto passando. Sentirsi così è una lotta contro me stessa, contro quella vocina che si sta impossessando nuovamente della parte razionale di me: la sensazione del vomito mi provoca giramenti di testa, nausea, sudorazione eccessiva, un malessere angosciante. È come se non ci fosse nulla intorno a me che possa aiutarmi e come una volta, dubito che possa sopravvivere indenne da questo attacco. Inizio a respirare a fatica, lo stomaco mi si contorce e non credo di farcela, lui è qui accanto a me e mi sta guardando, chiedendosi che mi succede. Mi alzo improvvisamente e cammino per un po' lontano da lui, mi massaggio la testa e lo stomaco come un'anima posseduta, mi sento come se stessi per scoppiare, devo vomitare, lo sento, ma sto cercando di bloccarmi e questo mi distrugge ancor di più, dovrei solo correre da qualche parte e scaricare i miei bisogni.
Cammino senza destinazione avanti e dietro fin quando Edo mi raggiunge, mi prende per mano e mi fa sedere accanto a lui. <<Mi dici che ti prende?>>. Io vorrei tanto rispondergli, dirgli che non mi sento per niente bene, ma ho un nodo in gola e so che se aprissi la bocca, non riuscirei a bloccare il vomito improvviso, perciò sto zitta, sperando che sia lui a capirmi. <<È tornata, non è così?>> domanda con la testa bassa e il tono amareggiato. Wow, lo ha capito davvero. Resto zitta ancora, ma so che la sua era una domanda che non aveva bisogno di risposte. <<Cami, ascoltami>> mi ordina alzando il viso e facendo in modo che io lo guardi negli occhi, alzando con l'indice il mio mento. Sono spaventata, in subbuglio per il desiderio di vomitare, ma il suo sguardo è sempre un toccasana per me, come il rumore delle onde del mare e una camomilla messe insieme.
I suoi bellissimi occhi verde acqua guardano me soltanto, come se volessero farmi concentrare solo su di loro. <<Guardami e ascoltami. Concentrati solo su di me>> decreta. Io annuisco, lo guardo ancora negli occhi e il mio spirito inizia a trovare un po' di pace dal disordine che ho dentro, la sua voce collabora a calmarmi grazie alla sua intensità e dolcezza. <<Anche se c'è questa...questa cosa, dentro te, che ti parla, non vuol dire che sia tutto perso, okay? L'hai già sconfitta una volta, niente ti impedisce di farlo ancora, io non ti abbandonerò, se tu lo vorrai, farò del mio meglio per aiutarti>> dice. So già che posso combatterla, questo è il mio intento, ma va tutto a puttane quando mi ritrovo davanti a qualcosa da mangiare e non so come fare. So anche che non dovrei contare su di lui, so per esperienza che le persone sono soltanto le pedine degli scacchi, tutte prima o poi cadono, alcune ti ingannano soltanto e si rivelano inutili, sei solo tu a dover fare scacco matto.
<<Tanto te ne andrai anche tu, come fanno tutti>> dico. <<Non sono tutti, non me ne andrò mai da te. Ed ora facciamo una cosa, chiudi gli occhi, brava così. Disegnerò sulla tua pelle una cosa e tu dimmi che cos'è>> ordina ed io chiudo gli occhi e cerco di capire cosa sta tracciando sulla mia guancia, fa' tre linee consecutive e la risposta è ovvia alla sua domanda. <<Un triangolo>> sancisco incuriosita dal suo gioco. <<Brava, adesso devi stare attenta: quando disegno il lato del triangolo devi inspirare, quando arrivo alla base devi trattenere il respiro e infine, durante l'altro lato devi espirare. Proviamo>> afferma ed io mi concentro sul suo tocco leggero, delicato e pieno di dolcezza. Parte dal lato destro ed io inspiro l'aria fresca per tre secondi, dopo traccia la base ed io trattengo il fiato per un altro po', poi arriva all'altro lato e lascio il respiro. Seguo questi movimenti per altre tre volte ed alla quarta sono già molto più calma e non sento più la nausea, incredibile come faccia a tranquillizzarmi sempre questo ragazzo. <<Sei stata bravissima. Ora mangiamo questa brioche>>. Certo che...cosa?Mangiare?
Ma se mi è appena passato l'istinto di vomitare?! <<Sei matto?>> gli chiedo. <<No, ti ho appena detto che sei forte e le persone forti non scappano dai problemi, li affrontano. Non ti servirà a nulla non mangiare adesso se poi dovrai farlo domani a pranzo e a cena. Morirai di fame, questo è il tuo intento?>> domanda guardandomi attentamente. Scuoto la testa lentamente e lui sorride come ad avvalorare la sua tesi. <<Ti fidi di me?>> chiede ancora. <<Fidarmi di uno che corre gare illegali di moto, che spacciava al mio ex e che fa parte di una gang criminale?>> domando ironicamente ma senza dargli il tempo di rispondere, lo faccio io. <<Certo che sì>> dichiaro ironica ed Edoardo sorride. Prende un pezzetto di brioche da cui cade un po' di cioccolato. <<Apri la bocca, chèrie>> ordina ghignando. <<Ammetto che vorrei dirlo in un'altra circostanza, ma mi accontento>> continua sempre con lo stesso tono malizioso. Io sbuffo ma ammetto che queste battute mi lasciano interdetta, pensa davvero queste cose oppure lo dice a tutte? Il pensiero che possa essere tutto vero mi lascia un brivido di eccitazione in corpo. Inizia a far volare il pezzo di brioche in aria come un aeroplano ed io rido quando inizia anche ad imitare il suono del motore, fino ad arrivare alla mia bocca, io la apro senza eccessivo timore e lui accompagna il mozzicone fino ai denti, grazie alla sua risata che mi distrae, mastico e assaporo la brioche senza rimorsi o altro.
<<Bleahh>> esclamo per farlo spaventare un po'.
<<Che c'è, non ti piace?>> chiede preoccupato.
<<È fredda...ma è buonissima>> rispondo ridendo, continuiamo a mangiare insieme, fin quando un po' di cioccolata cade dal mio labbro, ma io non me ne rendo conto perché sono troppo contenta dall'aver finito la brioche interamente, è un grande risultato, raggiunto grazie a lui, lui è sempre la salvezza e la distruzione della mia vita allo stesso tempo.
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Basta Che Siamo Sotto Lo Stesso Cielo
RomanceVi siete mai chiesti che cosa succederebbe se due galassie si scontrassero? Innanzitutto, dovrebbero essere così vicine da risentire del reciproco campo gravitazionale, cominciando, perciò, ad orbitare l'una attorno all'altra. Dopodiché, qualora l'i...