Camminare

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[tre giorni dopo]

Finalmente torno in stanza. Dopo le mie continue lamentele, Sam mi ha lanciato la cartellina addosso, dandomi il permesso di tornare nella mia stanza. Me l'ha veramente lanciata, sui piedi ed è sparito per un pò. Mi dispiace, non credevo reagisse cosí. In questa casa sono tutti stanchi, per colpa mia. Vorrei che capissero che ora sto meglio. Per mandare via Suga, ce ne voluto. Non era sicuro che ce la facessi. Invece si, riesco a camminare, lentamente e con gli antidolorifici. Ce la faccio. Le ferite si stanno chiudendo, molto lentamente. L'importante è guarire.

"Pronto?" Con il mio bastone, gentilmente offerto da Minho, non sapevo ne avesse uno, guardo la rampa di scale.

"Forse il prossimo anno riesco a salire."

"Vieni quà. Non dovresti pesare molto. Tieni il bastone, mi raccomando." Serio? Vuole sollevarmi? Metto un braccio sulle sue spalle, si china a sollevarmi ed effettivamente ce la fa, anche con una certa facilità. Di cosa mi meraviglio? Non è piú incinta ed è un omega forte. Continuo a guardarlo stranito. Sale le scale con attenzione. Io lo guardo, innamorato. È divertente venire sollevati. Gli lascio un bacio sulla guancia, che lo fa sorridere come un bambino.

"Facciamolo piú spesso." Mi mette giú, ha le gote rossissime. Va a recuperare la carrozzina. Non abbiamo ancora trovato una soluzione per passare le scale. Forse l'istallazione di un ascensore non era cosí inappropriata.

"Che forza." Dico seriamente meravigliato. Forse troppo. Non dovrei meravigliarmi. Lui è rosso. Lo guardo ammirato. Quel piccolo uomo, con gli occhi piú belli che abbia mai visto. Continua a catturarmi nella morsa del suo amore. Sorrido. Muovendomi come una tartaruga. Lui va a mio ritmo, molto tranquillo. In silenzio, col mio bastone che sbatte sul legno. Melanie è sveglia, ma ho imparato che è ancora molto silenziosa, finchè non ha fame o ha bisogno di noi. Zampetta, si, ma molto silenziosamente.

"Eccoci." Finalmente la mia stanza. Sono passate due settimane e poco piú. Io ho trascorso solo gli ultimi giorni da vigile. Sembra una vita fa. Fa aprire la porta a me. Lo faccio volentieri. Apro la porta. Le bajour sono accese. Il letto è fatto. Il comò con lo specchio è sempre lí, con le solite foto. Stessa cosa vale per il resto. Entro, poi lo faccio passare con la culla. La porta della stanza di Melanie è aperta. Non vedevo l'ora di vederla occupata, oggi, finalmente è quel giorno. Jimin è accanto a me, mi guarda, fiducioso. Ha gli occhi lucidi, si sta trattenendo.

"Piccolo." Lo attiro a me, facendo peso sul bastone.

"Siamo tutti insieme adesso, è finita." Avvolge completamente il mio corpo, senza strizzarmi. So che vorrebbe farlo, ma sono ancora mezzo rotto. Tira fuori la testa dall'abbraccio, per incorniciare il mio viso con le mani. I suoi occhi azzurri si fondono nei miei. Il lacrimoni li enfatizzano ancora di piú.

"Siamo al sicuro ora." Avvicino la fronte alla sua. Siamo tutti al sicuro adesso, nessuno oserà toccarci di nuovo. Perchè la prossima volta...la prossima volta...non so bene cosa farei, ma ho una frustrazione dentro. Enorme.  Nessuno ha il diritto di intaccare la nostra felicità.

"Non farlo mai piú, però." Ancora.

"Jimin." Scuote la testa, non vuole sentire.

"Ti tengo d'occhio." Esclama tirando su velocemente con il naso.

"Tienimi pure d'occhio, nanetto." Va a controllare Melanie.

"Che ne dici se ci mettiamo il pigiama e facciamo una bella riunione familiare, nel lettone? Poi un assemblea fra genitori?" Gli faccio l'occhiolino, ma non lo vede, perchè è troppo preso da Melanie o dal controllare le sue lacrime. Mi dispiace. Va verso l'armadio a prendere il suo pigiama, ormai ha vestiti ovunque, come io ho i miei in camera sua. Vado a ripescare il mio pigiama preferito, quello blu. Mi chino male, nel cassetto. Decido di usare il manico del bastone come uncino. I vestiti si smontano, ma riesco a prenderli. Li poso sul letto. Jimin si sta cambiando dall'altra parte, mi manda un'occhiata preoccupata.

Less Than Anybody Pt 2 [Omegaverse]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora