48. Un viaggio tra gli dèi.

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Il paesaggio riprese il possesso della nostra vista, e come nostro obiettivo c'era sempre raggiungere quella luce. Questa volta iniziammo a guardarci in torno, da quando eravamo entrati nel Narak, la mia salute era migliorata, la vicinanza con mio padre?

"Leyra, ti senti bene?"

"Si perché?"

"Guardati?"

"Cosa ho?"

I miei piedi erano sbiaditi, come fossi tornata ad essere uno spirito, ma solo fino alle caviglie. Dal cielo iniziarono a cadere triangoli di varia forma e dimensione, chi bianchi chi neri, poi una voce femminile si fece spazio tra quelle forme, arrivando a guardarmi in faccia da pochi metri.

"Sono un Naiade, mandata qui per porti questo dilemma: venti facce formeranno la tua chiave per la salvezza, ma solo in egual colore e misura."

"Cosa significa?"

"Solo questo mi è stato detto."

Si creò una barriera intorno a me e a tutti quei pezzi, Bliksem fu buttato fuori, praticamente caricato di peso ed espulso, la Naiade scomparve, e io rimasi completamente sola. Venti facce davano origine ad una figura geometrica, ma quale, non ricordavo una figura così complessa. Guardai i miei piedi, ora la trasparenza faceva sovrana, e si era sbiadito fino alle ginocchia, io ero la clessidra. Iniziai a guardarmi intorno, per collegare i pezzi, dovevano essere per forza con tutti i lati uguali, i triangoli equilateri erano la perfezione in assoluto, ma lì ogni sagoma era in tre dimensioni, quindi qualunque era la figura ultima sarebbe stata piena al centro, quindi bisognava anche fare combaciare perfettamente quelle specie di insenature che possedeva ogni figura. Iniziai a cercare quelle di egual misura, stranamente circondati da una luce arancione, erano piccoli. Dovevo sbrigarmi, le ginocchia erano scomparse, la velocità con cui stavo svanendo non rallentava per nessun motivo, questo era un piano di Ade sicuramente. Liberai il centro e con velocità inizia a portare i pezzi che avevo trovato, cinque, non tanti, ne mancavano altri e quindici. Avrei perso troppo tempo nel ragionamento, agii di impulso e mi trasformai in una trottola che prendeva equilateri in ogni angolo della barriera. Non c'era tempo neanche per cercare di capire cosa stesse facendo Bliksem, ero sparita quasi per metà, se lo facevo arrivare alle braccia non andava bene, come avrei preso i pezzi? Ne mancava solo uno, dove si era cacciato? Non importava, cominciai a incastrare i pezzi, e nel mentre cercavo di capire la sagoma, così da avere un'immagine di ciò che stavo creando. Venti facce formate da triangoli equilateri, potevano dare forma solo a ... si tratta di quelle figure di cui non ricordavo la pronuncia, e mi impicciavo sempre nel dirle, si chiamava? Icosaedro! Ero quasi a metà opera, cercavo di scorgere l'ultimo pezzo mancante, le gambe erano svanite nel nulla, presto sarebbe toccato al tronco, e le prossime erano le braccia, dove dovevo andarlo a pescare quel pezzo capriccioso? Mentre incastonavo, uno dei pezzi, apparse una frase: pronuncia il nome. Che nome avrei dovuto pronunciare? Non so per quale motivo incrociai lo sguardo di Bliksem che indicava la figura con molta foga.

"Che c'è di male! Non ti piace l'icosaedro?"

Davanti ai miei occhi si materializzò il pezzo mancante, e proprio mentre le braccia mi stavano abbandonando incastrai perfettamente l'ultimo pezzo. Tutto intorno si fermò, rimase immobile nel tempo e nello spazio, solo io mi muovevo liberamente, la figura che avevo creato girava su se stessa e si dipingeva di viola, cosa volevano dirmi? La barriera si dissolse, e con lei sparirono anche tutti i triangoli sparsi, uscii da quello che sembrava un limbo creato apposta per me. Bliksem mi raggiunse per capire cosa era successo, ma a dir la verità non lo sapevo neanche io, a parte il montaggio dell'icosaedro. La Naiade riapparve davanti a noi, pur essendo una creatura infernale, faceva solo da messaggero.

"Complimenti, avete superato questa prova. Sarà arduo arrivare a meta, ma se continuerete così credo nessuno possa fermarvi."

Scomparve di nuovo, e la desolazione di quel luogo tornò ad abbracciarci. Dalla decisione di raggiungere quella luce, non avevamo fatto neanche metà strada, e eravamo inciampati già in due imprevisti, all'arrivo in quanti dovevamo impigliarci? Proseguimmo il nostro percorso, la Naiade aveva detto che sarebbe stato difficile, ma anche che nel modo in cui lo avevo affrontato, potevo buttare giù qualsiasi muro. Una cosa era chiara, questo percorso dovevo effettuarlo completamente da sola, neanche Bliksem poteva stare al mio fianco. Dopo qualche minuto, cadde su di me un rettangolo che mi divise ancora una volta da Bliksem; era inutile sprecare forze per cercare di uscire, consisteva in un altra prova. Il rettangolo si allargò e allungò, davanti a me si posizionarono mattonelle con delle parole greche sopra, erano molte, tre per ogni fila, ed erano dalle otto alle dieci file; io ero ad un capo, dall'altro comparve la Naiade.

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