52. La mia paura.

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La cosa peggiore che potesse capitarmi, scontrarmi con colui che mi proteggeva sempre e al con tempo mi detestava, cosa avrebbe prevalso? Come sarei riuscita a sconfiggerlo? Ero ancora una volta chiusa in una bolla che mi distoglieva dalla realtà, non serviva una Naiade per capire chi fosse la chiave per la via d'uscita. Continuavo a ripetermi che Ryu era al sicuro nel castello, insieme agli altri, e che non poteva essere veramente lui.

"Vi sbagliate!"

Dal nulla di fronte a me apparve la Naiade, pronta a scortarmi in quella prova.

"Su cosa mi sbaglio?"

"Davanti a voi avete l'anima del vostro amico, solo voi potrete farlo tornare in sé."

"Non è vero. State mentendo! Lui è al sicuro."

"Il vostro amico è in continua lotta con se stesso, il suo odio, rancore, rabbia, sono tutti appigli per il signore dell'oltretomba, grazie a questo hai lui davanti. La prova consiste nel farlo tornare in sé."

"Non vi credo."

"Credici tesoro!"

Al mio fianco apparve la nonna e il nonno, e non erano una visione, erano in carne ed ossa.

"Cosa ci fate voi qui."

"Mio fratello sta esagerando. I patti erano che non mi sarei dovuto intromettere, ma in primis è stato lui ad iniziare tutto, privandoti di poteri fondamentali, ora sta cercando in tutti i modi di non farti ricongiungere con tuo padre. Per carità, io ne sarei felice, avrei mia figlia e mia nipote tutte per me, ma non posso essere egoista, tu hai bisogno di un padre, e lei di qualcuno che la sostenga, e da quando è scomparso non è più la stessa."

"Cosa posso fare?"

"Dovrai affrontare le tue peggiori paure, non hai altra scelta."

"C'è sempre un'altra scelta nonno!"

"In questo caso no. Cerca di cacciare quelle emozioni negative da dentro di lui."

"Ma lui e con gli altri, su, e sta bene. E solo un ologramma!"

"No tesoro."

La nonna aprì il braccio, e come fosse uno schermo vidi Ryu steso sul divano, la madre al suo fianco, era pallido e sudava.

"Piccola mia, lui sta lottando per non ferirti ulteriormente. Non vorrebbe essere qui in queste sembianze, ma sostenerti, invece deve battersi con te. Apri il tuo cuore tesoro mio, troverai la soluzione, è sempre stata di fronte a te, ma non hai mai voluto aprirgli le porte, ora è la tua unica possibilità per risvegliarlo."

"Noi dobbiamo andare, aspetteremo il tuo ritorno, non impiegarci molto."

"Grazie nonno, grazie nonna. Prendetevi cura della mamma, ditegli che sto bene."

"Lo faremo. Già è a conoscenza della tua salute."

Sparirono, e tutto tornò com'era, Ryu era fermo davanti a me, sguardo fisso, ero il suo unico obiettivo. Come dovevo fermarlo? Iniziò a correre verso di me, non mi riconosceva; usava quelle armi con molta maestria, nessuna difficoltà nel movimento e nell'attacco, solo io ero in una posizione scomoda, potevo soltanto difendermi e cercare di non essere colpita. La sua forza era pari ad un uomo maturo, in confronto ero una schiappa, ciò che mi salvava era la strategia, riuscivo a prevedere i suoi attacchi e a difendermi di conseguenza. Prima o poi, andando avanti così mi avrebbe colpito, le mie forze mi avrebbero abbandonando, dovevo studiare un piano per indebolirlo. Il combattimento procedeva, la mente cercava degli escamotage, ma era impegnata a pieno sul presente e non riusciva a buttare giù idee valide; ero ancora sulla difensiva, avevo provato ad attaccare ma la sua forza prevaleva nettamente, erano tutti attacchi a vuoto e spreco di energie, fortunatamente il mio corpo resisteva, se questo scontro fosse avvenuto nel mondo esterno sarei stata al tappeto da molto tempo. Stava mettendo a dura prova le mie capacità combattive e le strategie che cercavo di utilizzare, nulla di concreto per il momento; sentivo Bliksem cedermi la sua forza, questo mi rinvigorì e sentivo chi credeva fermamente in me. Dovevo credere in quello che facevo, anche la nonna lo aveva detto, dovevo aprire gli occhi. Mentre ero con le spalle al muro, e continuavo a difendermi mi tornarono in mente tutti i bei momenti che avevo condiviso con Ryu. Il nostro primo sguardo, quello che mi fece capire che tra noi c'era un legame molto profondo, quando si preoccupava così tanto per le prove che sostenevo perché i ragazzi mi cedevano un po' del loro potere, quando mi aveva portato via per mano, solo per medicarmi; nei momenti di trasformazione, non mi lasciava mai e mi teneva stretta a sé. Quei momenti indimenticabili avevano scalfito il mio cuore, duro come un diamante, e avevano messo radici per quanto io glielo avessi permesso. Tutto questo non era chiaro, ma faceva luce su qualcosa che avevo celato e che non volevo vedere neanche di fronte all'evidenza. Eravamo destinati a stare insieme, forse non solo come amici, ma qualcosa in più; quella strana intesa che c'era tra di noi, il litigare per cose futili, la gelosia che aveva dimostrato verso Mytorius, tutti dettagli che a prima vista non avevo notato, ma rivangando erano espliciti, e forse io non li avevo recepiti, e lui aspettava pazientemente nell'ombra che io aprissi gli occhi per accorgermene. Questa era la chiave per andarmene da questo incubo? Dovevo solo ammettere di essere innamorata di Ryu? La mia strada si scontrò con il tridente, mentre con lo scudo mi riparai dall'attacco della folgore, non c'era più tempo, ero alle strette.

"Va bene, lo ammetto!"

A quelle parole gli occhi rossi puntarono dritto nei miei.

"Non me ne sono mai accorta, ma nel profondo l'ho sempre saputo."

Non distoglieva lo sguardo nemmeno di un millimetro, non muoveva un muscolo, dietro quella faccia arrabbiata e tetra c'era il ragazzo che conoscevo, quello gentile, giocherellone, geloso, ma era quello vero.

"Scusa se non l'ho capito prima, ti ho fatto preoccupare tanto, abbiamo discusso per cose veramente futili, ma dietro di tutto c'era quel sentimento che provavi per me e che io non ho mai ricambiato, e ti ha corroso. Ora ti comprendo, perché ciò che provi e che vorresti farmi capire, adesso è ricambiato. Ryu sono innamorata di te."

Respinsi il suo attacco facendolo indietreggiare,  posai a terra scudo e spada, dovevo fidarmi di lui, dimostrargli la mia sincerità, la paura che mi ferisse era molta, ma potevo solo rischiare il tutto per tutto. I suoi occhi mi guardavano in cagnesco, il suo viso attraversato da quelle venature gonfie di rabbia lo facevano assomigliare ad un mostro, ed io era diretta proprio verso di lui.

"Leyra, non ti avvicinare!"

Quella era la sua voce, quanto mi mancava, anche se ci eravamo separati da poco;  Bliksem avrebbe potuto gridare, pararsi davanti, fare resistenza in qualsiasi modo, io lo avrei raggiunto ugualmente. A pochi centimetri di distanza lui indietreggiò, ponendo il tridente tra noi come linea di confine; quell'aggeggio non mi avrebbe fermato, saldai la presa sul tridente e lo scavalcai, ritrovandomi molto vicino a lui. Mollai la presa dal bastone, e lo abbracciai come lui aveva fatto con me, posai il mio orecchio sul suo petto, era freddo e il suo cuore non batteva normalmente; strinsi la presa, volevo che sentisse il mio cuore, che il suo petto tornasse ad emanare quel calore che mi trasmetteva sempre, e in quel momento il suo cuore iniziò a battere più velocemente, avevo raggiunto un punto d'incontro finalmente. Alzai gli occhi, la sua faccia non era cambiata, dovevo fare qualcosa di più drastico, quello non bastava. Presi il suo viso tra le mani e lui parlò.

"Ti prego Leyra. Allontanati!"

"Perché Ryu?"

"Non sono in me. Non voglio farti male. Se succedesse di nuovo io impazzirei."

"Non mi farai del male."

"Leyra!"

Con una mano mi allontanò mandandomi contro la barriera, quel minimo cambiamento che aveva avuto era stato nullo dopo avermi spinto via. Non mi sarei arresa proprio ora che sapevo cosa fare, c'era solo un modo per farlo tornare in sé ed io lo avrei messo in pratica. Iniziò a correre verso di me, lo scudo e la spada erano lontani, neanche se li avessi richiamati mi avrebbero raggiunto in tempo. Decisi di usare la catenina di Zikla, il mio corpo si tramutò in roccia, ma avevo la stessa mobilità di sempre, gli corsi in contro, pronta a mettere in atto il mio piano, la folgore puntava il mio fianco, quello già ferito, speravo vivamente che la roccia mia proteggesse, ma in quel momento puntavo solo il suo viso; lo presi tra le mani e poggiai le mie labbra sulle sue, e nello stesso istante la folgore infranse la barriera di roccia e si conficcò nel mio fianco. Ora ero al limite, il mio corpo non avrebbe retto ancora per molto.

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