Rimpianto

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Suga's pov

"Parlami, ti prego." Lo sprono, sono cinque minuti che lo guardo mentre piange e non ne posso piú. Non mi ha detto nemmeno ciao, niente di niente. Non sta bene, lo so, non ci vuole certo un genio a capirlo, ma non l'ho mai visto cosí a pezzi e il mio cuore sta diventando una prugna secca. Voglio aiutarlo, voglio capire come sta. Lui è seduto sul letto, io sono davanti a lui. Piange, come un bambino. Ho il suo viso fra le mani, non si è fatto la barba e credo non si sia nemmeno lavato. Namjoon è proprio distrutto.

"È ancora vivo, lo sai, vero." Provo a chinarmi per dargli un bacio. Gli asciugo le lacrime, non faccio in tempo a portarle via che ne scendono altre. È rosso fuoco. Sta chino, completamente sciolto su se stesso.

"Amore, parlami." Lo faccio piangere solo di piú. Mi arrendo, andando ad abbracciarlo per l'ennesima volta, lo stringo forte. Vorrei mettermi a piangere con lui. Cosa gli prende. Sa qualcosa che non sappiamo? E Hoseok è morto.

"Vuoi un pò d'acqua." Lo sento muovere la testa, devo guardare che movimento fa, credo sia un no. Gli accarezzo i capelli, scendo, per guardarlo dal basso. Inizia a negare con la testa.

"Cosa, Nam, parlami ti prego." Il mio diventa un lamento, il mio cuore non regge. Sta male e non so come aiutarlo. Mi sento impotente. Non mi resta che aspettare e stringerlo a me.

Appena sembra calmarsi, provo a guardarlo. I nostri occhi si incontrano, i suoi hanno perso la luce di qualche giorno fa. Cosa è successo? Lo guardo con angoscia.

"Mi è quasi morto fra le mani...Suga." Riprende a piangere, un lamento che rasenta la mia anima. Lo guardo, non so bene cosa dire, o cosa fare.

"Era morto, non si muoveva, non respirava...in una pozza di sangue." Fa un enorme respiro e vomita tutto fuori. Nega con la testa un paio di volte. Il dolore è troppo forte.

"Suga, era morto, ti giuro." Si spinge in avanti, chiude gli occhi, come se avesse la scena davanti a se.

"Per me era già morto...Minho non si è arreso. Io mi ero arreso." Si mette le mani nei capelli, stringe. Lo fermo. Vuole farsi del male? Catturo le sue mani fra le mie.

"Hai fatto quello che dovevi Nam, lui è vivo."

"Non l'ho fatto io...Mi-minho non si è arreso. Io lo davo già per vinto..." Prova a togliere le mani dalle mie, non lo lascio andare.

"Guardami, è vivo. Tu hai fatto quello che potevi."

"Non è detto che sia vivo..." Scansa le mie mani, con forza. Rimango di stucco, non lo ha mai fatto. Provo a far finta di niente.

"Calmati."

"Se non ci fosse stato Minho, molto probabilmente lo avrei lasciato morire." Si mette di nuovo le mani nei capelli, non se li tira, si accovaccia, appoggiando i gomiti sulle ginocchia. Un uomo, nascosto nel suo dolore.

"Non dire cosí, non sei un dottore, hai fatto tutto ciò che era possibile."

"NO, NON È VERO. Sono stato a guardare, mentre ciondolava, mentre Minho lo richiamava dall'aldilà, non ho fatto altro. Mi sono bloccato, lagnando quanto sia morto. Ti rendi conto...IO. L'HO LASCIATO MORIRE. IO." Scatta in piedi, mi coglie di soprassalto. Si alza, come il suo tono di voce. Si punta un dito contro il petto con forza, come se dovesse scavarsi un buco per tirare fuori altro dolore. Rimango seduto. Lo osservo. Mi guarda, gli occhi instabili, ancora senza luce. Sta impazzendo. Si sta dando responsabilità che non deve avere.

"Lui lo avrebbe fatto con me? No. Io-io...mi dispiace. Io." Si piega sui ginocchi, scusandosi fra i singhiozzi.

"Va tutto bene Nam. Va bene ciò che pensi, quello che provi, ma non è colpa tua." Gli massaggio la schiena, cercando di capire se vuole un altro abbraccio.

"Suga..." Si tira su, posa le mani sui fianchi.

"Dimmi." Mi guarda, poi guarda altrove. Poso una mano sulla sua guancia, so di avere il mio sguardo paterno, lo riservo solo ai nostri figli, ma oggi è un bambino.

"Nulla...scusami." È lui ad abbracciarmi. Mi butta contro il suo petto. Per l'ennesima volta ho la conferma che non si è lavato.

"Puzzi." Lo bacio comunque, l'ho sentito puzzare in modo peggiore.

"Lo so, scusa."

"Smettila di scusarti, lo so già che sei un maiale." Lo bacio ancora sul collo.

"Grazie." Mano a mano, bacio dopo bacio, torna a rianimarsi. Quando posa le labbra sulle mie guance, capisco che è il momento di lasciare il contatto.

"Adesso direi che è il momento di fare un bagno." Mormora.

"Già. Hai mangiato?" Annuisce.

"Tu?" Nego, devo ancora fare colazione.

"Allora facciamo colazione, poi facciamo gli zietti?" Si stiracchia, tirando su il naso.

"A proposito, penso che uno di noi due debba rimanere a dare supporto a Jimin. L'ho visto tranquillo, ma ho paura che sia una bomba ad orologeria."

"Non lo biasimo. Mia madre è dai bambini. Ti do il cambio, cosí ti riposi per bene."

"Non sono l'unico che ha bisogno di riposo."

"So quanto si dorme male negli ospedali, stasera vai a casa e rasserena i bambini. Ok?" Sospiro. Non ha tutti i torti.

"D'accordo. Se mi prometti che ti prenderai cura di te stesso." Sbuffa.

"Non sono mica un bambino." Bofonchia, adirato.

"Invece si." Lo bacio sulle labbra. Sembra passato un secolo dall'ultimo bacio. Non si muove. Fa l'offeso.

"Baciami almeno." Mi sbuffa sulle labbra, poi mi bacia. Finito il bacio sospiriamo insieme. Chissà come stanno quelle piccole pesti a casa. Ho sentito la mancanza di questo colosso, ma anche loro non scherzano, voglio vederli e abbracciarli.

"Mi mancano i piccoli."

"Anche a me." Dice triste.

"Se li facciamo venire qui, cosí vedono emtrambi?" Sono io a proporlo, lui ci pensa su. Non so se sia una buona idea. Certamente li terremo all'oscuro di tutto. Zio Hoseok sarà per un pò fuori.

"Direi che è una buona idea. Cosí spupazzo loro e la piccola arrivata." Mi bacia la fronte.

"Ok, allora faremo cosí." Detto ciò, lo rispedisco nel bagno a darsi una sistemata. Io vado a recuperare Jimin.

Less Than Anybody Pt 2 [Omegaverse]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora