La risposta era nulla, il mio subconscio per proteggersi aveva dato forma a ciò che pensavo. Questa volta era veramente finita? Mai! Ade non sarebbe mai morto, dovevo solo riuscire a completare i miei poteri e metterlo al suo posto. Ne frattempo avrei creato scompiglio nella vita dei miei amici, della mamma e del papà, mettendoli in serio pericolo; questo mi preoccupava, non avevo intenzione di non rivederli più, era necessario che io partissi alla ricerca di me stessa. Forse papà conosceva la risposta, però ora non era un buon momento per chiederglielo. La barriera si dissolse e come un razzo mi trovai tra le braccia di papà che mi stringeva a sé come se per un attimo mi avesse perso di nuovo.
"Leyra, sei tutta intera, vero?"
"Si! Per caso preferivi una parte specifica?"
"Non essere sarcastica!"
"Sto bene papà, non ti lascerò più."
"Non lo permetterò mai?"
Quelle braccia erano confortevoli, quante volte avevo sognato che papà sarebbe venuto ad abbracciarmi, a dirmi che stava bene e farmi sapere che prima o poi sarebbe tornato da noi, un sogno che finalmente ora avrei avverato. Non appena mi lasciò tornò la Naiade, cosa dovevamo fare ancora?
"Complimenti. Siete riusciti ad annientarli. Manterrò la mia parola."
Una nebbiolina rossa fuoriuscì dalle larghe maniche di quella tunica nera che indossava, copriva ogni parte della dea Persefore, perché non voleva fare capire il suo intento. La nebbia ci avvolse completamente, finché attraverso di essa non potevamo vedere nulla; poi si chiuse il cappello, nascondendoci il cielo, infine sotto i nostri piedi non vi era più terra, ma nuvole.
"Buon viaggio."
A quelle parole quella bolla di nebbia partì con uno scossone, eravamo un po' impreparati; andava a gran velocità, sicuramente stavamo percorrendo la strada che io avevo fatto a piedi; in poco tempo avremmo raggiunto la porta e la sommità del vortice che mi aveva risucchiato.
"Sei pronta a riabbracciare tutti?"
"Non vedo l'ora."
"Il tempo qui sotto non scorre nella stessa maniera, ciò significa che sono passati diversi giorni."
"Cosa vuoi dirmi?"
"Tutti quelli che ti aspettavano saranno molto preoccupati."
"La preoccupazione passerà in un lampo, non appena ci vedranno. Più che io, tu sei pronto a riabbracciare la mamma e a vedere il mondo esterno?"
"Non vedo l'ora di abbracciare Atena, il resto può aspettare."
"Giusto!"
La bolla si fermò, la nebbia pian piano cominciò a scemare, un ombra ci attendeva dietro di essa, era un uomo? Bliksem arrivò al mio fianco, Wissen uscì dal libro e Dorotea dalla collana.
"Principessa, state bene!"
Dissero tutti e tre in coro.
"Si, sto bene."
"La mia padroncina sta bene."
"Eravamo preoccupati!"
"Ci hanno rinchiuso in un posto oscuro."
"Bliksem, quel posto era la dimensione del libro, ma chiusi in una bolla nera che ci tagliava fuori. Io era molto più tempo di te che stavo lì dentro."
"Scusi Wissen, ma non sono uno a cui piace essere rinchiuso."
"E credi che a me piaccia? E poi tu eri l'unico che riuscivi a tenere un contatto con lei, neanche suo padre ne era capace."
"Sei invidioso?"
"Basta! Vi rinchiudo di nuovo tutti e due se non la smettete."
"No! Scusaci! Scusaci!"
Era troppo divertente vederli scusarsi e chiedere di non essere rinchiusi nuovamente. Non avrei mai potuto, e quella discussione alla fine era un effetto collaterale della preoccupazione che c'era stata per me. La nebbia si dissolse del tutto e apparve dinanzi a noi Zjarrit.
"Principessa, siete tornata finalmente! ... Sárkány?"
"Ciao Zjarrit."
Quel signore goffo e anziano sgranò gli occhi e si lanciò al collo di papà.
"Quanto tempo! Sei vivo."
"Si Zjarrit. Scusami."
"Di cosa? Non è colpa tua."
"Voi vi conoscete?"
"Certo Leyra, lui era il precedente Re, mi ha passato lo scettro ed è sempre rimasto al mio fianco."
"Quindi conosce anche la mamma?"
"Certo principessa. Sono io che cinque giorni fa' l'ho portata via a forza di qui."
"Voi. Come sta?"
"Andiamo, sarà contentissima di rivedervi, entrambi."
La stanza era cambiata, quel vortice era sparito, al suo posto era calato il silenzio, il pavimento era tutto uniforme e al centro della stanza era presente una porta nera, massiccia, chiusa sotto una barriera, sicuramente era la porta di accesso al Narak. Imboccammo quel tetro tunnel che ci avrebbe riportato in superficie, non vedevo l'ora, ma la mia testa era ingombrata da milioni di domande. Cosa sarebbe successo ora? I reali attuali avrebbero dovuto farsi da parte? Non era giusto, avevano regnato così a lungo, e per di più questo era il motivo di tanto odio per Ryu. A proposito, dopo l'incontro nel Narak, il bacio che gli avevo dato per farlo tornare in sé, lui ricordava qualcosa? Andava bene per lui quello che avevo fatto? Incontrarlo in questo momento era ciò che desideravo di più, ma allo stesso tempo avevo timore di quello che potesse accadere. Tutti mi avevano detto che Ryu aveva un debole per me, persino papà aveva intuito qualcosa, il fatto era che ora ricambiavo, e di essere ferita su un altro lato del mio essere non era ciò che avevo programmato. Come andava andava, i miei amici erano lì ad aspettarmi, sicuramente lui era lì ad attendere il mio ritorno, e con la stessa trepidazione c'era la mamma che non sapeva più dove mettere le mani, fortunatamente sapevo che al suo fianco c'erano il nonno e la nonna; stavolta sarei stata io a fargli una bellissima sorpresa, stavo per riportargli papà, il suo amato. Saremmo diventati una vera famiglia, e in seguito a tempo debito avremmo deciso cosa ne sarebbe stato della mia vita, e se saremmo tornati sull'Olimpo. Il nonno non era molto accondiscendente, la mamma era pur sempre sua figlia, ma capiva il suo bisogno di crearsi una vita propria, e poteva farlo solo stando con noi; i suoi doveri li avrebbe portati a termine ugualmente, l'unica cosa che cambiava era dove abitava. Il tragitto in quel tunnel sembrava non finire mai, per arrivare non ci era voluto tanto, ma non avevo questa foga di riabbracciare i miei cari. Zjarrit ci aprì il passaggio, e tornai finalmente in superficie, sembravano secoli che non respiravo aria così fresca e pura.
"Prego, sono tutti in biblioteca, dove li avete lasciati."
"Presto, andiamo."
"Papà, so che sei agitato, ma calmati, per la mamma sarà uno shock."
"Lo so, ma riabbracciare te è stato lo stesso."
Strinse la mia mano nella sua, era grande e forte, in confronto la mia sembrava la mano di una bambina. Scortati da Zjarrit salimmo le scale, anche quelle interminabili, e ci fermammo davanti al portone; dal resto del gruppo ci separava solo quell'enorme ostacolo, eravamo pronti a dare la buona novella a tutti.
STAI LEGGENDO
Drago, la verità celata.
FantasyIn un posto sconosciuto della terra, abitano creature che nel mondo umano troviamo solo nei miti e nelle leggende. Una delle creature più potenti è il drago. Quattro ragazzi-drago, ogniuno appartenente ad un elemento diverso, si imbatteranno in una...