28. Sott'occhio.

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"Forse Leyra. Basti pensare a ciò che ti hanno dato gli Elfi. Mi chiedo se fossero imparziali o avevano un alleanza con il signore oscuro."

"Non mi hanno attaccato."

"No. Se lo avrebbero fatto non sarebbero in vita ora, ma l'interrogativo resta."

"Quindi credi che vogliano che io unisca i due pezzi?"

"Non ne ho idea."

"Se sono alleati con Ade avrebbe un senso, anche se riporterei in vita mio padre, quindi il senso svanisce."

"Potrebbero anche essere solo legati all'idea che tu cessi di esistere e che in cambio riporti indietro il re che aveva portato la nostra terra a livelli molto alti."

"Mio padre non deciderebbe mai di cedere la mia vita in cambio della sua."

"Lo so. A meno che non si presentano loro."

"Cosa vuoi dire."

"Sia i draghi che gli elfi, sono creature molto forti, anzi le più forti di tutto il mondo magico. Un figlio generato da un elfo e un drago è molto forte, a volte anche più dei genitori stessi, per questo gli elfi, di qualsiasi elemento sono tutti riuniti nella Tenebris Silva."

"Impossibile, non ne ho visto mezzo."

"E mai lo vedrai. Come gli dei, loro hanno una sorta di spazio ultraterreno. L'ampiezza della Tenebris Silva con l'aggiunta della loro terra, prenderebbe metà dell'attuale Eleftherya."

"È così grande?"

"Si. La presenza maggiore di creature magiche sono draghi ed elfi, le altre sono in minoranza. I draghi prediligono lo sposarsi tra loro, come gli elfi, mentre le altre non è sempre così."

"Quindi anche lì vige la regola del più forte."

"Esatto."

"Per loro io sono un peso e al contempo un pericolo?"

"Si. Ma se sapessi controllare i tuoi poteri e diventassi più forte tutti ti temerebbero. Anche gli dei."

"Dobbiamo velocizzare le ricerche."

"Come."

"Liberare i miei poteri."

"No. Soprattutto con il buio, saresti una calamita."

Le mie orecchie scorsero un movimento, e gli occhi lo addocchiarono all'istante. Questa volta era un gufo luminescente, anch'esso un fuoco fatuo?

"Siamo sotto tiro."

"Vuol dire?"

"Ci stanno tenendo d'occhio, e vorrei sapere chi è?"

Tolsi le coperte da sopra le gambe e senza fare rumore scesi dal carro, Vlam russava, quindi era tutto apposto, ora dovevo superare le fiamme, mi avvicinai sicura che non mi avrebbero scalfito, invece Wissen mi fermò.

"No Leyra, non puoi oltrepassare."

"Perché? Hai detto che se l'unicorno di fuoco fosse qui le oltrepasserebbe senza problemi, io cos'ho che non va?"

"Sembravano fiamme normali, invece sono magiche, qualsiasi creatura, spiriti o dei ne rimarrebbero feriti gravemente."

"È così forte?"

"Dall'aura che sprigiona si."

"Ora capisco perché dorme così tranquillo."

"Grazie alla cupola che ha creato."

"Ma devo sapere chi è che ci tiene d'occhio."

"Lo scopriremo, ora torna a dormire che ne hai bisogno."

Ascoltami Wissen e tornai sul carro, continuò a raccontarmi degli elfi e dei draghi, era interessante, ma dopo un po' i miei occhi iniziarono a chiudersi finché non crollai in un sonno profondo. Era la prima notte che dormivo così bene, poi sentii la voce della mamma:

"Fai attenzione tesoro mio."

Svanì di colpo, non riuscii a vederla, o a scambiarci parola, qualcosa o qualcuno me lo impediva, ma era talmente forte da intralciare anche a lei ogni contatto con me, se non di pochissimi secondi. Sapevo di andare incontro a qualcosa di pericoloso, ma non credevo così tanto. Mi svegliai di colpo, e due occhi rossi sangue mi guardavano da molto lontano, oltre quella barriera di fuoco, nel buio pesto della foresta. Appena vide movimento oltre la barriera scomparve nell'oscurità senza lasciare nessuna essuna traccia, anche il gufo era sparito ed il buio si era impossessato di nuovo della foresta. Nessuna notte potevo trascorrerla tranquillamente, qualcosa doveva andare storto sempre, e questa volta non ero affatto calma e pacifica, avevo molta paura e timore che potessero prendersela con qualcuno che avevo infilato io in questa storia. Questo pensiero mi riportò alla mente i quattro amici che avevo trovato, prima di una settimana non sarebbero arrivati ad Elefytria. Cosa avrebbe detto Bayon? Li avrebbe sgridati? Perché era interessato a studiarmi nei particolari, ero l'ultima della stirpe, quindi non ci sarebbero stati altri miei simili. Speravo fossero al sicuro, e che tutte le mire che mi puntavano mi avessero seguito lasciando liberi i miei amici. Amici vero? Non so se potevo continuarli a chiamare così, gli avevo mentito, Fayonel era arrabbiata con me, Ryu mi detestava, e come sempre il pensiero di Mytorius e Surflyn era a me sconosciuto. Iniziai a guardare le stelle, tanto il sonno ormai era scomparso, ed inizia a perdermi in esse tornando a quando le ammiravo con la mamma, il pensiero torno a lei, mi aveva preparato un esercito alato che mi avrebbe affiancato in qualsiasi momento, ed in effetti in torno a me si sentivano sempre rumori di uccelli, che tipo non lo so, non ero riuscita a guardarli, come fossero invisibili. La notte iniziò a lasciare spazio al giorno, sapevo chi era a svegliare il Sole, lo zio Apollo, che ogni mattina si alzava prima di tutti, dava la buonanotte alla Luna e tirava fuori il Sole dal suo nascondiglio, non riusciva mai a scamparla quella povera stella. I colori dell'alba erano stupendi, al sorgere del sole si vedevano le sfumature che partivano da un giallo scuro, arancione, rosso, magenta, violetto, viola, indaco e infine si arrivava al blu notte, che ancora non cedeva lo scettro alla luce. Mentre ammiravo questi colori sentii dei rumori vicini che mi fecero scattare in allettarta, ma fortunatamente era solo Vlam che si era svegliato e che stava organizzando il tutto per riprendere il viaggio. Mi rimisi sdraiata, non era il momento di scambiare qualche parola con un altra persona, prese qualcosa dietro il carro e poi attacco il cavallo e riprese il suo posto di guida. Non sapevo esattamente quanto tempo in più ci avremmo messo, ma speravo il meno possibile, anche perché sarei poi dovuta tornare indietro. Il cielo divenne celeste ed io mi senti più tranquilla, prima del buio quegli occhi non sarebbero riapparsi; la stanchezza riprese il sopravvento e mi addormentai, dovevo recuperare il sonno perduto, ma come sempre c'era qualcuno che mi veniva a trovare.

"Piccola, che fortuna, avevo paura questa notte, non riuscivo a tenermi in contatto con te, se non quelle poche parole che ci siamo scambiate."

"Sto bene mamma."

"Ho vegliato su di te tutta la notte."

"Non serviva."

"Me ne sono resa conto, quella barriera era molto forte, ma quella minaccia mi preoccupava e sono rimasta ugualmente."

"Grazie mamma."

"Bene tesoro, ora che ti ho parlato sto molto meglio, dormi tesoro, sembri in salute."

"Non sto meglio, è solo l'impressione, stando a riposo e bevendo la Verbena che mi ha dato la dea Maat, crea quest'illusione."

"Buonanotte mia piccola bimba."

Si congedò lasciandomi riposare serenamente tra quelle coperte che mi avvolgevano come un caldo abbraccio.

Drago, la verità celata.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora