HOPE
La conversazione non andò avanti, come aveva predetto Damon, Josh venne a farmi visita. Da quel giorno in poi, le sue maschere erano cadute, non aveva modo per giustificarsi, anche se era solo una piccola parte del puzzle, ce l'avevamo fatta. Non gli dicemmo di essere a conoscenza di tutto, solo della parte in cui lui finge per farci credere che sia Damon il cattivo di questa storia che sperai presto, abbia una fine. Erano passate due settimane, ero stata dimessa due giorni dopo quel giorno, e adesso mi ritrovavo a casa mia, in modo diverso. Visto che sapevamo tutto su Josh, io e mio padre decidemmo di prendere le valigie e andare a dormire in un hotel, cosa che invece Damon non permise. Ci ritrovammo a casa sua, che era casa mia qualche tempo fa. Era esattamente come la ricordavo, non aveva fatto molti cambiamenti. Insomma, ci aveva ospitati e per quanto mi fossi battuta per far sì che non accadesse, era accaduto comunque. Vivevo sotto lo stesso tetto di Damon Parker, e dovevo fingere che mi stesse bene. Mio padre era quello più arrabbiato, soprattutto con sé stesso, a detta sua avrebbe dovuto capire che quell'uomo, mio marito, non fosse un uomo per bene, tantomeno un uomo di cui fidarsi. Ovviamente non avrei mai dato la colpa a lui, infondo me l'ero cercata da sola, l'avevo sposato io, l'avevo amato io e mi ero fidata ciecamente di lui. Forse non ero mai stata brava a scegliere le persone a cui donare il mio cuore, la mia fiducia e la mia vita. Non ero mai stata brava in fatto di uomini, ciononostante, non riuscivo a farmene una colpa. Non ne trovavo il senso, l'amore non era mai stato un modo per sentirsi in colpa, era sempre stato un meccanismo del cuore, difficile da controllare ed io non ne avevo avuto nessun controllo. <<Già sveglia? Sono solo le cinque del mattino>>, come ogni giorno, ero uscita fuori al balcone per osservare l'alba, per guardare il sorgere del sole. La sua voce arrivò d'improvviso alle mie spalle, feci un lieve sussulto, mi aveva spaventata. <<Non volevo farti spaventare>>, aggiunse quando si accorse che l'aveva fatto. <<Non è colpa tua, ero così concentrata che non ti ho sentito arrivare>>, <<comprensibile, su cosa eri concentrata?>>. Mi voltai verso di lui, lo guardai e gli sorrisi. Sembravo sempre una bambina quando parlavo di ciò che mi piaceva, questo aspetto non era mai cambiato.
<<Guarda con i tuoi occhi, non è meravigliosa?>>, si avvicinò e appoggiò le braccia sulla ringhiera, dovette chinarsi per quanto era alto. Mi guardò e sorrise prima di voltarsi verso la fantastica vista che c'era a farci compagnia. <<Si, è proprio meravigliosa>>, rispose a bassa voce, risultò come un sussurro lasciato a mezz'aria. <<E tu perché sei già sveglio?>>, <<non riuscivo a dormire, troppi pensieri mi impediscono di farlo>>. Restai in silenzio, senza sapere cos'avrei dovuto rispondere di preciso, così semplicemente, non risposi. <<Cosa ci vedi di bello in un cielo?>>, fu lui a spezzare il silenzio che si era creato tra noi, ci pensai prima di dargli una risposta sincera. <<Ci vedo la vastità che possiede, i cambiamenti che è in grado di fare nel giro di pochi secondi. Ci vedo i colori tenui che donano serenità, ci vedo la forma delle nuvole che delle volte assume una sagoma precisa. Ecco cosa ci vedo, ci vedo tutto quello che l'essere umano potrebbe fare, ma che certe volte, non è in grado di fare>>, <<la fai sembrare diversa l'alba vista dai tuoi occhi>>. In quel momento mi chiesi come la vedesse lui, mi incuriosì il suo tono, sembrava così affranto quasi. <<Vuoi sapere come la vedo io?>>, mi guardò con la coda dell'occhio e annuii senza dire niente, avrei voluto sapere questo e molto altro ancora di lui, ma sapevo che le mie curiosità, le mie domande, non avevano modo di essere soddisfatte. <<Vedo il sole che nasce per dare inizio a un nuovo giorno, vedo una città che non dorme mai, forse proprio perché ha paura di ciò che potrebbe accadere nel buio. Vedo un vuoto, che non si colma nemmeno con tutti questi colori e vedo le speranze andare in fumo e restare lì come delle nuvole, a ricordarti che se le hai perse, è perché hai fallito>>, sicuramente era stato intenso. <<Wow, hai una visione molto pessimista>>, <<conosco solo quella, da quando sei andata via e hai portato ogni cosa, via con te>>. Sapevo che prima o poi sarebbe fuoriuscito l'argomento, la cosa che non sapevo era che non ero pronta per parlarne e forse non lo sarei mai stata, avevo paura di ferirlo ancora, più di quanto non l'abbia già fatto in passato.

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All is lost.🌚
RomanceSEQUEL DI "NOTHING IS LOST".🌻 Hope ha deciso di cambiare vita nel momento in cui ha scoperto di essere in dolce attesa mentre, il suo grande amore, non aveva alcun ricordo di lei. Si è trasferita in Italia, ha cresciuto i suoi figli come meglio pot...