Your circuit's dead, there's something wrong
Can you hear me Major Tom?
Can you hear me Major Tom?
Can you...
Here I'm floating round in my tin can
Far above the moon
Planet Earth is blue and there's nothing I can do(David Bowie - Space Oddity)
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«Di una cosa sono sicuro: non morirò a stomaco vuoto» disse Patrick prima di spazzolare l'ultima fetta di pizza. Funghi e salsiccia, con l'impasto alto: la sua preferita.
Viola ormai conosceva benissimo i suoi gusti, in ambito alimentare e non solo, come naturale conseguenza del passare tanto tempo insieme e parlare di tutto, condividere anche le piccole gioie di ogni giorno oltre ai dolori. Sapeva anche che la pizzeria in cui l'aveva portata, praticamente sconosciuta a chi non fosse di zona, occupava il secondo posto nella sua classifica personale. Sullo scalino più alto del podio c'era un ristorante sulla via per Trevignano e avrebbero cenato lì se non avessero trovato tutto prenotato.
Così erano tornati a Roma, dopo una ricerca infruttuosa di un altro locale sul lago, anche per non fare troppo tardi. Il giorno dopo era lunedì e lei si sarebbe dovuta svegliare alle sei per andare al lavoro.
«Avevi promesso di non dire più quella parola» lo rimproverò.
«Quale parola? Sicuro? Stomaco?»
«Morte. In bocca a te mi fa paura.»
«Sorry. Non volevo. Ma son cose che si dicono, no? Tipo: mi piaci da morire.»
«Io ti piaccio da morire?» Viola arrossì, giunta alla conclusione che il proprio interesse fosse ricambiato, che Malpelo ci avesse visto lungo come al solito.
«Era un esempio. Però sì, ti trovo molto carina, in tutti i sensi possibili. Danilo é un uomo fortunato.»
«Danilo sta per tornare single.» Era arrivato il momento di metterlo al corrente della sua decisione, fino ad allora aveva evitato per non rovinare l'atmosfera idilliaca della loro domenica al lago. Dopo lo sfogo di Patrick, infatti, le cose avevano preso tutta un'altra piega e le era sembrato di vivere un sogno. Si erano stesi al sole (il che aveva reso necessario un'altra passata di lozione protettiva, con annessi massaggi), avevano pranzato ai tavoli di un bar vicino dove per l'ennesima volta erano stati scambiati per una coppia, e poi erano tornati in spiaggia per un sonnellino sotto l'ombrellone. Quando Viola aveva riaperto gli occhi, il ragazzo stava ancora dormendo e lei era rimasta a guardarlo con un misto di tenerezza e bramosia, consapevole di non aver mai desiderato nessun altro con la stessa intensità, di amarlo ora che era fragile e provato come lo aveva amato quando aveva visto in lui la forza dirompente con cui si era rialzato più di una volta e come lo avrebbe amato a cinquanta, sessanta, cento anni.
È con lui che voglio costruire qualcosa.
«Cosa hai detto?» La forchetta con cui Patrick stava punzecchiando uno champignon sopravvissuto alla sua voracità stridette sul piatto e schizzò in aria.
«Ora che i suoi fratelli sono in via di guarigione non ha più senso io rimanga con lui. Non lo amo più, da un pezzo.»
«Sei sicura?»
«Sicurissima. Ho avuto molto tempo per pensarci e questi ultimi due mesi in cui siamo stati insieme più del solito mi hanno aiutata a capire che gli voglio un bene dell'anima ma... non lo amo, Paddy. Non c'è altro da aggiungere.»
«Tu sei molto confusa.» Patrick scosse la testa, con un'espressione indecifrabile, quasi persa nel vuoto. Viola ebbe l'impressione che non fosse più del tutto presente e quello che accadde in seguito la portò a fraintenderne il motivo.
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Patrick
General Fiction*storia fruibile anche senza aver letto il volume precedente* **Sono centosedici capitoli ma non molto lunghi** L'ultima estate del ventesimo secolo si preannuncia nient'affatto noiosa per il ventiduenne Patrick, un tranquillo studente universitario...