33. What The Fuck Did You To Me?

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Edo's pov

<<Sai che sono sempre dalla parte tua, fra', però rinfacciare 'sta cosa mi è sembrata una stronzata>>
Niccolò continua a regalarmi le sue opinioni non richieste, come se non avessi già abbastanza sensi di colpa. Non so cosa mi prende quando io e Camila stiamo insieme per più di dieci minuti, inizio a trattarla male inconsapevolmente. Non me lo so spiegare e mi dà un sacco di fastidio, forse perché non sono abituato alla sua presenza nella mia vita e ogni volta che passiamo del tempo insieme cerco di mandarla lontano da me, ma è un qualcosa che accade spontaneamente, senza che io sia d'accordo.

La verità è che io le pensavo quelle cose, ma non volevo tirarle fuori. La cosa che ha scatenato tutto il casino è il fatto che lei avesse un appuntamento con quell'idiota. Mi ha dato fastidio, ma solo perché sento che la Camila che conoscevo io, determinata e dura, non sarebbe caduta nei cliché e non si sarebbe fatta prendere per il culo dalla gente.

Gli amici che ha, chi frequenta, non è più lei e questo mi fa male, ma relativamente. In fondo, abbiamo scelto vite diverse e se lei vuole questo ed è felice, lo sono anche io per lei. Ora sono con Nico, nel nostro locale, Francesco è passato a farmi le solite ramanzine del tipo <<Ricorda quali sono le nostre priorità, a cosa dobbiamo arrivare. Martin devi eliminare tutte le tue cazzo di distrazioni, se scopro qualcosa sai come va a finire>> Odio dover rispondere come un soldato a lui, guardarlo e vedere cosa ha fatto a mio fratello. Le sue parole non mi mettono paura per me, forse più per Camila. Si conoscono, si odiano perché entrambi volevano me, tre anni fa.

So che se scoprisse della rapina la farebbe fuori una volta per tutte ed io non posso permettere una cosa del genere. Devo stare alla larga da lei.
Prendo il suo cellulare, vado sulla galleria e ripercorro un po' i tre anni che abbiamo trascorso separati. In realtà durante il primo anno ci sono pochissime foto, quasi nessuna ma c'è n'è una che mi fa rimanere di stucco. Letteralmente, dato che sbianco come un morto. Sapevo che lei dopo la nostre lite aveva iniziato a soffrire di anoressia ma speravo dentro di me che con la sua forza ne sarebbe uscita prima o poi, quante volte ci ho pianto pure io immaginando che lei stesse male.

È una sua foto allo specchio, si vede la sua pancia, era così magra che si possono contare le ossa anche attraverso la foto. Inizio a sudare freddo, la nostra separazione le ha fatto davvero così male? Così come a me?
Scorro verso altre foto, probabilmente inizierei a piangere se guardassi ancora questa, e gli uomini non devono piangere. Non io.
Finalmente trovo foto in cui sorride, probabilmente il suo periodo più buio era appena passato. C'è n'è una in particolare, forse qualcuno la stava scattando, Camila si trova al centro di una stanza e una persona le sta lanciando quelli che sembrano pop corn e lei sta cercando di prenderli al volo con la bocca. Non c'è la fa e ride. D'istinto rido anch'io, è sempre stata così matta.
<<Non ti capisco, davvero>> sancisce Nico guardandomi, io invece continuo ad impicciarmi tra le foto. <<Cosa intendi?>> domando, senza alcun interesse. <<Prima la offendi e poi guardi le sue foto e ridi, mi sembri proprio inguaiato>> ride. Immediatamente chiudo il cellulare. <<Non impicciarti, Nico>> lo avverto. Siamo amici e lo considero un fratello, ma lui sa che deve tenere una certa distanza quando si parla di determinati argomenti. <<Non devi allontanarla per forza, lo so che lo fai involontariamente. Potreste anche essere amici>> continua. Vorrei zittirlo, perché odio quando dice cose vere. Allo stesso tempo vorrei permettergli di parlare, di ascoltare i miei più grandi tormenti, però sono maledettamente orgoglioso e non lo ammetterò mai. <<Devo, non vedi in che guai mi trovo? Non voglio che lei stia nella stessa merda in cui sto io>> gli spiego. Lui guarda intorno e nota che c'è gente che potrebbe ascoltarci e riferire tutto, perciò mi conduce fuori.

<<Non devi rinunciare a lei solo per la tua battaglia, siete già stati amici in passato e non potete rinnegarvi a vicenda, non ora che state sempre insieme a scuola>>
<<Lei mi ha già abbandonato in passato, non riuscirei a superarla di nuovo, perciò, basta Camila, non posso permettermi distrazioni dal mio obiettivo e lei mi sarebbe d'intralcio. Poi ha già un ragazzo a cui pensare, oltre a fratello e a quel principino che le va dietro, la metterei solo in guai grossi e non ne ho voglia>> decido di terminare qui la conversazione, allontanarla è la scelta migliore che possa fare al momento, con Camila Bianchi o prendi tutto il pacchetto o niente. E io preferisco non averla piuttosto che averla a metà. <<Come vuoi te>> dice Nico. Io vorrei rispondergli che no, non è come voglio io, ma come vuole il mondo. Perché io la vorrei Camila Bianchi attorno ma non posso averla, perché diventerebbe la mia priorità, così come una volta, e non posso permettermelo. In primo luogo perché se mi lasciasse di nuovo io non riuscirei ad andare avanti per la seconda volta, e poi perché la mia priorità è un'altra ora: mio fratello. La vorrei anche solo come amica, Camila, che mi parla e ascolta, perché mi manca ogni giorno, così tanto che vorrei chiamarla dal niente e dirle di ritrovarci al nostro posto, anche solo per stare in silenzio. Ma poi ripenso a quello che è successo e a cosa ho passato da solo senza il suo aiuto e niente, cambio idea.
<<Edo!>> sento chiamare, mi volto e vedo Daniel, Gianmarco e Antonio che vengono nella mia direzione. <<Che c'è?>> domando. <<Stasera ci becchiamo tutti a Trastevere>>. Proprio quando ho voglia di stare da solo organizzano le uscite...
<<Tutti?>> chiedo. <<Amici, solo gli amici>>

Basta Che Siamo Sotto Lo Stesso CieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora