HOPE
Erano le otto del mattino, e come sempre, io ed Alessio eravamo pronti ad affrontare il primo problema della giornata: Svegliare i nostri figli. Può sembrare una cosa semplice, ma potrei giurare che non lo era affatto, soprattutto con la piccola della famiglia, che puntualmente se n'è approfittava. Il padre l'aveva viziata troppo evidentemente, poiché ogni volta che non voleva andare a scuola, le bastavano due lacrime e due occhi dolci, per convincere suo padre a lasciarla dormire nel suo letto. Ci sapeva fare la piccola Alice, ma con la sua mamma, non era così fortunata, anzi dovevo combattere contro il padre e la figlia, ma alla fine, andava comunque a scuola. Il che voleva dire che vincevo io, come ogni volta, non gliel'avevo data buona. <<Che dici andiamo a svegliare la piccola peste e i due ometti?>>, chiesi sottovoce ad un Alessio rapito dal sonno. <<Mhmm, si tesoro tra poco vado a svegliare Alice>>, <<no mio caro, io vado a svegliare Alice, a te toccano Abel e Arthur>>. Non voleva mai svegliarli lui, poiché con i gemelli aveva un rapporto particolare. Abel era quello più ribelle, quello che combinava sempre qualche guaio e quello che non aveva mai apprezzato totalmente la presenza di Alessio in casa. Ai miei figli, com'era giusto che sia, all'età di nove anni, erano conoscenza della mia situazione e sapevano benissimo che non fosse il loro padre biologico. Ciononostante, Arthur l'aveva accolto in casa senza problemi, era contento di poterlo chiamare papà, lo considerava tale in quanto l'avesse in ogni caso cresciuto lui. Mentre Abel ancora oggi vorrebbe buttarlo fuori a calci, era convinto che l'avessi allontanato appositamente dal suo papà, per poter stare con Alessio ma non aveva minimamente idea di quanto fosse difficile la situazione. Probabilmente mi odiava a morte, ma sapevo che infondo lui sapesse che non era questo il motivo per cui non avevano contatti con loro padre. <<Lo sai che Abel mi odia, perché insisti tanto? Non mi accetterà mai>>. La sua mano si spostò dal mio bacino, il suo corpo si era irrigidito e il suo umore era cambiato nel giro di dieci secondi. <<Lo sai che mi dispiace, so che è una situazione orribile, ma lui capirà. Devi dargli del tempo, e nel frattempo devi dimostrargli che non sei solo lo sposo della sua mamma, sei anche il suo papà, non dimenticarlo>>. Mi girai sul fianco sinistro per poterlo guardare, il suo sguardo si rivolse a me, mentre le sue labbra non emettevano alcun suono. <<Lui non mi considera suo padre, mi vede come un nemico Hope>>, <<non è vero, inconsciamente ti considera e ti ha sempre considerato suo padre, solo che adesso vede anche l'altra metà della medaglia, sai è difficile per un ragazzino di undici anni accettare che suo padre biologico non sappia di lui, e che l'uomo che l'ha cresciuto e educato, non sia davvero suo padre. Vedrai che col tempo smetterà di utilizzare questo metodo di difesa e accetterà te esattamente come sei>>.
Lo pensavo davvero, se era vero che le mamme erano a conoscenza di tutto dei propri figli, io sapevo che il suo era un modo per difendersi da questa cruda realtà, e che prima o poi, avrebbe capito che non fosse cambiato niente. <<Grazie, riesci sempre a dire la cosa giusta, ti amo>>, <<non c'è di che, ti amo anch'io>>. Mi stampò un bacio sulle labbra, poi andammo a svegliare i bambini, avrebbero fatto tardi a scuola altrimenti. <<Alice, amore, svegliati>>, accarezzai i suoi capelli, amavo farlo poiché erano così simili ai miei. Profumavano di ciambelle e mela verde. <<Alice, dai c'è scuola, svegliati tesoro>>. Dopo un dieci minuti riuscii finalmente a svegliarla, preparai i suoi vestiti mentre andò in bagno per lavarsi i denti e il viso. Presi il grembiule, la coccarda e preparai la cartella con la merenda. <<Mamma non voglio andare oggi a scuola>>, ecco cosa avevo detto? Ogni giorno era sempre la stessa storia. <<E perché non vuoi andarci? Lo sai che la scuola è importante, te lo dico sempre>>, <<si mamma lo so, ma io ho sonno, voglio dormire!>>. Alzò gli occhi al cielo e sbadigliando andò verso il letto. <<No Alice, non puoi dormire adesso. Preparati e vai a scuola, quando torni da scuola vai a dormire, ok?>>. <<Lo dici sempre però poi non mi addormento mai quando torno da scuola>>, fece il finto broncio e mi guardò male, guardai l'orologio ed erano le otto meno venti, avremmo fatto tardi per i suoi capricci. <<Amore, ti prometto che, quando torni da scuola ti lascio dormire, ma ora ti prego metti le scarpe e il grembiule e andiamo, faremo tardi>>. Le stampai un tenero bacio sulla guancia paffuta e morbida, fortunatamente fece quello che le avevo chiesto di fare. Nel frattempo, Alessio se l'era cavata meglio di me, i gemelli si erano alzati quasi subito ed erano andati a scuola mentre io combattevo con la piccola Alice. <<Tesoro io porto Alice a scuola, poi vado al lavoro altrimenti faccio tardi e ho uno shooting importante oggi>>, gli diedi un bacio a fior di labbra e afferrai la mano di mia figlia. <<Io non torno a pranzo, ho delle faccende da sbrigare>>, mi avvertì Alessio mentre indossavo il cappotto, faceva troppo freddo in quei giorni per rinunciarci. <<Va bene, cerca di non perdere troppo la testa con i tuoi casi, altrimenti dovrò cercare un nuovo marito>>, adoravo prenderlo in giro, anche per alleggerire almeno per un po', il peso del suo lavoro. Si avvicinò a me velocemente, mi afferrò per darmi un leggero pizzico sul fianco. <<Cos'è che devi cercare?>>, chiese con finta aria seria.

STAI LEGGENDO
All is lost.🌚
RomanceSEQUEL DI "NOTHING IS LOST".🌻 Hope ha deciso di cambiare vita nel momento in cui ha scoperto di essere in dolce attesa mentre, il suo grande amore, non aveva alcun ricordo di lei. Si è trasferita in Italia, ha cresciuto i suoi figli come meglio pot...