13. What Are U Doing?

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Io: Ehi ma Kev e Mati? Sai qualcosa? Kev non c'è.
Bestie♡ (Zoe): nemmeno Mattia c'è, ho domandato ad un loro compagno.
Il coach arriva, ordina a tutti di fare qualche passaggio semplice nel frattempo che Kevin si decide ad arrivare.  Lo abbiamo chiamato circa sei volte ma ancora nessuna novità. Inizio a mangiucchiare le unghie e le cuticole per il nervosismo. Se Edoardo gli ha fatto qualcosa, non me lo perdonerei mai. È solo colpa mia, io non avrei mai dovuto iniziare a mentire a Kevin per Edoardo, se solo lui non avesse questa fissazione omicida nei suoi confronti ogni volta che glielo nomino sarebbe più semplice.

Quando hai un fratello gemello c'è un legame totalmente diverso che ti lega a lui, è come un altra parte di te, esatta e completa e quando senti di averlo perso o che lui sta soffrendo, il cuore prende a battere meno forte perché non senti la sua presenza accanto a te. Dove sei, Kevin?
Tutti i miei compagni fanno passaggi e vari esercizi, tranne Edoardo ovviamente. Prendo coraggio e con la mia rabbia vado a urlare contro di lui. <<Se c'entri qualcosa con la scomparsa di mio fratello, è la volta buona che ti riempio di botte>> lo minaccio. Lui mi guarda sorpreso, poi si mette a ridere di profilo. Grazie a questo riesco a scorgere il suo primo tatuaggio, lo ha fatto a quindici anni, c'ero anch'io con lui.

Come primo tatoo voleva una frase importante e significativa, per questo ha scelto un'espressione che la mamma gli diceva sempre durante i problemi: baby, c'est la vie. Persino io mi sono commossa quando la mamma lo ha visto e si sono abbracciati. Noto anche il suo orecchino nero. Ehi, Camila, basta distrazioni ora. Eri venuta qua per una ramanzina o per ammirare la sua bellezza?
<<Non l'ho nemmeno visto tuo fratello, non me ne frega niente di lui>> risponde non troppo serio. Ed è allora che voltandomi vedo arrivare Kevin, un tantino arrabbiato. Tanto che arrabbiato è un eufemismo per la sua espressione.
<<Prima di accusare, Sherlock Holmes, assicurati che quell'idiota non sia semplicemente andato a farsi i cazzi suoi>> mi dice Edoardo. <<Zitto, non rispondeva alle chiamate>> gli spiego.

<<Probabilmente stava scopando, non ti può mica dire tutto>> risponde ovvio. Io spalanco gli occhi e lo guardo malissimo, ma se Kevin non ha nemmeno una fidanzata!
<<Guarda che tuo fratello non è un santo come credi>>
Nel frattempo Kev cerca il mio sguardo tra la gente ed io mi allontano piano da Edoardo, onde evitare che si ammazzino proprio ora, quest'ultimo ride per il mio tentativo di distanziarmi da lui. Kevin mi rintraccia ma non mi viene incontro, così vado io. I suoi occhi ambrati sono parecchio distratti, guarda in basso, segno che è nervoso e vorrebbe evitare una conversazione con me. Ma io sono testarda e ho bisogno di sapere perché mio fratello ha fatto tardi oggi. <<Kevin, che è successo? Perché questo ritardo?>> domando.
<<Niente di importante>> risponde più tranquillo.
<<Se fosse così perché allora ti sei portato anche Mattia? E perché sei così arrabbiato?>> chiedo.
<<Ti spiego dopo, okay? Concentrati sul calcio ora, fagli il culo>> ordina ed io sorrido. Vorrei continuare a parlare con lui ma tempo al tempo.

Il coach ordina a Riki e agli altri due ragazzi che si sono candidati come portieri, di posizionarsi alle porte, noi altri a turno battiamo e tentiamo di segnare. Fortunatamente Riccardo va piuttosto bene, anche uno degli altri due, tranne con me, Edoardo e un altro tizio. Dopo un po' iniziamo a giocare e il coach mi mette inizialmente in panchina, siccome quest'anno siamo in tanti. Dopo aver preso tutti una posizione, il prof di educazione fisica, anche conosciuto come il coach fischia e si inizia. Contrariamente a quanto mi aspettavo, l'attaccante, in questo caso Edoardo, passa dal centrocampo a uno dei due laterali che fanno parte della sua squadra, il difensore della mia squadra, ovvero Marco, si avvia verso il centrocampo per tentare di prendere la palla, ci riesce e la passa alla fascia destra, ma purtroppo Martin sfreccia verso il povero laterale, fa il cross, marca il portiere e segna. Davvero bravo. La mia squadra ancora non è sconfortata, Kev mette la palla al centrocampo e si riparte, mio fratello cerca di marcare il ragazzo di Roma Sud che ha la palla ma non ci riesce, si vede che è debole, la squadra ne approfitta per segnare. Un altro goal.

Basta Che Siamo Sotto Lo Stesso CieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora