Qualcosa catturò i miei occhi, risplendeva alla luce del sole, e mi accecava, possibile che agli altri non dava fastidio? Più ci avvicinavamo e più quella cosa si ingrandiva, finché non fermai tutti vicino a quella che sembrava una pietra in mezzo a tanti granelli di sabbia.
"Cosa c'è Leyra?"
"Mytorius, per favore mi puoi mettere giù."
Sulle mie gambe arrivai fino alla sua ubicazione, mi accovacciai, tolsi un po' di sabbia in torno e l'ammirai.
"Si può sapere perché guardi la sabbia?"
"No Mytorius, questa è una pietra arcobaleno, credo."
"In quella fossa che hai scavato c'è solo sabbia, Leyra."
"Voi non riuscite a vederla?"
"No. Forse non possiamo."
"Ma Fayonel, voi siete consapevoli che forse esiste."
"Nessuno di noi, neanche Bayon, ne ha mai parlato. Noi non crediamo esista veramente."
"Forse ci sbagliamo."
"Ryu. Eri il primo a non crederci."
"Hai ragione Surflyn, ma non credovo neanche negli dei, e davanti a me è apparsa la madre di Leyra, implorandomi di aiutare la figlia. Ha sottolineato che nemmeno la figlia conoscesse la verità, e che Uthingo, quell'unicorno che Leyra ha incontrato in quella grotta, le avrebbe dato spiegazioni una volta arrivati alla piramide. Quindi mi domando, forse esiste?"
Lasciò tutti di stucco, io per prima, non credevo che mi avrebbe appoggiato anche se non vedeva nulla. Si accovacciò al mio fianco, come se volesse capire dov'era quella pietra, ed io misi la mano sulla sua superficie, e lui sulla mia. La pietra iniziò a sprofondare, le nostre mani erano come incollate, si creò un buco che ci ingiottì. La pietra scomparve il buio dominava, e noi eravamo in caduta libera. Ryu fece uscire dalla sua mano una fiammella, per vedere qualcosa, eravamo io e lui, gli altri non si vedevano. Con la mano libera, perché l'altra era in quella di Ryu, cercai di dare forma al mio vento, la prima cosa che pensai era una soffice nuvola, come quando avevamo attraversato il restante pezzo di foresta. Sotto di noi si creò questa nuvola, quasi trasparente che rallentò la caduta per poi fermarsi.
"Wow! Leyra sei stata brava."
"Grazie."
Presi il comando della nube e continuai a scendere, finché non ci possano morbidamente su un pavimento. Si accesero le torce intorno a noi e lungo l'unica strada che potevamo intraprendere; la luce era fioca, il suolo era pozzolana e ai lati si innalzavano muri di mattoni alti circa due metri. Iniziammo a camminare, guardandoci in torno, arrivammo ad un bivio, destra o sinistra?
"Si può sapere dove siamo finiti? E dove sono gli altri?"
"Non so dove sono, ma sanno badare a loro stessi, sono sicura. Credo di conoscere il posto dove siamo, ma non ne sono sicura. Proviamo ad andare a destra."
Mi ricordava vagamente qualcosa, ma non avevo voglia di nominarlo, forse Ade ci stava ancora mettendo i bastoni tra le ruote. Dopo poco trovammo un altro bivio, questa volta prendemmo il vicolo di sinistra, poi un altro a destra, di nuovo e andammo dritti. Non ci capivo più niente, ma le idee si stavano schiarendo un po'. Ryu cercava di risalire al posto, di percepire gli altri continuandoli a chiamare di tanto in tanto. In lontananza sentivamo dei rumori, come grugniti, sembrava qualcuno arrabbiato. Continuammo ad inoltrarci in quel groviglio di strade, sbagliando sempre, e tornando indietro più e più volte. Ad un certo punto ci fermammo, non sapevamo come proseguire e tanto meno come uscire da quel posto, poi vidi una luce più luminosa, chiamai Ryu e mi diressi verso di essa; trovai un buco nero tra i mattoni, era una stanza con diverse coperte, dentro tutto nella penombra della torcia luminosa appesa dall'altra parte della parete, su un muro c'erano delle stanghette, ogni tre venivano sbarrate, forse mesi?
"Guarda Ryu, cosa pensi siano queste linee?"
"Credo nulla di buono."
"Perché?"
"Perché è un modo di calcolare il tempo."
"A quanto equivalgono?"
"Se erano quattro linee sbarrate, era uguale ad un mese, ma essendo tre, sono giorni. Quindi tre per sette, sono ventuno giorni."
"Intendi che sono rimasti qui tutto questo tempo?"
"Forse, non lo so, ma dobbiamo assolutamente trovare la via di uscita."
"Io non volevo pensare al peggio, ma credo di sapere dove siamo."
"Dove?"
"Nel labirinto."
"Questo credo che lo sapevo già. Quale labirinto stai immaginando?"
"Quello del minotauro."
"Cosa! Cavolo dobbiamo uscire di qui."
Quei rumori che prima erano in lontananza, ora sembravano molto vicini e minacciosi.
"Per aver segnato ventuno giorni qui, significa che non li trovava facilmente, quindi ora ci nascondiamo nell'angolo con le coperte sopra, e speriamo non ci trovi."
"No Ryu. Dobbiamo scappare."
"Leyra calmati. Ci sono io con te."
Mi accompagnò nell'angolo più lontano dall'entrata, ci sdraiammo a terra e stendemmo sopra di noi quelle coperte, in modo da nasconderci il più possibile. Una volta fatto Ryu si allontanò per qualche secondo, stavo impazzendo, non sapevo dove fosse ed ero pietrificata. Fino a quel momento non ricordavo nulla, ma riaffiorarono i ricordi di quando ero piccola e la mamma mi spaventava con la storia del minotauro, per non farmi allontanare e perdermi. Tornò di corsa e si sdraiò rapidamente accanto a me, sistemò la coperta sopra le sue gambe per poi coprirsi completamente; i nostri respiri erano accelerati, Ryu mi strinse la mano, ed io ricambiai stringendo di più per sentirlo più vicino, le nostre teste erano girate di lato, io guardavo la sua nuca, perché lui da una piccola fessura che aveva creato nella coperta, teneva sotto controllo la zona. I passi si avvicinavano velocemente, la terra tremava ogni volta che colui che stava sulle nostre tracce faceva un passo; davanti all'entrata i rumori cessarono, Ryu teneva la presa salda, mentre sentivamo i suoi respiri pesanti, sbuffò e andò oltre.
STAI LEGGENDO
Drago, la verità celata.
FantasyIn un posto sconosciuto della terra, abitano creature che nel mondo umano troviamo solo nei miti e nelle leggende. Una delle creature più potenti è il drago. Quattro ragazzi-drago, ogniuno appartenente ad un elemento diverso, si imbatteranno in una...