Nelle due settimane che seguirono, Stefania non diede modo a Patrick di pentirsi della scelta fatta. Il loro rapporto, comunque lo si volesse definire, riprese a scorrere sui binari di una rassicurante normalità, in cui gli evidenti problemi della ragazza erano solo uno sfondo e non la forza motrice della loro improbabile (o forse davvero prevedibilissima, come cercava di fargli capire Gabriele stranamente senza mai scendere troppo nel dettaglio) unione.
Tornò il sesso più sereno, tornò la complicità, tornarono momenti di dolcezza e condivisione pacifica di spazi ed emozioni, e arrivò la voglia di passare più tempo insieme non solo per dar sfogo alla reciproca attrazione fisica. Iniziarono a vedersi quasi ogni giorno, a casa dell'uno o dell'altra e anche a uscire insieme. Niente di impegnativo: un caffè al bar, un giro nei negozi del quartiere. Una sera si fermarono a mangiare un trancio di pizza in una tavola calda prima di separarsi per passare qualche ora ognuno con i propri amici.
Per Patrick era un sollievo non dover fare progetti a medio o lungo termine, non doversi chiedere se e quanto si amassero. Stava bene così, per il momento, sicuro che quando Stefania si fosse stufata di lui (perché sarebbe accaduto sicuramente, non aveva dubbi) ci sarebbe rimasto un po' male ma non ne sarebbe uscito devastato. Stefania sapeva essere anche dolce ed espansiva, senza cadere in eccessi che l'avrebbero fatto dubitare della genuinità del suo atteggiamento (o forse molto brava a fingere, aveva azzardato Gabriele dopo aver trascorso del tempo con loro) e lo faceva sentire carino e in forma come mai si era sentito prima. Non era tanto quello che gli diceva quanto il modo in cui lo guardava e lo toccava, anche in pubblico, quasi esibendolo come un trofeo e sebbene la cosa lo mettesse a disagio era anche piacevole, meno imbarazzante della sensazione di essere notato più per il proprio aspetto poco attraente che per la sfumatura insolita dei suoi capelli.
La sua ansia era tornata sotto i livelli di guardia, niente più di un tratto caratteriale che non gli era d'intralcio nel regolare svolgimento delle attività quotidiane. La boccetta di Tranquirit era ancora intatta, portarla sempre con sé era diventato un gesto scaramantico come stringere tra le dita la croce azzurra, e Ricky non era più passato a fargli visita, neanche dopo la notte trascorsa a casa Valle.
Il tarlo che si era fatto strada nel suo cervello e vi aveva preso dimora fissa, però, di tanto in tanto si svegliava e riprendeva a tormentarlo. Sei sicuro che non accadrà ancora? Saresti in grado di gestirlo in caso contrario? È stata del tutto sincera con te?
Doveva parlarne con qualcuno e Gabriele non era la persona giusta. Si decise quindi ad affrontare l'argomento con Alessio, un pomeriggio che erano a casa di Manuel. Omise qualche dettaglio (saltando tout-court qualunque allusione ai propri vuoti di memoria) ma raccontò praticamente tutto e andò dritto al punto.
«In estrema sintesi, si è eccitata mentre le raccontavo di essere stato pestato a sangue, abbiamo trombato e mi ha graffiato. Per farmi male. Era così anche con te?» Non pensava che sarebbe riuscito a dirlo senza giri di parole, della sua vita sessuale parlava pochissimo e fino ad allora non c'era stato niente che gli avesse fatto sentire il bisogno di chiedere un parere.
A domanda diretta arrivò risposta altrettanto diretta. «No.»
«Però non mi sembri stupito.»
«Quello che ci hai raccontato non stona col personaggio» Alessio si interruppe con l'aria di chi stesse cercando di mettere ordine nei propri pensieri e si scoprì i polsi, contemplandoli assorto. «Mi ha fatto tante domande sui miei tagli, sui tentativi di suicidio, mi ha chiesto che tipo di abusi subissi dalla Bestia... però no, mi sembrava solo morbosa, senza implicazioni sessuali. E non mi ha mai graffiato. Io e te le facciamo effetti diversi, il che è anche ovvio.»
«Pensi possa essere...pericolosa?»
«Nel senso che potrebbe piantarti un coltello tra le costole per vivacizzare una scopata? Dai Paddy, non ci credi neanche tu, evidentemente stimoli il suo lato sadico. Sadico come in sadomaso, parliamo ancora di sesso eh, lo capisci o devo farti un disegnino? Al massimo ti chiederà se può legarti e frustarti, basta dirle di no se non ti piacciono certe pratiche.»
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Patrick
Fiksi Umum*storia fruibile anche senza aver letto il volume precedente* **Sono centosedici capitoli ma non molto lunghi** L'ultima estate del ventesimo secolo si preannuncia nient'affatto noiosa per il ventiduenne Patrick, un tranquillo studente universitario...