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Finale

[due settimane dopo]

Camminiamo lenti sul selciato, tutto intorno c'è un silenzio surreale. Mi meraviglierei del contrario. Sto spingendo la carrozzina, mentre al mio fianco c'è Jimin che si guarda intorno in silenzio.

Siamo al cimitero, finalmente, dopo tempo è una guarigione lenta, mi sono deciso di portare Melanie dai nonni. So che è piuttosto tetra come cosa, ma non sapevo dove altro potevo accompagnarla. Credo che questo sia il posto piú simbolico. Ormai la bimba ha due mesi, avrei dovuto farlo prima.

Guardo Jimin, è al mio fianco, si accorge che lo sto guardando e viene verso di me, a toccarmi il braccio. È anche la prima volta che porto qualcuno che non sia Minho alla tomba, "conosceranno" pure lui, adesso. Non so perchè, ma questa volta mi serve molto supporto morale.

"Silenzio?" Chiede Zeus. Siamo guariti entrambi, tornando gli stessi. Adesso siamo i guardiani della piccola e del piccolo principe. Zeus non mollerebbe Melanie nemmeno un secondo, nè io Jimin, sopratutto quando siamo fuori...

"Si, Zeus, silenzio." Abbiamo le guardie, ma rimane sempre l'ansia che qualcosa salti fuori. So che non è un pensiero sano, infatti, se dovesse peggiorare penso che farò una bella visita dal terapista, perchè non voglio fare il compagno ansiogeno. Forse ho subito un trauma, piú di quanto io voglia ammettere a me stesso.

"Eccoci." Vedo la lapide. Alta, fatta di marmo bianco. Protegge sia mio padre che mia madre. I fiori che ho lasciato tempo fa, sono stati sostituiti dai miei commessi. Odio vedere i fiori morti davanti alle tombe. È segno di dimenticanza, secondo me. Questa volta li lascerò io, di persona. Sono sotto la carrozzina. Sono la prima cosa che vado a sostituire. Sollevo quelli vecchi, che hanno giusto iniziato ad appassirsi e li sostituisco con le mie rose. Vado poi a buttare il vecchio mazzo.

Jimin osserva la tomba curioso, rileggo i nomi dei miei genitori e guardo la loro foto. Ne abbiamo scelta una in cui erano insieme e giovani.

"Sono molto belli." Sussurra Jimin, indicando la foto.

"Già." Guardo la foto pure io, non erano cosí giovani quando se ne sono andati, ma conta poco, in quella foto sono molto belli. Mia madre con un braccio intorno a mio padre. Sorridono entrambi. Ne hanno passate tante, saperlo prima sicuramente avrebbe aiutato, ma credo che non parlare degli aborti, o del demone, sia stata un protezione? Non lo so, non ne ho idea. Credo che mai lo saprò di sicuro. So che deve essere stato molto difficile. Non voglio nemmeno immaginarmi cosa significhi perdere due bambini.

"È il momento di tirare fuori la palletta." Melanie è sveglia. Gli occhi sono sempre piú celesti e chiari, sopratutto molto piú vigili. La cosa aumenterà di giorno in giorno. Rimarrà cosí piccola ancora per poco. La prendo in braccio, rivolta verso di loro. Gli abbiamo messo un giubbottino a tuta. Gli calza un pò grande, credo che però faccia il suo lavoro egregiamente. Jimin le sistema il colletto. Lei fa un versetto, il papà bellissimo gli sorride in rimando.

La regina si è innamorata subito della sua nipotina, quando ha saputo che il suo secondo nome era proprio il suo, ha tirato fuori un sorriso ricco di lacrimoni. Ha dovuto tenere la sua tempra da regina, ma si vedeva lontano un miglio che era felice per me e Jimin. I suoi zioni, l'hanno spupazzata tutta, facendogli conoscere i suoi cuginetti. Ovviamente la regina non ha perso tempo a ricordarci del matrimonio. Sia io che Jimin abbiamo annuito, tralasciando l'argomento. Non lo faremo oggi, ma sicuramente un giorno. Vicino o lontano che sia, ce lo dovremo sentire. Dovrà essere spontaneo.

Mi accuccio attento a non capitombolare a terra. Melanie fa un altro versetto sforzato. Osservo il marmo, spero che in qualche parte del mondo esista qualcosa di loro. O nel paradiso, se esiste, o nell'universo. Sarebbe bello se mi sentissero.

Less Than Anybody Pt 2 [Omegaverse]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora