14- Un osso duro.

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DAMON

<<Damon non avrai nessuna chiave da me, se non accetti prima di portarmi con te>>. Ero stato paziente, lo potevo giurare, avevo mantenuto la calma come mai avevo fatto prima, ma poi le cose erano un po' esagerate. Diciamo che Hope era famosa per essere così fastidiosamente insistente, così tanto che a un certo punto avevo perso la calma e semplicemente le ero saltato addosso. Non fraintendetemi, non abbiamo fatto niente e non avremmo potuto neanche pensarci, siccome Hope era diventata una pazza psicopatica da cinquanta minuti almeno. Ciò che aveva scaturito in lei questa reazione, era stato il mio gesto, un po' avventato forse, ma non avevo molta scelta. Quando avevo detto che le ero saltato addosso parlavo sul serio, non stavo scherzando. Avevo approfittato di un momento tranquillo tra noi, per avvicinarmi a lei e prendere la chiave della mia camera, che si trovava beh... In un luogo interessante. Per recuperare la chiave, infatti, ero stato costretto a mettere le mani nel suo decolté e ora ero vittima delle conseguenze di questo. Avevo aperto la porta al momento giusto, proprio quando Hope mi aveva lanciato addosso tutti gli utensili più pesanti che aveva trovato in giro nella mia camera. Una volta usciti, ero andato verso l'ingresso con la mia valigia intento a prendere a qualunque costo quel volo da solo; quindi, aveva pensato bene di afferrare la statuetta di Buddha che avevo ricevuto in regalo durante uno dei miei viaggi di lavoro in Tailandia e lanciarmela addosso. Il cliente che mi regalò la statua mi disse che regalarne una voleva dire fare dono di pace, coraggio e amore verso tutti gli esseri viventi. Non ero mai stato particolarmente credente, non credevo nemmeno nella mia fede, ma ci fu una risposta anche per questo mio aspetto. Rispose che non pretendeva che credessi in quella fede, nemmeno il buddhismo lo pretendeva, semplicemente voleva dare alla mente delle persone tre doni che sarebbero stati fondamentali nel loro percorso di vita. <<Potevi rompere qualsiasi cosa, non me ne sarebbe fregato nulla, ma quella statuetta non avresti dovuto toccarla>>, ero affezionato al simbolo di Buddha, mi piaceva tornare a casa e vedere quella statuetta sul ripiano nell'ingresso. <<Così impari la lezione caro mio, non ti conviene metterti contro una donna, ancor meno metterti contro una madre>>, camminò sui cocci distrutti sul pavimento e con aria soddisfatta, andò in camera sua. Philip ed Elisabeth si godettero la scena in silenzio, mentre erano vicino al termosifone a sorseggiare della cioccolata calda. 

<<Cos'hai fatto per farla infuriare così tanto da distruggere ogni oggetto di casa tua?>>, mi chiese Beth tra un sorso e l'altro, <<ho messo le mani nel suo seno per poter recuperare la chiave della mia stanza, visto che ci ha chiusi dentro per non farmi partire>>. Avreste dovuto vedere la faccia di Philip, era così turbato da ciò che avevo detto, da dimenticarsi che la cioccolata calda era bollente e si ustionò. Vidi Philip correre verso il lavandino e sputare la cioccolata mentre aveva il rubinetto aperto per bere dell'acqua fresca e riacquistare la sensibilità della lingua, per poco non risi. <<Non sono cose da dire in presenza di suo padre, disgraziato che non sei altro!>>, giuro di non aver sentito mai Philip parlare in questo modo. <<Oh andiamo, secondo te come li ho fatti due gemelli con tua figlia? Giocando a 'sasso, carta, forbici'?>>, Philip spalancò gli occhi e venne verso me, mentre Elisabeth si gustava la scena nel vero senso della parola. <<È diverso! I bambini li avete fatti quando stavate insieme ed era più che logico che tra voi ci fosse intimità, ma ad oggi siete due sconosciuti e non hai la stessa confidenza di prima con mia figlia! Quindi tieni le mani al proprio posto>>, caspita, l'aveva presa proprio sul serio. <<Cosa dovevo fare secondo te? Mi teneva in ostaggio perché vuole venire in Italia e sa bene che io lì non c'è la porto>>, <<prima di tutto ne parlavi con lei, non mettevi le mani dove non devi metterle. Secondo, è la madre e ha tutto il diritto di preoccuparsi per i suoi figli e quindi voler andare da loro ad ogni costo. E terzo, sappiamo entrambi il motivo per cui non vuoi che lei venga con te in Italia ed è inutile negarlo, tu hai paura di perderla ulteriormente e che tornando in Italia, scelga di restare. Ti dirò una cosa, non è facendo l'egoista che riuscirai a tenertela stretta e a recuperare ciò che hai perso in tutto questo tempo, con lei. Devi lasciarla andare e farle decidere se restare lì o tornare da te, solo lasciandole lo spazio per fare ciò che il suo cuore desidera realmente fare, otterrai ciò che vuoi. Per quanto accettassi la sua relazione e il suo matrimonio con Alessio, non ero mai stato contento di quest'unione e il motivo è più che semplice: Non aveva quella luce di felicità che aveva con te, e sapevo che solo con te, l'avrebbe riavuta. Ma vedi non sarà facile, si è comunque innamorata di lui, si è fidata di lui altrimenti non avrebbe neanche pensato di fare un altro figlio, in questo caso figlia. 

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