11. Di nuovo in cammino.

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L'immagine si allargo, lei era a fianco al letto che pregava di fermarmi, di ritrovare la ragione; non conosceva quelle mutazioni, non voleva mai spingersi oltre i limiti di cui era a conoscenza, la sua presenza nella mia vita era fondamentale, anche se c'era un degno sostituto. Ero un mostro, la situazione stava diventando molto brutta, soprattutto quando il mio corpo iniziò a fermarsi, come se le batterie si fossero scaricate, fino a rimanere inerme tra le lenzuola. Mi sentivo pulsare, come rintocchi di un orologio, la mamma si alzò e frettolosamente andò da Ryu.

"Ascoltami! Non reputarmi una dea, ora sono una madre disperata che sta per perdere una figlia. Lei non conosce la verità, veramente! Uthingo le deve delle spiegazioni nella piramide arcobaleno, lì capirà più cose, ma deve arrivarci. Ti prego in questo momento neanche io sono in grado di fermarla, puoi solo tu. Ho bisogno di lei."

Ryu era spiazzato, una dea lo stava pregando di salvarmi, di restituirle sua figlia. Si alzò e venne verso la stanza dov'ero, solo il contatto con la porta mi fece tornare nel mio corpo. La sua presenza nella stanza la percepivo, il mio respiro era affannato, come se di lì a poco avrei esalato l'ultimo, lo sfiorare delle sue dita sulla mia mano, stringerla forte a sé, poi le sue parole.

"Ti ho promesso che ti avrei aiutato, protetto da qualsiasi cosa finché c'era vita in me."

Quella frase mi rincuorò, non di molto, ma permise al mio corpo di stabilizzarsi. Teneva ancora la mia mano quando mi risvegliai, era di nuovo notte, credo fossero passati tre giorni, non eravamo andati molto lontano, e già era successo il finimondo. Ryu sedeva alla mia destra, e nella stanza, oltre la mamma sul divanetto ai piedi del letto, non c'era nessuno.

"Anf!"

"Leyra!"

Mi ero solo mossa, e lui era scattato.

"Cos'hai?"

"Nulla."

"Cambiamo la pezza, ormai non è più fresca."

Voleva instaurare un dialogo? Io non sapevo cosa dirgli!

"Mi dispiace. Sia per non averti creduto, che per quello che ti ho detto."

"Non serve. Siamo colpevoli entrambi."

"No, Leyra. Non so perché non ti credevo."

"Lo sai, e lo so anch'io."

Aspettava che glielo dicessi? Veramente non capiva la sua reazione.

"Ti ha dato fastidio sapere che io possa essere l'effettiva principessa, e spodestarti di conseguenza."

"Forse."

Non aveva reazioni, ne emozioni leggibili, non capivo cosa pensava, so che ero stata molto dura.

"Posso accettarlo."

"Cosa?"

"Tutto! Basta che tu stia bene e al mio fianco."

Mentre pronunciava queste parole mi guardava dritto nei miei occhi, mostrandomi quelle splendide sfumature rosse su sfondo dorato che coloravano i suoi.

"Ti ho promesso la luna, ma ti ho allontanato subito, per paura. Ti ho fatto star male, sei quasi caduta nelle grinfie di un Kelpie, e una volta che ti ho trovato mi sono tirato indietro. Sono diventato matto per ritrovarti, alle prime luci dell'alba ho svegliato tutti, con l'intento di raggiungerti, ma non riuscivo a trovarti da nessuna parte, mi uccideva non sapere dove fossi e come stavi, ma quando l'ho saputo non ho reagito."

"Non fartene una colpa. Devi imparare a fidarti, non ti ho nascosto nulla, del fatto della principessa non avrei voluto dire niente, ma non per nasconderlo, ma per il solo fatto che non conoscevo il seguito. Cosa avrei risposto se mi aveste posto domande?"

Drago, la verità celata.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora