Imprevedibile

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"Giorno 20, siamo ancora vivi. Il cibo è ancora abbondante, sappiamo come lavarci e abbiamo una fonte di illuminazione. Non vediamo terra vicino a noi, ma siamo pronti a sopravvivere per altre due settimane. Il messaggio di soccorso, a quest'ora dovrebbe essere arrivato." Ascolto Jacob che parla con la moglie, ogni volta fa un discorso diverso. Questo era divertente. Io sono sul divano, abbiamo pranzato da un pò. Sono in stato di abbiocco. Ho cercato una tregua, lui ha accettato. Me la sto godendo piano piano. Alla fine ho ceduto, ho preso le pagine scritte da mio padre. Alcune cose vorrei non averle mai lette. Jimin aveva ragione, ma a metà. Vedere i miei genitori da questo punto di vista...mi irrequietisce. Piú che strano è doloroso. Sapere che avrei potuto avere dei fratelli, ma mia madre li ha persi per questa malattia, mi stordisce. Hanno avuto un dolore cosí grande e non ne ne hanno mai parlato. Chissà cosa deve aver provato mia madre, ad interogarsi sui perché il suo corpo non riuscisse a portare a termine una gravidanza. Se avessi passato qualche mese in piú con Jimin avremmo ottenuto lo stesso risultato. Non voglio nemmeno pensarci. Mio padre ha passato nove lunghi mesi fuori di casa, per farmi nascere. Ci sono cose quà dentro che vorrebbero farmelo vedere con occhi diversi, ma faccio finta di non vederle. Perchè si, non siamo poi tanto diversi...ma devo, essere diverso da lui. La gita in cambogia, fallita miseramente. La solitudine di questa malattia. Nemmeno lui ne sapeva nulla. Non ho ancora capito bene perchè. Mio nonno l'ho visto, non mi ha mai detto nulla a riguardo, nemmeno a mio padre. Pensando al quadro nella villa però, lui sapeva. Che schifo. Rovinare due generazioni per cosa?

"Si, mi sono lavato. Ma che dici? Si, si...siiii. Dai Mary, non essere cosí pignola..." Inizia a battibeccare Jacob. Chissà come sarebbe la storia, se avessi i miei fratelli quà. Difficile da quantificare, sono sempre stato figlio unico, non ho idea di come potrebbe essere. Si, Nam e Suga sono la cosa che piú gli si avvicina, ma non ho vissuto sempre con loro. Un fratello è piú entrante.

Le pagine che sto leggendo sono antecedenti alla mia nascita, mio padre è in pena per mia madre. Sta lontano da lei, si scrivono. Lui immagina come sarà la vita con un figlio.

"Se mi avessi avvisato, sarebbe andata anche meglio." Parlo annoiato al vuoto. Ci sono pure le lettere che si mandavano. Jimin ha lasciato una nota con scritto "da leggere", ma non me la sento di andare cosí a fondo. Non vorrei fossero troppo intime. Sono sempre loro figlio.

"Ciao amorino, come stai? Si papà sta bene, forte come sempre. Anche Ploppy. Ti saluta." Lui è seduto al tavolo, il gattone sta sotto. Grugnisce per farsi capire. Jacob dice che potrei sentirla, ma non la sento. Zeus ha iniziato a comunicarmi qualche parola. Ne sono rimasto sorpreso pure io. Eppure parlotta.

"Non passa giorno in cui non aspetto mio figlio. Hoseok penso sia un nome molto bello, ci siamo accordati cosí io e Melania. Non vedo l'ora che nasca." Sbuffo, voltando pagina. Queste parole mi fanno ribrezzo. Anzi, credo sia proprio l'ora di fare una pausa. Chiudo il taqquino. Lo lascio sul divano e vado a prendermi qualcosa da bere. La casa è in condizioni decenti. Stiamo facendo un buon lavoro per mantenerla ordinata e profumata. Ci scambiamo i compiti, ogni tanto lui passa l'aspirapolvere, io faccio le lavatrici. Io pulisco il bagno, lui lava i piatti. Siamo una bella squadrina. Io me la cavo nonostante sia un viziatello.

"Papà torna, non ti preoccupare." A volte mi sento in colpa, sto trattenendo qui il padre di due bambine piccole. Ce la sto mettendo tutta, ma i progressi sono faticosi. Lui mi rinquora sempre, ma lo vedo, nei suoi occhi che gli manca casa. Gli sarò per sempre debitore. Mi sta conducendo sulla giusta strada, nonostante tutto. Mi guarda e sorride, ricambio lo sguardo con un sorriso.

Anche a me manca casa, mi manca il bofonchiare di Minho e i baci di Jimin. Il primo non lo vedo da quando mi ha portato il diario, Jimin da molto di piú. Ci scriviamo poco, e le chiamate sono rare. Ci stiamo contenendo per quando arriverò a casa. Non fa per noi parlare attraverso lettere o messaggi. Preferisco torturarmi cosí, ma rendere tutto piú bello quando ci rivedremo. Non vedo l'ora di vedere la sua pancia, adesso sarà sicuramente venuta fuori. Presto sarà pure il momento di dirgli il sesso della bambina. Lui sta sperando in un maschietto, voglio vedere che faccia farà quando saprà che è una femmina. Tutto questo quando sarò guarito.

Less Than Anybody Pt 2 [Omegaverse]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora