28. Allucinazione?

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«Non hai mangiato praticamente niente» osservò Viviana togliendo dal tavolo i piatti della cena e guardandolo con aria preoccupata, ancora più preoccupata di quando l'aveva visto arrivare in sala con lo sguardo basso. «Vuoi dirci cosa è successo?»

Fino ad allora nessuno aveva insistito. Sembrava si fossero fatti bastare il suo «Non è andata bene, ma non nel senso che pensate voi. Io e Angelica non siamo fatti per stare insieme» e si erano messi a parlare del nuovo arrivato nella famiglia Fiore, quelli del terzo piano: un maschietto di quattro chili e due, nato proprio allo scoccare della mezzanotte.

Sua madre aveva commentato dicendo che avrebbe tanto voluto un quarto figlio ma - un po' per l'età un po' perché non navigavano nell'oro - si era messa l'anima in pace sette anni prima. Gabriele aveva cambiato discorso chiedendo ai genitori se sarebbero riusciti a fare una vacanza di qualche giorno ed Enzo aveva risposto che avevano in programma una settimana a casa di amici a San Felice Circeo.
Erika aveva parlato pochissimo, intenta a dissezionare il cordon bleu che aveva ancora nel piatto, prendendo una sorsata di Coca Light tra un boccone e l'altro.

Una serata come tante a casa Martini, a conclusione di un giorno come tanti per tutti ma non per lui.

Patrick avrebbe ricordato quel tredici luglio non solo per l'ennesima batosta in campo sentimentale ma anche per l'esperienza avuta in bagno, a cui per il momento non riusciva a dare una spiegazione. Se la volta precedente aveva avuto il dubbio di star sognando e di essere andato nel panico per un attacco di asmia particolarmente forte, ora era sicuro di essere stato completamente sveglio, di essersi addormentato solo quando - dopo aver appurato che il suo corpo era ancora integro, che la sua maglietta era bagnata solo di sudore e che aveva vomitato solo acqua, pasta frolla e frutti di bosco e non sangue e organi interni - si era buttato sul letto ancora vestito.

«Angelica sta con un altro» ammise, rigirandosi tra le dita la croce azzurra. Tanto prima o poi avrebbe dovuto dire la verità, Erika sarebbe venuta  a saperlo comunque e lui era bravo a mentire quanto a trovare donne fedeli. «Non so da quando e sinceramente non me ne frega un cazzo saperlo. Almeno non è riuscita a prendermi in giro per mesi.»
Prese un pezzo di focaccia e lo sbocconcellò, si versò due dita di vino.

Sono sempre io, sono sempre lo stesso, vedete?

«Mi dispiace, cucciolo.» Viviana gli massaggiò le spalle e gli diede un bacio sulla nuca. Gabriele non disse nulla, Erika iniziò a rivolgere epiteti poco carini all'amica della parrocchia, ma venne subito rimproverata dal padre.

«Non mi piace sentirti esprimere così.» Enzo rivolse poi a Patrick un'occhiata comprensiva. «Hai ragione, meglio scoprirlo subito. Ne avete parlato? Le hai detto che è stata scorretta?»

«Non mi ricordo. Credo di sì.»

Gabriele inarcò un sopracciglio, ma continuò a non intromettersi.

«Parlale, Paddy. Non devi aggredirla, devi solo avere rispetto di te stesso tu per primo. Non puoi farti trattare male da...»

«...nessuno, donna o uomo che sia» intervenne prontamente Viviana, lanciando una finta occhiataccia al marito. Tutti sapevano che non ci sarebbe stato niente di maschilista in quello che stava per dire Enzo, ma solo affetto e preoccupazione per quel figlio che in amore non ne imbroccava una, per dirla con parole sue.

«Attento papà» ridacchiò Erika, brandendo una forchetta. «Noi donne in questa casa siamo in minoranza solo numerica.»

«Attento, Vincenzo Martini, o stasera vai a dormire sul balcone.» Viviana si mise a ridere, continuando a coccolare Patrick, le cui guance erano sempre più rosse.

Voglio che la famiglia che costruirò sia come questa. Posso farcela, ho i loro geni e il loro esempio.

Matrimonio e figli non rientravano tra i suoi progetti a breve termine, ma era lì che voleva arrivare, dopo essere diventato un bravo psicologo.

PatrickDove le storie prendono vita. Scoprilo ora