54. I Bakeneko?

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Persefore ci lasciò al nostro destino, la nube sempre più vicina preannunciava qualcosa di molto pericoloso. Appena arrivò sopra le nostre teste, di fronte a noi si materializzarono una donna, abbastanza alta, e un uomo molto più alto e muscoloso. Come ci aveva detto erano la copia esatta di mamma e nonno.

"Cosa facciamo Leyra?"

"Non lo so papà. Persefore ci ha detto che non sono loro."

"E tu ci credi?"

"Non so se fidarmi. Prima non è stato lo stesso."

"Quando?"

"Quando mi hai salvato, io avevo appena finito di combattere contro un caro amico, che per paure e rabbia verso i suoi genitori e verso di me, è stato sopraffatto da Ade e ha perso il controllo di se stesso."

"Devo fare qualche chiacchiera anche su questo argomento."

"In che senso."

"Sono tuo padre, credi che non abbia capito chi sia il tuo caro amico?"

"Papà!"

"Dobbiamo concentrarci ora. So che ti farà male, ma tu andrai contro Atena, io me la vedrò con Zeus."

"Perché con la mamma?"

"Non chiamarla così! Lei non è tua madre, e quello non è tuo nonno."

"Come fai ad esserne certo."

"I loro occhi, sono come quelli dei gatti, anzi credo siano i Bakeneko."

"I cosa?"

"I Bakeneko, sono anime di persone maligne, che da morti venivano posseduti dai gatti vampiro. Tornavano in vita e divoravano persone e ne assumevano la forma, ma questo ciclo durava solo per sette volte, poi le anime venivano trasportate all'inferno. Quando il mondo fu privato della maggior parte delle creature magiche, Ade prese il controllo di questi gatti, mettendoli al suo servizio."

"Quindi credi siano loro?"

"Non credo, ne sono quasi certo, ma per assumere queste sembianze avrebbero dovuto entrare in contatto con loro. Per questo ho dei dubbi."

Queste incertezze erano fondate, da quanto ho capito solo se mordevano la vittima, quindi la divoravano, potevano assumere la sua sembianza, ma gli dèi erano immortali, non potevano essere uccisi, forse bastava anche solo il morso? Questo significava che al loro interno c'era l'anima della mamma e del nonno? Quindi Persefore mi aveva mentito! Stava succedendo la stessa cosa di prima?

"Papà io non ce la faccio?"

"Come no! Devi farcela! Starò io al tuo fianco, ti riporterò da tua madre qualsiasi cosa possa accadermi, e questa volta tornerò anch'io."

"Non posso affrontare la mamma?"

"Lei è al sicuro, non devi preoccuparti!"

"No, i Bakeneko non avrebbero potuto assemerne la forma se la mamma fosse al sicuro. Devo averla per forza morsa!"

"Starà bene, ci sono molte persone al suo fianco."

"No, papà, ti prego!"

"Ci penserò io."

Si fece avanti e subito quei mostri accettarono la sfida. Avevo uno strano presentimento, si stava ricreando una battaglia già vissuta, in cui papà aveva perso. Non potevo permetterlo di nuovo. Una barriera mi separò dal combattimento, ancora una volta Ade ci aveva messo lo zampino; un modo per raggiungerlo c'era, ma come? Dall'altro lato papà combatteva contro entrambi, ora vedevo la loro vera immagine, dei corpi umani con zampe e testa da gatto, si fiondavano contro lo scudo che papà aveva eretto e da cui partivano i suoi attacchi. Era molto forte, come aveva fatto a perdere, lo avevano attaccato alle spalle? Nella metà opposta in effetti si formarono delle chiazze nere a terra, e pian piano assumevano la stessa forma di quelle creature. Quella volta era solo, e nessuno lo avrebbe potuto aiutare, ma ora c'ero io, non avrei permesso ad Ade di separarmi di nuovo da un mio familiare. Iniziai a ragionare su come poterlo aiutare, non avrebbe avuto senso rinforzare la sua potenza, già era grande, dovevo solo eliminare quelli che lui non poteva vedere. Nella mia testa rimbombava una sola parola: -terra!- Cosa cercava di dirmi Bliksem, anche non essendo presente? Guardai di fronte a me, erano ancora a qualche passo di distanza, poi vidi il divisorio, a terra si fermava, io avevo potere su di essa, tramite il mio controllo potevo cavarmela e raggiungere l'altro lato. Usandola come un canale, inviai l'acqua sotto terra, come se al mio fianco c'erano due vortici che la inghiottivano, in quel punto esatto scompariva, e a mio comando appariva dall'altro lato colpendo uno di quei gattacci. Io per volta non andava bene, non avrei finito mai; incanalai più energia e a casaccio uscivano gaiser di acqua bollente, perché la terra era calda, che li prendeva alla sprovvista alzandoli fino al soffitto della barriera dove li teneva fermi e li consumava facendoli svanire. La loro attenzione iniziò a spostarsi da papà a me, non era la migliore soluzione che avevo trovato, ora dovevo accettare le conseguenze. A branchi iniziarono ad attraversare il divisorio entrando nella mia metà, papà era nell'altra che prendeva a pugni la barriera.

"Prendetevela con me, lasciatela stare!"

Davanti a loro indietreggiavo, mentre loro continuavano ad avanzare, innalzai una barriera di acqua per proteggermi, ma loro si fiondarono su di essa indebolendola e creando crepe ovunque; in questo modo non avrei retto oltre, era la mia fine? -Vento!- Cosa dovevo farci? Creai altre barriere, una dietro l'altra facendo uno spessore di quattro scudi. Niente lì fermava, anche se qualcuno si consumava quelli che venivano dopo riuscivano ad annientarla. Fioccavano come polvere dal sottoterra, la loro tana era lì? No, Ade non mi avrebbe permesso di trovare così facilmente il punto debole di creature che aveva mandato personalmente, quindi era lui ad avere le redini e a continuare a mandarmeli contro. Ripensai al vento, ero capace di creare tornado con lame di fuoco, forse era utile mischiarlo con l'acqua, cosa che li dissolveva senza ritorno? Mi concentrai, ormai mancavano solo due barriere prima di raggiungermi, io ero attaccata alla barriera, papà ormai era troppo lontano; dal nulla apparvero due tornado, che si scissero e cominciarono a inglobare i gatti, senza farli uscire, i due nuovi diedero vita ad altri due tornado, divenendo in tutto sei. Quando tutti i gatti furono inghiottiti dall'occhio del ciclone, il vento iniziò a tingersi di lame d'acqua, che facevano il loro compito e annientavano i gatti per poi svanire. Il silenzio mi avvolse, di papà neanche l'ombra, il divisorio era scuro, sapeva che stavo bene? Quei tornado erano opera mia? 

Drago, la verità celata.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora