"Words often don't come easy
I never learned
To show the inside of me
Oh no my baby and
You, you always patient
Dragging out
What I try to hide"(YOU - Ten Sharp)
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Ignaro del turbinio di emozioni che stava travolgendo Viola, Patrick sfrecciava sulla pista ghiacciata, con movimenti non sempre fluidi e aggraziati.
Si sentiva tra l'incudine e il martello, combattuto tra i propri sentimenti e la lealtà verso quel nuovo amico che sembrava non sospettare nulla, ma cercava di non pensarci e godersi la sua meritata pausa dallo studio e da una routine che, per quanto rassicurante, non sarebbe bastata da sola a farlo stare bene.
Da dieci giorni aveva ripreso a dare ripetizioni di inglese, due volte a settimana, e a lavorare altrettante sere allo Shamrock. Con quello che riusciva a guadagnare si pagava la terapia e le uscite con gli amici, almeno in questo non si sentiva più un peso per la sua famiglia e ce la stava mettendo tutta per non gravare su di loro anche emotivamente, mostrandosi anche più sereno di quanto in realtà non fosse.
Per quanto riguardava la sua salute fisica, però, più di tanto non poteva fare. Cercava di condurre una vita il più sana possibile, di fermarsi quando era stanco e di non sottovalutare i segnali che gli mandava il suo corpo, ma la situazione era quella che era. Non tragica, non abbastanza grave da rivoluzionare la sua esistenza, ma neanche da sottovalutare: palpitazioni, senso di oppressione toracica, maggiore affanno dopo uno sforzo intenso. Con l'arrivo della primavera, poi, la sua asma era peggiorata più che negli anni precedenti. Stava ancora prendendo le misure dei suoi nuovi limiti e imparando a distinguere i sintomi di un lieve scompenso cardiaco da quelli dell'ansia
Coniglio e Marco si esibirono in una buffa coreografia al centro della pista. Avevano coinvolto anche Max, più che bendisposto nei loro confronti. A ben vedere non erano così chiusi e diffidenti come loro stessi dichiaravano.Presa maggiore confidenza con i pattini, Patrick si allontanò dagli amici e fece qualche giro da solo, col pensiero non più concentrato su Viola bensì sull'intera situazione. Si stava divertendo, era felice di essere al mondo. Tutto ciò che gli era accaduto negli ultimi mesi sembrava lontano, un brutto sogno di cui presto avrebbe scordato i dettagli. Anche la musica diffusa dagli altoparlanti era piacevole: una successione casuale di pezzi pop e rock, vecchi e nuovi, di cui parecchi tra i suoi preferiti.
Posso crederci? Davvero basta fare del proprio meglio per evitare di scivolare di nuovo nelle sabbie mobili?
Raggiunse la barriera a bordo pista e si fermò a riposare, come se si fosse reso conto all'improvviso che iniziava ad avere il fiato corto, incapace però di capire se per l'attività fisica o per la piega che stavano prendendo le sue considerazioni.
Cosa mi accadrebbe se dovessi perdere di nuovo la lucidità? È facile dire che la vita è bella quando tutto fila liscio e la tua testa funziona correttamente...
Soltanto un metro più avanti, anche Danilo si era fermato per una pausa e stava parlando con Viola. Lui neanche si era accorto della presenza della ragazza, fedele al proprio proposito di non guardare mai verso l'esterno della pista con troppa insistenza.
«Sicura di non volerci provare, micetta? Ti tengo io, se hai paura di cadere.»
«Non sei abbastanza forte. E pesi meno di me. Non insistere, Dani.» Viola era infastidita e cercò lo sguardo di Patrick, una silenziosa richiesta di aiuto.
Patrick cercò lo sguardo di Danilo come a chiedergli il permesso, ottenendo un cenno d'assenso.
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Patrick
General Fiction*storia fruibile anche senza aver letto il volume precedente* **Sono centosedici capitoli ma non molto lunghi** L'ultima estate del ventesimo secolo si preannuncia nient'affatto noiosa per il ventiduenne Patrick, un tranquillo studente universitario...