La polizia se ne è andata, facendo tornare la pace e serenità nella villa. Minhyuk è venuto a dare una mano e adesso Adam è dietro alle sbarre e ci rimarrà per un pò. Io ho fatto del mio meglio, parlando con la polizia,ma ero ancora in Shock. È stato veramente un animale. Stupido. La sua comparsa quà è stata senza senso. La domanda piú pesante è "perchè?". Era certo che avremmo chiamato la polizia. Perchè? Voleva mettermi paura? È impazzito, completamente. La polizia ci ha confessato che hanno dovuto tenerlo sotto controllo perchè ha iniziato a sbattere la testa contro il vetro della macchina. Io stento a crederci, ancora.
"Ma-mamma? Volevo dire, madre?" Ho chiesto ai miei fratelli di farmi rimanere solo con lei, hanno acconsentito. Hoseok li sta intrattenendo in giardino, non so cosa stiano facendo, ma c'è fin troppo silenzio. Per quanto riguarda mia madre le ho chiesto di venire in salotto. Adesso è seduta sul divano, mi sta guardando tranquilla.
"Chiamami pure mamma." Fa cenno di sedermi. Io mi spiattello vicino a lei, ho bisogno del suo contatto. Cerco pure la sua mano, che trovo pronta ad accogliere la mia. La tiene stretta.
"Di cosa volevi parlarmi?" Domanda con sguardo premuroso. Io assorbo ogni particella di questo affetto. Non sono abituato e ne ho bisogno piú che mai.
"Di tutto?" La faccio ridacchiare, ma non si tira indietro.
"Ti ricordi, prima che io sparissi, parlavamo del piú e del meno. Volevo tornare a fare cosí." Fa cenno di capire. Io mi mordo un labbro.
"Poi volevo assicurarmi che non fosse un problema il mio tornare." Prima di tutto inizio con questo.
"Puoi rimanere quà, o dove vuoi, l'unica cosa è che prima o poi dovrai prendere le redini di Adurak, il tuo principato. Se non vorrai fare nemmeno questo, dovrò lasciarlo ai tuoi fratelli." Questo lo sapevo e mi sta bene.
"Tornerò, o proverò a gestire le cose da lontano. Sai che mi fido dei consiglieri e del sindaco. Hanno svolto un buon lavoro insieme a Jungso, in mia assenza." Questo devo riconoscerlo, sia ai miei cittadini che a mio fratello. Ci tengo alla mia piccola citta. Sono sicuro che troverò un modo.
"Sei libero, siete liberi. La paura e il dolore della perdita mi hanno fatto inquadrare le cose in una nuova maniera." Mi accarezza la mano. Io muoio dalla voglia di poggiare la testa sulla sua spalla, ma per adesso rimango cosí.
"Voglio visitare la tomba di papà." Intendo quello che dico, il problema è che stona la parola papà. Non l'ho mai chiamato cosí. Forse ho sbagliato.
"Tuo padre sarà felice di accoglierti. Non ha mai smesso di cercati un secondo. Sai, siamo stati entrambi molto rigidi, ma ti abbiamo sempre voluto bene. Così come con i tuoi fratelli." Se continuiamo cosí, io divento un laghetto di lacrime.
"Mi dispiace non avergli detto addio." Annuisce piano, è arrivata una sorta di aria da "consapevolezza", che arieggia su entrambi. Ho sempre pensato che mi avessero lasciato indietro, o che non gli importasse minimamente di me. Invece erano tutte pretese della mia testa. Forse per tenermi vivo, oppure per alimentare l'odio e proteggermi.
"Sono sicuro che tuo padre comprenderà." La vedo mentre porta via velocemente una lacrima. Pensandoci ha perso il compagno di una vita. Il suo re. Il padre dei suoi figli, non immagino come deve essere stato reagire ad un altro lutto.
"Anche io." Alla fine poggio la testa sulla sua spalla e la guardo. Non demorde. Mantiene il suo sguardo fiero, tira un sorriso.
"Invece di lui cosa mi dici, mi hai raccontato solo qualcosa." Cambia improvvisamente argomento, credo farà bene ad entrambi.
"È bellissimo." Lo dico sospirando.
"Solo bellissimo? Mi pare che tu abbia parlato di altre caratteristiche." Mi burla.
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Less Than Anybody Pt 2 [Omegaverse]
Fiksi Penggemar"A volte tutto non è come si crede, le persone nascondo piú di qualche ricordo, piú delle paure. C'è chi si nasconde bene, non lasciando trapelare nulla. Perchè ci sono realtà nella realtà, a volte anche le piú incredibili. È u problema cosí grande...