67. End of a century

70 11 42
                                    

L'ultimo giorno del ventesimo secolo la temperatura si abbassò ulteriormente, promettendo l'ennesimo Capodanno freddo e asciutto, come da tradizione. Rinvigorito da una lunga corsa mattutina e da quell'aria tipicamente invernale, accompagnata da un cielo sgombro da nuvole e cattivi presagi, Patrick decise con chi avrebbe brindato al nuovo millennio.
Accantonata per ovvie ragioni la cena a casa di Manuel, gli erano rimaste tre opzioni: unirsi a Max e suo fratello come quinto incomodo, dal momento che i due sarebbero andati a festeggiare all'Antro di Tuchulca con le rispettive compagne (Viviana era già in agitazione, perché a Capodanno «tutte le strade sono pericolose, figuriamoci l'Aurelia!»); raggiungere i compagni di corso in un disco pub a San Lorenzo, dove sarebbe stato costretto a ballare e sorbirsi musica che non sopportava; accettare l'invito di Viola (ribadito da Danilo, che l'aveva chiamato la sera prima, mettendolo un po' a disagio).

Alla fine la scelta ricadde sulla terza opzione, non soltanto perché il suo cuore non voleva ascoltare la voce della ragione e della coscienza, ma anche perché era la proposta che più lo convinceva. Evidentemente, se Viola e Danilo avevano insistito affinché trascorressero insieme quella sera di festa non era poi tanto malvisto da quel gruppo di ragazzi che in prima battuta gli era parso ostile, e stringere nuove amicizie l'avrebbe aiutato a star meglio e ricordarsi chi era: un ventiduenne aperto alle novità, socievole, amante della compagnia. Continuava a sperare che Manuel non avesse solo voluto farlo sentire meno in colpa quando gli aveva detto che le cose con Alessio si sarebbero risolte, che non era accaduto niente di irreparabile, nessuna rottura definitiva, ma nel frattempo doveva andare avanti e approfittare della semionda positiva del suo umore ondivago (definizione di Viola che aveva fatto subito sua), ormai consapevole che avrebbe avuto altri crolli depressivi.

«L'invito vale anche per te» disse a Erika a pranzo, dopo aver informato i familiari dei propri progetti per la serata «Te e Daniele, intendo. Se non sapete ancora cosa fare...»

«Ceniamo da lui e poi andiamo a Piazza del Popolo con dei suoi amici. Non abbiamo certo voglia di passare il Capodanno con dei trentenni.»

Gabriele, che di anni ne avrebbe compiuti ventotto a metà gennaio, si finse indignato poi scoppiò a ridere, lanciando un tovagliolo alla sorella. Lui, invece, colse la nota irritante (che sicuramente aveva colto anche Gabriele), una delle tante frecciate da parte di quella ragazzina indispettita chissà perché, chissà da cosa, in cui stentava sempre più a riconoscere la sua dolce e affettuosa sorellina.

«Hanno solo tre anni più di me e mi sembrava di ricordare ti piacessero.»

«Ora non mi piacciono più. A te sì, eh? Pensi che Viola lascerà Danilo per mettersi con un piagnucolone idiota?»

«Erika!» scattò Enzo, più stupito che contrariato.

«Stavo scherzando, papà.»

«Non mi piace comunque che usi certi termini.»

Lei fece spallucce e riprese a tagliuzzare gli spaghetti al pomodoro ingerendone di tanto in tanto un minuscolo boccone seguito da una sorsata di Coca Cola Light. Da qualche giorno aveva ripreso a mangiare pochissimo, o meglio a non fingere più di nutrirsi in quantità adeguate e talvolta anche eccessive. Ormai era evidente che dopo il tentativo iniziale di tornare a un'alimentazione normale avesse ripreso ad affamarsi, era dimagrita ancora.

Nessuno le fece notare che aveva mangiato sì e no venti grammi di pasta, come consigliato da Gabriele, ma quando portò in tavola il secondo Viviana le piazzò nel piatto due polpette e delle zucchine ripassate in padella, senza chiederle se ne volesse. Poi passò a servire gli altri membri della famiglia e Patrick le fece cenno di no.

«Io passo direttamente alla frutta» spiegò, scegliendo un'arancia dalla cesta dietro di lui, e sua madre non ebbe nulla da obiettare. Viviana appoggiava i suoi sforzi per perdere qualche chilo, anche se reputava non ne avesse un gran bisogno, e dal momento che lo stava facendo in modo sano sentiva di non doversi preoccupare.

PatrickDove le storie prendono vita. Scoprilo ora