"Rryu, dov'è?"
"Come stai?"
"Bene, ma rispondi!"
"Chi?"
"Alux?"
"Non mi interessa dov'è quel nanerottolo!"
"A me si, visto che mi ha aiutato."
"Sta con gli altri."
"Mi puoi accompagnare?"
"No."
"Perché?"
"Non voglio stare nella sua stessa stanza."
"Per quale motivo?"
"Ti ha fatto del male, sei svenuta per l'intera notte, sembravi morta."
"Ma ora grazie a lui sto meglio."
"Si vedo! Se ti metti seduta soffri, e le gambe non ti reggono, ripartire ora è impensabile."
"Ryu, non fare il bambino, non mi hai permesso di stare sul letto, mi hai portato con te sulla poltrona. Forse Alux era al mio fianco?"
Distolse lo sguardo, avevo centrato l'argomento. Come facevo a convincerlo, non ci sarei mai riuscita, era iperprotettivo. Sotto il suo sguardo attento cercai di alzarmi, aveva ragione mi faceva male il fianco da seduta, e in piedi barcollavo e dovevo sorrergermi con l'aiuto delle braccia. Dalla poltrona andai verso i piedi del letto, così da potermi aggrappare, ma ci arrivai quasi in ginocchio, e mentre cercavo di alzarmi due mani mi afferrarono i fianchi, e senza il minimo sforzo mi alzarono.
"Se volevi fare la spaccona hai sbagliato momento."
Era dietro di me, che senza usare molta forza mi sosteneva, la mia schiena era contro il suo petto, sentivo il suo battito accelerato, ma il suo viso era rilassato; mi accorsi per la prima volta che era più grande di me, in confronto ero un Pixie, per arrivare a lui dovevo mettermi in punta di piedi, e i nostri sguardi ancora non si incrociavano, i suoi muscoli erano molto allenati e sorreggevano benissimo il mio corpo esile e minuscolo. Volevo fermare il tempo, quello era uno dei momenti migliori che avevamo condiviso.
"Vieni, ti accompagno."
Anche se non voleva mi aiutò ad uscire dalla stanza, stando al mio passo; quando arrivammo sentii la presa farsi salda, si irrigidì e serrò la mascella.
"Leyra, ti senti meglio?"
"Si Fayonel, grazie ad Alux."
"Non dovresti essere qui però, dovresti riposare il più possibile."
"Lo so, ma non possiamo fermarci troppo, anche se la tua ospitalità Skegg è meravigliosa."
"Signorina, stiamo facendo dei piani, ma fin quando non sarà tutto deciso non dovrà muoversi dal letto."
"Vorrei prendere parte anch'io alle conversazioni, e grazie per quello che hai fatto."
"Prego. Ci organizzeremo in camera, così che potrai assistere, ma ora non si sforzi, altrimenti sarà tutto inutile."
Ryu mi prese in braccio al volo, e mi riportò in camera, mi stese e chiese a Fayonel di portarmi qualcosa da mangiare; non si staccava da me neanche per sbaglio. In cucina avevano già chiacchierato, Mytorius gli aveva detto del nostro nemico, mentre Surflyn aveva specificato che dovevamo arrivare al Désert d'Or, Alux era un po' confuso, credeva che dovessimo andare a Fotiá e aveva preparato qualcosa per arrivare a Bonfire in fretta. Dovette cambiare piani, ma aveva la faccia di chi dovesse fare milioni di domande.
"Scusate se mi intrometto, cosa c'è nel Désert d'Or per cui dovete passarci?"
"Non ti riguarda!"
"Ryu! ... Non essere indiscreto. È venuto da me il guardiano della piramide arcobaleno, dicendomi di doverlo incontrare lì."
"Ma la piramide arcobaleno è solo una leggenda."
"Possibile, ma potrei trovarla."
Scese il silenzio nella stanza, stavamo ultimando i preparativi. Questa giornata sarebbe stata tra le più noiose di tutta la mia vita, soprattutto quando anche Ryu se ne andò, ribadendo severamente di non alzarmi per nessun motivo. Presi uno dei libri che avevo portato con me, parlava di leggende, dei, mitologia, ossia quello che vivevo. Nell'indice c'erano tantissime cose che mi ispiravano, chissà perché mi soffermai sul labirinto. La leggenda diceva che Minosse volesse offrire in sacrificio a Poseidone, uno dei suoi tori più belli, così il Dio gli donò un bellissimo toro bianco. Egli avido, non volle sacrificarlo, scambiandolo con uno dei suoi. Poseidone si infuriò e fece innamorare la moglie del toro. La regina rimase incinta e diede alla luce un uomo con la testa da toro, il minotauro. Il re, colmo di vergogna diede ordine a Dedalo di costruire un labirinto dove poter rinchiudere il mostro. Il minotauro si cibava di carne umana, e quando gli fu ucciso il figlio dagli ateniesi, perché lì aveva disonorati vincendo troppo ai loro giochi, Minosse lì obbligò a mandare ogni anno sette fanciulli e sette fanciulle, da dare in pasto al minotauro. Arrivò il momento in cui partì l'eroe Teseo, promettendo al padre Egeo, il cambio di bandiera, da nera a bianca, in caso fosse tornato vivo. Appena arrivo a Creta, Arianna, figlia di Minosse, si innamorò subito dell'eroe e gli diede un gomitolo che avrebbe srotolato all'interno del labirinto, così una volta ucciso il minotauro avrebbe ritrovato la strada per uscire. Teseo portò a termine la sua opera, liberando il mondo da questo mostro, ma durante il ritorno dimenticò di cambiare la bandiera e il padre per la disperazione si gettò in mare, dandogli così il suo nome. Sotto questa leggenda, c'era disegnata una mappa, con un quadrato nel centro. Quello era il labirinto! Tornai all'indice, e quasi subito mi fermai al nome di una dea, Maat, dea della verità, della giustizia e della moralità. Era stata inviata sulla terra per contrastare il caos, e Ra gli affidò anche un ruolo estremamente importante, la pesatura dell'anima, al fianco di Anubi, dio dell'oltretomba e Ammit mostro divoratore di anime, che in caso il cuore del defunto pesasse più della piuma di Maat, il mostro lo avrebbe divorato e lo avrebbe costretto a rimanere per sempre nel Duat, togliendogli la possibilità di raggiungere l'immortalità ei campi Aaru, presso Osiride. Non so il motivo per cui avevo bisogno di leggere queste due narrazioni, ma il mio vero obbiettivo ancora non lo avevo trovato. Verso la lettera o, trovai uno strano nome, Oko de Dreki, cercai la pagina e davanti a me comparve quello strano orologio tondo, con la forma di occhio di drago, che mi era stato dato dagli Elfi, ma in torno aveva una specie di anello in cui bisognava incastonarlo. Non c'era una storia o una descrizione, ma solo una frase sotto l'immagine che diceva: questo oggetto è molto potente, può dare la vita a chi è morto, o ridare il corpo a chi è un anima, ma in cambio richiede sempre qualcosa: una vita. Non prometteva nulla di buono, quindi la frase degli elfi riprendeva in parte questo detto, ma il secondo pezzo dove stava? Chiusi il libro di scatto, incuteva timore, poi una voce mi disse: -non avere paura, non permetterò questo, ma chiedi al guardiano, saprà aiutarti.- Chiedergli? Ma se non potevo mettermi in contatto con lui, come mi avrebbe aiutato. Non potei neanche chiedere spiegazioni visto che come era arrivata era anche sparita.
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Drago, la verità celata.
FantasyIn un posto sconosciuto della terra, abitano creature che nel mondo umano troviamo solo nei miti e nelle leggende. Una delle creature più potenti è il drago. Quattro ragazzi-drago, ogniuno appartenente ad un elemento diverso, si imbatteranno in una...