27. Fuochi fatui.

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Il programma da seguire non era complicato, a meno che non fossero sorti problemi. Anche se ero ridotta male la trasformazione non era iniziata, era la gente a trasmettermi la propria energia? Forse la presenza dell'unicorno? Ora era meglio staccare la spina dei pensieri, dovevo riposare ed essere pronta per domani.

"Buongiorno, come vi sentite stamattina?"

"Buongiorno. Credo meglio."

"Vediamo."

Non riuscivo ad ingannarlo come con altri, lui verificava.

"Bene, la febbre si è abbassata, la ferita non ha miglioramenti, però non perdi sangue, quindi è un passo avanti. Però una cosa è strana, sei un drago, dovresti guarire velocemente, ma la tua pelle non ha i normali coloriti delle quattro regioni. Sei nata da due creature magiche diverse?"

"Si. Ora possiamo andare nella foresta?"

"Sbrigativa! Certo, ti accompagno con il carro, non devi affaticarti."

"È la storia della mia vita. Quanto ci vorrà?"

"Un giorno e mezzo."

"Così lontano?"

"Non è distante, a piedi ci vuole un giorno intero, ma con il carro devi seguire la strada, e ci vuole un po' di più."

"Va bene, non sarà un problema."

Certo mezza giornata in meno sarebbe stata ben accetta, ma poter evitare un po' di strada con il carro era anche meglio.

"Siete pronta?"

"Si eccomi."

Attaccò due splendidi cavalli marroni, dalla criniera bionda; mi chiedevo il perché si comportassero da normali uomini, quando avevano poteri e soprattutto si potevano spostare in men che non si dica spiccando il volo? Non lo recepivo, anche se in questa maniera si evitava traffico nei cieli, e si viveva in modo più semplice. Mi aiutò a salire sul carro, mise dei cuscini, una coperta e un paio di borracce d'acqua, con essa mi tornò in mente quello che aveva detto la dea Maat, e che ancora non avevo fatto. Vlam ancora faceva avanti e indietro con la casa, così gli domandai: "per caso hai dell'acqua calda?"

"Posso scaldarla mentre finisco di preparare il tutto."

"Si grazie, mi serve il più calda possibile."

"Va bene."

Non fece alcuna domanda fortunatamente; con i ragazzi nei paraggi non sarei stata così fortunata, mi avrebbero assalito con le loro domande, cercando di farsi dire ogni particolare, poi sarebbe intervenuto Ryu e mi avrebbe salvato. Per quale motivo si comportava così? Non poteva odiarmi così tanto come diceva, perché, anche se indossava una maschera, non poteva negare che ci teneva un po', forse una briciola, ma quel granello faceva sì che io non riuscissi a fregarmene.

"Ecco, siamo pronti. A lei l'acqua calda."

Mi porse gentilmente una borraccia, per poi andare a sedersi al posto di guida e con un deciso -Haaaa- il carro iniziò a muoversi. Presi la Verbena dallo zaino e ne misi le foglie nella borraccia con acqua calda, era metà, così decisi di metterci più foglie in modo che poi l'avrei divisa con il resto dell'acqua. Speravo vivamente che mi avrebbe aiutato. Ci stavamo allontanando dal centro città, dirigendoci dal lato opposto a dove si trovava Flakë; l'arrivo si prospettava un giorno e mezzo in ritardo, se non saremo rimasti a piedi? Vlam canticchiava per passare il tempo, io mi guardavo in torno, ma ero annoiata a morte, poi vidi tra i cespugli qualcosa muoversi. Avevamo iniziato a salire lungo la montagna che avremmo dovuto scavallare questa sera, e già avevamo un principio di problema? Noi continuavano a camminare a ritmo costante, e qualunque cosa fosse ci seguiva, sembrava luminosa non capivo cos'era. La mia vista iniziò a modificarsi, come se avessi una telecamera integrata negli occhi, e vidi un tenero coniglietto che ci seguiva, ma era luminoso. Si accorse che lo vidi e spiccò il volo come una lucciola. All'improvviso fui catapultata in un posto circolare, contornato da alberi e una voce possente mi chiese: "Chi sei?" Tornai al presente, quel paesaggio era il posto dove dovevo arrivare?

"Vlam, conosci una zona a forma di cerchio nella foresta?"

"Come la conosci?"

"Non importa, sai dov'è?"

"Certo che lo so! È il luogo dello scontro."

"Quale scontro?"

"Vi ho raccontato della scomparsa del nostro sovrano, ma essa è dovuta alla lotta contro un guerriero oscuro che aveva già affrontato in passato, e quello è il luogo."

"Potresti portarmi lì?"

"Certo, ma ci vorrà più del dovuto, è il centro della foresta."

"Va bene lo stesso."

I pezzi iniziavano a combaciare, Uthingo aveva menzionato il combattimento contro un guerriero che aveva unito l'Oko de Dreki al Valay Doré, e mio padre lo aveva fermato, riportando numerose ferite. Il che significa, che il guerriero sia andato all'inferno, e che nel momento in cui Ade voleva eliminarmi lo ha rispedito potenziato contro papà, in veste di guerriero oscuro. Dietro di tutto deve esserci qualcosa che spiega il perché Ade non mi vuole sulla terra. Fin da quando avevo conosciuto il nome del mio nemico mi ero chiesta perché, ma nessuno, neanche la mamma che lo conosceva sapeva il motivo di tanto odio. Il carro andava avanti a mozzichi e bocconi, la pendenza della salita era ardua, e mi dispiaceva per il cavallo che doveva trasportare da solo tutto il carro, decisi di provare a fare qualcosa che non avrei dovuto, ma nella foresta li avrei usati comunque. Mi concentrai entrando in contatto con i miei poteri e chiesi aiuto al vento in modo da alzare leggermente il carro per non gravare tutto su quel povero animale. La prima andò male, così riprovai, ma nulla, decisi di non arrendermi, e presi il controllo delle mie capacità, alzai lentamente le mani e il carro mi seguì, le ruote giravano ancora sul terreno, ma l'attrito era quasi inesistente, stabilizzai il mio pensiero all'altezza delle mie mani, e con cautela le abbassai, fortunatamente il carro non si mosse e la salita iniziò ad essere più veloce. Prima della sera scavallammo la montagna e iniziammo la discesa, ma con il calar del sole ci fermammo. Vlam si chiedeva come avevamo fatto ad andare così veloce, visto che a quest'ora saremmo appena arrivati in cima, ma non risposi, dissi solo che era stata la fortuna, però continuava a chiederselo, mentre io non potevo ancora rivelare chi ero. Sistemò una tenda sul carro e mi lasciò esattamente dov'ero stata per tutto il giorno, mentre lui si fece un giaciglio a terra, sotto il carro, e a poca distanza da esso fece un solco tutt'intorno, lo riempì di foglie secche, ramoscelli, e pezzi di legna che aveva tagliato con la sega che si era portato dietro, accese il fuoco e controllò per un po' che prendesse per bene. Prima di coricarsi lo rinvigorì con altri ciocchi, per poi iniziare una sinfonia assordante.

"Wissen."

"Leyra. Dovresti riposare."

"E come faccio."

"Che cos'è questo rumore?"

"Vlam che russa."

"Sarà una notte lunga."

"Si. Sai dirmi qualcosa dell'unicorno di fuoco."

"Una cosa sicuro, se si presenta quel fuocherello lo oltrepassa benissimo."

"Non questo Wissen, fai il serio."

"Non so nulla, posso dirti solo che ogni creatura importante si rifà su creature magiche diverse che usa come guardie."

"Quindi quel coniglietto di oggi ..."

"Questo non lo so, ma è un po' improbabile, era un fuoco fatuo."

"Cosa sono?"

"Sono spiritelli, che rimangono sulla terra, di solito aspettano chi li venga a prendere, e sono quasi sempre bambini. Ma nella nostra terra ci sono molti fuochi fatui. Non conosco le identità ma sono rimasti sulla terra perché ne avevano bisogno, e hanno mantenuto i loro poteri."

"Mi stai dicendo, che forse anche mio padre potrebbe essere un fuoco fatuo?"

Drago, la verità celata.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora