40- Cinema e volo.

24 5 3
                                    

ELISABETH

Eravamo tutti pazzi, forse era questa la spensieratezza di cui mi parlavano da adolescente, mi dicevano "trova un uomo che ti ami, che ti rispetti e che soprattutto ti renda spensierata". L'avevo trovato, solo a trent'anni ma l'avevo finalmente trovato, avrei voluto dirlo alla donna che mi aveva insegnato tante di quelle cose, ma non potevo più farlo. Thomas era sempre stato il ragazzo dei miei sogni, avevo perso la testa per lui già quando avevo solo sedici anni, e non solo per il suo bel faccino, Hope mi raccontava di ciò che faceva per le sue ragazze e l'avevo sempre desiderato, un ragazzo che trattasse me allo stesso modo, ma chissà perché avevo sempre trovato il ragazzo sbagliato, il cosiddetto "amore tossico" da cui mi risultò difficile allontanarmi. Con Thomas era tutto lineare, bello e soprattutto felice, ero molto felice al suo fianco e avrei voluto che quella felicità restasse tale anche oltre la morte. Ero senza pensieri, senza preoccupazioni come non lo ero mai stata in questi anni in cui era successo di tutto e di più e nonostante ciò ero sopravvissuta, non avevo bisogno di uno psicologo e non ero rimasta ferita, tutto sommato me l'ero cavata molto bene. Quando mi propose di andare a vivere in Italia con lui, ero spaventata almeno un po' all'inizio, poi mi disse che si sarebbero trasferiti anche Hope e Damon, così mi tranquillizzai poiché avevo la mia famiglia vicina. Hope rappresentava la mia famiglia da quattordici anni e l'avrebbe rappresentata anche tra settant'anni, mi era stata vicina nei momenti peggiori della mia vita, sapeva che ero sola e durante le festività, mi invitava sempre da lei, festeggiavo sempre con la sua famiglia che mi trattava come una figlia, le dovevo tutto davvero. I suoi figli erano la gioia che ci voleva nelle nostre vite, anche se eravamo lontane le spedivo dei regalini per i gemelli, quando mi comunicò di aspettare Alice piansi, sembrò avere una svolta positiva la sua vita e di conseguenza anche la mia, poi era precipitato di nuovo tutto, le nostre certezze erano crollate come palazzi di cioccolata, e c'eravamo ritrovate, grazie a una bugia ma poco importava, ci eravamo riviste dopo troppo tempo che non ci vedevamo dal vivo.

 Non ci misi molto ad accettare, non mi disse in che luogo dell'Italia stavamo andando ma non mi importava, perché avevo lui, la mia migliore amica e i miei nipotini, avevo tutto ciò di cui avevo bisogno per vivere. Era passato un mese da quella proposta ed era arrivato il momento di volare verso la nostra nuova casa, la nostra nuova vita lontana dal dolore e dalle minacce del passato, questo volo rappresentava la nostra svolta, il nostro libro da scrivere insieme, stavamo bruciando un libro e scrivendo un altro, ed era la miglior cosa che potessimo fare. <<Sei pronta? Dobbiamo imbarcare i bagagli>>, era ansioso quest'uomo, ma bastava prenderlo per mano per calmarlo, <<abbiamo tutto il tempo per farlo, stai tranquillo>>, gli dissi dandogli un bacio sul petto, come fosse un riflesso mi diede un bacio sulla fronte, era tenero e mi trattava bene, quasi non ero abituata a questi comportamenti, mi faceva quasi strano dare amore e ricevere amore, era tutto così equo da non sembrare reale. Come sempre prese il sopravvento la sua ansia, quindi imbarcammo le valigie e salimmo a bordo, aspettando il decollo, non ero molto tranquilla, prendevo raramente l'aereo soprattutto quando Hope era a Milano, adesso l'ansia l'avevo io. Thomas se ne rese conto e senza dire una parola, mi prese la mano e la strinse forte, per ricordarmi che ci sarebbe stato lui al mio fianco, anche se sarebbe accaduto qualcosa di brutto. <<Hai paura?>>, i suoi occhi azzurri, in contrasto con quelli di sua sorella, mi scrutarono a fondo, <<un po'>>, decisi di essere sincera e di ammettere di essere una fifona senza rivali, in cambio mi sorrise con le sue adorabili fossette in mostra e mi sciolsi all'istante. <<Ci sono io qua, non devi avere paura>>, la sua voce era così calma che quasi iniziava a fonderla in me, era magico quel sorriso con quella fossetta, era la mia medicina in qualunque campo. 

<<Lo so>>, gli dissi sorridendo, portò le nostre mani unite all'altezza del viso e posò un bacio leggero, tenero, sul dorso della mia mano. Erano questi i piccoli gesti che mi stringevano il cuore, erano questi i piccoli gesti di cui non ero per niente preparata, ne avevo ricevuti così pochi, e tutti dalla stessa persona: Thomas. In passato quei baci erano schiaffi, quei sorrisi erano parolacce, quegli occhi dolci erano urla, non avevano niente a che vedere con lui, con l'uomo che avevo accanto e che mi rispettava in tutto e per tutto. Ci era capitato di discutere e alzare un po' la voce l'uno con l'altro, una sola volta ed ebbi paura, perché non potevo ancora sapere che Thomas era diverso davvero dagli altri, fu in quel momento che probabilmente capì di cos'era fatto il mio passato, così abbassò la voce e parlammo con più calma. Non mi disse nulla al riguardo, non fece nessuna domanda, però notai il cambiamento del suo tono e a quel punto non c'era bisogno di chiedergli nulla, era palese che avesse capito tutto. Risolvemmo nel giro di due ore e mi portò a cena fuori, mi pregò di vestirmi carina, cosa che non volevo proprio fare, e mi convinse alla fine, con uno dei suoi sorrisi-fossette. <<Cosa guardi?>>, mi chiese ad un tratto, eravamo in volo da almeno tre ore e non avevo accusato il decollo grazie alle sue parole, mi aveva distratta apposta e da lì in poi, ero più tranquilla, così tanto che avevo acceso il monitor e scelto un film da guardare, per smorzare il peso delle ore che dovevamo passare su un aereo. <<Non dirmi che non l'hai mai visto!>>, esclamai scioccata dal suo commento, non era possibile insomma chi non aveva visto almeno una volta nella vita, i "Pirati dei Caraibi"? Tra l'altro c'era quel gran figo di Johnny Depp, assurdo.

 <<Ehm è un male?>>, <<certo che lo è, sono i Pirati dei Caraibi Thomas, non puoi non conoscerli>>, continuai sconcertata, ero follemente innamorata di Johnny e soprattutto di questa saga, avevo visto ogni film almeno mille volte ciascuno, era un po' come Harry Potter per chiunque. <<Ok ma non agitarti, che ne dici se lo vedo insieme a te?>>, non era possibile perché avevo già rivisto il primo "la maledizione della prima luna" e avevo iniziato da mezz'ora il secondo. Misi stop al film, per non perdermi neanche mezza battuta o scena e prestai tutta la mia attenzione a Thomas che era spaventato dalla mia reazione. <<No, sono al secondo film e tu non conosci neanche il primo; quindi, adesso io lo rimango stoppato mentre tu recuperi il primo film e la prima mezz'ora del secondo>>, e non avrei accettato un "no" come risposta, probabilmente lo capì siccome subito si mise alla ricerca del film senza dire una parola, bene, meglio per lui e la sua incolumità. <<Abbiamo abbastanza tempo per vedere l'intera saga, preparati amore sono cinque film in totale>>, con uno sguardo a dir poco rassegnato e sconsolato, annuì e iniziò a guardare con molta attenzione per giunta, il primo film. 

All is lost.🌚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora