23- Spargimento di sangue.

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ELISABETH

Feci una camomilla subito dopo per aiutarlo a distendere i nervi, mi dispiaceva vederlo così, in quello stato, per una donna che infondo non l'aveva mai apprezzato sul serio. Sua moglie, Silvia, era sempre stata acida e si sentiva superiore rispetto a chiunque, non potevo capire infatti come si fosse innamorato di una persona così spregevole. Thomas aveva il cuore buono, era premuroso, altruista e gentile, non aveva niente a che fare con quella donna. <<Ti va di dirmi come mai sei qui, cos'è successo?>>, eravamo in cucina, stavamo bevendo la nostra camomilla quando gli porsi quella domanda, insomma chi era il pazzo che avrebbe preso un aereo dopo aver divorziato? Solo lui. <<Philip qualche giorno fa mi ha raccontato tutto via e-mail, mi ha spiegato cosa stava succedendo sotto i miei occhi e che non riuscivo a vedere. Sapevo che Hope era qui da qualche parte con lui, ma onestamente mi aspettavo di trovarli qui entrambi, a tal proposito, dove sono?>>, avrei dovuto dirgli la verità, infondo Philip aveva deciso di farlo, eppure non mi sembrava una buona idea. Ma non avrei potuto mentirgli a lungo e non sapevo con certezza quanto tempo sarebbe passato, non avevo loro notizie da ore ormai. <<Ascolta Thomas ci sono delle cose che ancora non sai, sono successe così in fretta che Philip non ha avuto il tempo libero necessario per spiegarti tutto>>, stavo temporeggiando nella speranza che mi sarebbe arrivato un messaggio salva-culo. Ovviamente, non arrivò nessun messaggio. <<Spiegarmi cosa Elisabeth? Sono suo fratello, ho il diritto di saperlo>>, be' non potevo certo contraddirlo, aveva ragione e poi non doveva ricordarmi il suo grado di parentela, mi faceva solo sentire in colpa per aver anche solo pensato di non dirgli niente. <<Ok te lo dico ma non dare di matto per favore>>, presi coraggio con un respiro profondo e i suoi occhi non si staccarono nemmeno per un secondo dai miei, anche se volevo mentirgli al riguardo, non avrei mai potuto farlo se continuava a guardarmi così. <<Marcus o Alessio come preferisci, quando Hope e Damon sono andati a Milano, era in aeroporto, diretto a Los Angeles. Così tua sorella ha avuto la brillante idea di partire con lui e tornare qui, ovviamente c'erano anche i tuoi nipoti. Fatto sta che adesso i bambini e Hope si trovano a casa di Marcus che probabilmente ha capito che siamo al corrente di tutto, e Philip con la compagnia di Damon, è andato a riprenderla. 

Sono partiti tre ore fa, ci vuole un'ora per arrivarci quindi suppongo siano già da lei, dobbiamo solo aspettare, tua sorella è in buone mani con loro>>, d'accordo non ero brava a consolare le persone, ma cosa potevo mai dirgli? <<Sì, è in buone mani con loro, ma che mi dici delle mani di Alessio? Quell'uomo da quel che so è capace di tutto e mia sorella si è sposata con lui. A quanto pare, il matrimonio nella mia famiglia non è mai andato a buon fine>>, si alzò per riporre la tazza nel lavandino, feci la stessa cosa e nel farlo, le nostre spalle si toccarono per sbaglio tra loro, facendomi sentire delle scariche elettriche lungo tutta la schiena. Non era normale l'effetto che mi faceva quell'uomo. <<Non dire così, Hope non poteva saperlo, credeva che fosse tutto finito e che finalmente riuscisse ad amare qualcun altro. Mentre tu be' hai amato la persona sbagliata, ma non è un motivo per cui sentirti in colpa>>, il suo sguardo mi faceva capire che apprezzava le mie parole ma non l'aiutavano di certo a non farsene una colpa, un problema. <<Senti Elisabeth dovrei dirti una cosa che riguarda anche te, sul mio divorzio>>, cosa c'entravo io con il suo divorzio? Avevano divorziato per colpa mia? Impossibile, lui non mi aveva mai considerata per più di cinque miseri minuti. Era a disagio, lo potevo capire dal modo in cui si grattava il collo, l'aveva sempre fatto, anche da ragazzino, quando si sentiva in difetto con qualcuno e questo non prometteva niente di buono. Mi schiarii la voce, lo guardai con le sopracciglia corrucciate e morsi le labbra per il nervosismo che mi stava crescendo dentro. <<Ho divorziato ieri, dopo tre giorni dalla mia scoperta>>, iniziò a parlare, mi mise ansia e istintivamente, andai in salotto e mi sedetti sul divano. Thomas mi seguì, sembrava quasi aver cambiato idea, magari non voleva più raccontarmi niente. <<Non voglio interromperti, quindi dimmi quello che hai da dire tutto insieme, non preoccuparti>>, non potevo più aspettare, quell'attesa mi stava logorando dentro. <<Ok, ho scoperto dei messaggi su una chat di telegram, parlava con un certo Strange man, nome alquanto insolito e incuriosito dal nickname strano, mentre era in doccia, ho aperto la chat>>, poteva scegliere un nome più carino con cui tradirlo.

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