Chissà se Viola aveva fatto due più due. Sembrava ben sveglia e capace di leggere tra le righe, e a quanto aveva intuito doveva avere l'età di Coniglio, quindi all'epoca dei fatti era diciottenne, era sicuramente venuta a conoscenza del fatto che un ragazzo del quartiere era stato picchiato ferocemente da una banda di disadattati sotto l'effetto di alcol e stupefacenti.
Oppure già sapeva - conoscendo l'amico non si sarebbe stupito che si fosse fatto sfuggire almeno qualcosa - e non aveva detto nulla per delicatezza.A lui non importava. Non aveva niente da nascondere, niente di cui vergognarsi. Si era risparmiato, a differenza di tanti altri nella sua situazione, paradossali e controproducenti sensi di colpa e non si era crogiolato nel ruolo della vittima (una parola che detestava, ma che, col tempo e la maturità a onor del vero più che col supporto terapeutico, aveva imparato ad accettare e comprendere). Un giorno avrebbe aiutato chi non era stato altrettanto fortunato e magari anche chi aveva tenuto il coltello dalla parte del manico. Padre Giampiero non aveva del tutto torto, in cuor suo lo sapeva. Ma aveva sbagliato i modi e i tempi, l'aveva fatto sentire una marionetta nelle mani di un Dio spietato, manipolatore e, soprattutto, intransigente, pronto a punirti con ferocia per presunte colpe che tali non erano.
I venti minuti trascorsi con Viola l'avevano aiutato a superare quell'inaspettato, piccolo ostacolo sul suo cammino, oltre a fargli capire che aveva trovato una nuova amica.
E adesso era con Angelica, finalmente soli, di nuovo insieme.
Gli altri erano tornati alla festa dell'oratorio, congedandosi con l'implicita raccomandazione di avere cura della piccolina del gruppo, in particolar modo i due ragazzi dai capelli scuri, che l'avevano scrutato con diffidenza e si erano presentati solo perché Danilo aveva insistito. Quando era stato lui a farsi avanti, sorridente e bendisposto come suo solito, avevano risposto soltanto Ciao e lui si era sentito di nuovo Panzerotto. O Scrocchiazeppi. A livello relazionale, non c'era stata molta differenza tra i due.
Ma stavolta era riuscito subito a razionalizzare e a capire che non dipendeva da lui.Certo che ultimamente ne sto conoscendo parecchia, di gente strana! Questi sembrano una setta a numero chiuso già al completo.
Viola però era diversa. E anche Danilo, a quanto pareva.
Intuendo i suoi pensieri, Angelica gli rivolse uno sguardo comprensivo, complice.
«All'inizio sono insopportabili» disse annuendo «Ma quando vi conoscerete meglio scoprirai che sono simpaticissimi, sono scemi come mio fratello. Di solito non fanno entrare nessuno nel loro piccolo gruppo, tu sei un'eccezione.»
«Ah sì? Sono entrato nel loro piccolo gruppo?»
«Abbi fede.»
«Pessima scelta di parole, AngiePegasusWilliams.» Patrick sollevò la ragazza, costringendola ad abbracciarlo e non riuscì a trattenersi: le diede un bacio a fior di labbra. Lei non parve scioccata o infastidita ma non gli permise di andare oltre. Lo guardò negli occhi, fece il verso di Tuchulca e scoppiò a ridere.
«Padre Giampiero è insopportabile. Che ti ha fatto?»
«Niente di che. Diciamo che non è stato molto delicato quando ero un ragazzino... un po' fragile.»
«Tu eri un ragazzino fragile?» Angelica sgranò gli occhi, sinceramente sorpresa.
«Come si cambia, eh?»
Tutto si aspettava meno che essere visto come un ragazzo (uomo?) forte. Non che non si sentisse tale, in un certo qual modo, ma neanche così forte da risultare palese lo fosse prima ancora di averne dato prova. E per quanto Angelica pesasse la metà di lui, temeva di non essere abbastanza forte fisicamente da passeggiare con lei aggrappata al collo. La depose sul muretto e si sedette accanto a lei.
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Patrick
General Fiction*storia fruibile anche senza aver letto il volume precedente* **Sono centosedici capitoli ma non molto lunghi** L'ultima estate del ventesimo secolo si preannuncia nient'affatto noiosa per il ventiduenne Patrick, un tranquillo studente universitario...