HOPE
Damon aveva decisamente perso la testa, probabilmente aveva, negli anni, perso qualche rotella che non era ancora tornata al proprio posto. Ed io dovevo essere più pazza di lui, perché invece che andargli contro e farmi dire almeno dove stessimo andando così di corsa, l'avevo assecondato ed ero partita per una meta sconosciuta, senza pormi poi così tanti problemi. Il motivo? Mi fidavo di lui più di qualunque altro sulla faccia della terra, gli avrei affidato la mia vita nelle sue mani ad occhi chiusi, perché ero consapevole che l'avrebbe trattata come se fosse una pietra preziosa e che soprattutto l'avrebbe difesa a costo della sua vita, perché lui era fatto così, da sempre aveva messo me prima di sé stesso, anche quando, a quanto pare, non ne ero a conoscenza. La storia che mi aveva raccontato in seguito alla mia domanda, mi era entrata dentro, soprattutto dopo aver collegato tutti i pezzi del puzzle ed aver capito finalmente che non era un maniaco, era semplicemente il mio Damon, che aveva iniziato a guardarmi quando nessuno lo faceva. Ero rimasta scossa, era vero che la stessa storia, vista da due punti differenti, poteva diventare qualcos'altro. Guardavo quel ragazzino grassottello, con i capelli più scuri della notte e gli occhi più chiari del giorno, osservarmi da lontano e ogni tanto sorridere, mettendo in risalto l'apparecchio che si poteva benissimo notare, rifletteva la luce del sole. Eppure, ricordo di non aver mai provato paura sul serio, ero incuriosita da quel ragazzino, lo ero sempre stata, pensavo che ci fosse qualcosa di bello a caratterizzarlo, e non mi sbagliavo. Damon era bello come il deserto d'inverno, come il polo nord d'estate, la sua bellezza era contorta, tutto di lui sembrava che andasse controsenso. Ed era bello proprio per questo, ed io ero fortunata ad averlo, nonostante tutto, ancora qui, a un passo dal mio cuore, nel verso senso della parola. <<Prossima domanda?>>, cambiò subito argomento ma feci finta di non notarlo, pensai a cos'altro chiedergli dopo una rivelazione del genere. In realtà gli credevo, in cuor mio sapevo benissimo che fosse vero, che avesse recuperato del tutto la memoria; ciononostante, mancavano ancora chissà quante ore e non avevo alcun cenno di sonno; quindi, dovevo occupare il tempo in qualche modo e poi era bello ripercorrere i nostri passi insieme, da ragazzini a adulti.
<<Il posto più bello dove siamo stati insieme?>>, se avesse avuto veramente la memoria a posto, avrebbe saputo benissimo a cosa mi riferissi. Damon, sorrise immediatamente, come se quel ricordo non fosse poi così lontano, come se l'avesse tenuto vivido quasi con egoismo. <<La casetta sul mare, era il mio rifugio e poi è diventata la nostra stella>>, risposta così dannatamente giusta. Era diventata la nostra stella, perché eravamo stati lì una notte e fu la prima volta che facemmo l'amore, con la luna piena a guardarci, e sotto un manto di stelle, ma la stella più bella, per entrambi, eravamo noi e quella casetta che porterò per sempre nel cuore. Gli sorrisi, fiera che quel ricordo fosse rimasto esattamente dove doveva rimanere, poi decisi di continuare con il nostro piccolo gioco di domande e risposte. <<Bravo, un'altra domanda. Qual è la canzone che hai azionato tu stesso, la sera in cui ballammo sotto le stelle in un parcheggio isolato?>>, ricordavo quella sera come se fosse ieri. Avevamo lasciato Beth e Josh in discoteca da soli, perché Damon mi trascinò fuori e mi disse "balla con me Hope, ti prego balla con me stanotte. Abbiamo un cielo intero ad ammirarci" ed io non potetti rifiutare. Fu una delle serate più belle della mia vita, uno dei nostri momenti magici, ballammo sotto le stelle per chissà quanto tempo e poi prima di riportarmi a casa, guardammo l'alba sorgere e misi da parte le mie paure, raccontandogli uno dei miei più profondi segreti. <<Vuoi ingannarmi piccola Hope? So perfettamente che non si tratta della stessa sera in cui ti portai per la prima volta alla casetta sul mare, ci hai provato>>, l'aveva capito immediatamente che volevo ingannarlo, sì perché poi mi accompagnò davvero a casa e non mi portò alla casetta, in compenso dormì con me. <<Eravamo in discoteca e io non riuscivo a smettere di guardarti negli occhi, brillavano e te lo dissi. Poi preso dall'euforia ti chiesi di uscire fuori con me, andammo alla macchina nel parcheggio dove eravamo praticamente soli e misi "Car's Outside" di James Arthur, non che tuo cantante preferito almeno a quei tempi, ricordo che era appena uscita e già conoscevi le parole a memoria>>. Aveva ragione, era uscita il giorno prima e l'avevo ascoltata così tante volte che ormai la conoscevo perfettamente, dalla prima all'ultima parola.
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All is lost.🌚
RomanceSEQUEL DI "NOTHING IS LOST".🌻 Hope ha deciso di cambiare vita nel momento in cui ha scoperto di essere in dolce attesa mentre, il suo grande amore, non aveva alcun ricordo di lei. Si è trasferita in Italia, ha cresciuto i suoi figli come meglio pot...