Stamani è stata dura alzarsi, è un miracolo che stia facendo colazione. Solitamente non sono uno che protesta la mattina, mi alzo, mi vesto e vado. Oggi sono uno straccio. Le mie emozioni continuano ad essere le stesse. Un ammasso di fango. ora sono a tavola, controllo il telefono mentre mastico a fatica i cereali col latte. La colazione dei campioni. Vivere quà da comune mortale, mi sta facendo rendere conto di quanto sia viziato. Sono cresciuto con la colazione pronta, il caffè servito. Ho proprio il culo d'oro.
Jacob non c'è, probabilmente sarà andato a correre. Nel mentre che scorro le ultime notizie sul telefono, compare l'avviso di chiamata. È Minho. Ingoio, mi va di traverso il latte. Perchè questa chiamata? Sarà successo qualcosa? Rispondo immediatamente.
"Pronto?" Dico trafelato. Ho ancora una briciola nella gola.
"Buongiorno, sono fuori, ti ho portato il diario." È venuto lui? Non pensavo sarebbe stato Minho a portarmeli. Chiudo la chiamata, lascio il latte dov'è e mi precipito all'esterno. Davanti al cancellino dell'entrata c'è lui. Tiene in mano qualcosa. Piú mi avvicino, piú capisco che c'è lo zampino di Jimin. Ha in mano dei fiori.
"Proprio non riesci a starmi lontano." Lo rimprovero.
"No, per niente. Come farò quando andrò in pensione?" Sorpassa il cancello, tutto fiero, nella sua giacca grigia. In una mano ha i fiori, in un'altra una busta di carta.
"Ovviamente questi sono da parte del signorino." Sono delle camelie gialle. Sono bellissime, le prendo in mano. Proteggendole. Infila la mano nella busta, me la porge. Sembra quasi imbarazzato. Mi fa ridere.
"Mi avrebbe detto di fare una cosa." Mi fa cenno di avanzare. Cosa ora? Vuole baciarmi?
"Devo darti il suo abbraccio, forza, vieni." Insiste. Roteo gli occhi all'insù. Lo abbraccio, ma non con spontaneità. L'ho già abbracciato, ma questa volta mi sento imbarazzato. Anche lui pensa lo stesso. Lo circondo con le braccia e rido. Dura piú di quanto pensassi.
"Ok, penso basti." Mi respinge indietro. Scommetto che Jimin ci teneva, lui non può venire e manda Minho. Terrò la lettera per dopo, voglio leggerla con calma. Ha avuto un idea molto stile principe questa volta, con la cera lacca e la firma tutta fronzoli. Scuoto la testa. Che nanerottolo.
"Vuoi un caffè?"
"No,no, pensavo giusto di venire a vedere come te la cavavi." Con il suo occhio arguto, mi scannerizza dal basso verso l'alto. Alzo le braccia, faccio un giro.
"Sto bene, credo." Lo aggiorno su tutto, sui tentativi vani, la tecnica che stiamo usando e tutto quello che mi passa per la testa. Io chiedo come va la situazione alla villa, lui mi fa un resoconto piuttosto nella norma. Jimin sta bene, tutto funziona come è sempre stato e Nicolas è tornato a prendersi cura del mio lavoro. Prima o poi avrà un cospicuo aumento. O lo faccio io, o mi minaccerà lui. Me lo sento.
"Sono solo le prime due settimane, c'è ancora molto da fare. Sicuro di essere ok?" Mi passa la busta in mano. Ha ragione.
"Si, ho il morale a terra. Per il resto carburo ancora. Ecco Jacob." Sbuca la testa bionda dietro al cancello. Pregno di sudore, non nasconde il sorriso smagliante. È una vita che non vado a correre, forse dovrei iniziare. Invidio il suo fisico sano, asciutto. Lui dice che è merito del suo sangue da Duabus, ma anche io lo sono e faccio schifo a confronto. Se solo non perdessi i progressi ad ogni trasformazione.
"Buongiorno, come va?" Jacob china il capo, ha il fiatone.
"Tutto bene giovanotto, sono venuto a trovare Hoseok." Si giustifica Minho. Jacob non sa bene come rispondere, si limita a sorridere. Non è un grande conversatore. È piuttosto ansioso.
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Less Than Anybody Pt 2 [Omegaverse]
Fanfic"A volte tutto non è come si crede, le persone nascondo piú di qualche ricordo, piú delle paure. C'è chi si nasconde bene, non lasciando trapelare nulla. Perchè ci sono realtà nella realtà, a volte anche le piú incredibili. È u problema cosí grande...