JOSH
Era tutto perfetto. Avevo Elisabeth al mio fianco, la ragazza che amavo da morire e la donna che amo ancora oggi. C'era lei a tenermi testa, a ricordarmi quanto fossi arrogante delle volte. C'era lei sempre pronta ad aiutarmi, a farmi affrontare quelle cose che non pensavo fossi capace di affrontare. C'era lei a farmi sentire all'altezza della vita, anche se la vita mi aveva portato a prendere una decisione importante e soprattutto che avrebbe avuto ripercussioni sul mio futuro, sul nostro futuro. Undici anni fa era tutto perfetto, fin quando non arrivò quel maledetto incidente in auto, la fine di tutto. Damon e Hope ne avevano passate di cose, belle o brutte che siano, e proprio una di queste aveva messo la parola fine al loro rapporto, alla loro storia. Quando Hope mi chiamò per mettermi al corrente dell'incidente, stentavo a crederci. I miei due migliori amici avevano rischiato la vita. Mi chiesi perché il fato, o chiunque esso sia, si fosse accanito nei loro confronti. Mi chiesi perché non avessero il diritto di vivere il loro amore con tranquillità, senza problemi eccessivi. Erano di routine nel loro rapporto, eppure li avevano sempre abbattuti. Questa volta non fu così. Damon perse la memoria e Hope era spaventata da morire. L'idea che lui non avrebbe mai riacquistato i ricordi, l'idea che lui non avrebbe accettato quella gravidanza senza sapere chi fosse, l'aveva spinta ad andare via. Non ero d'accordo, ero convinto che c'erano tutte le presupposizioni che sarebbe tornata la sua memoria, sarebbero tornati i suoi ricordi. Ma ad oggi, credevo che Hope avesse scelto bene. Hope mi chiese di mollare la presa, prima di andare via, probabilmente immaginava che avrei tentato di fargli tornare la memoria. Mi ritrovai a dover fare una scelta importante su due piedi, prima che andasse via, letteralmente cinque minuti prima che andasse via definitivamente. Le avevo promesso che non avrei fatto niente, che, se fosse tornata la memoria di Damon, non sarebbe stato merito mio. Mantenni la promessa, anche se fingere che andasse tutto bene, con il mio migliore amico, era complicato. Non erano mai tornati i ricordi di Damon, Hope era una nave fantasma per questa città, per lui, per chiunque, lei non era mai neppure esistita. Qualcosa cambiò però, Philip seguì sua figlia e ovviamente Damon non sapeva perché il capo dei "Black Angels" nonché suo secondo padre, fosse scomparso dalla circolazione. Gli dissi una bugia ovviamente, non sapevo cos'altro avrei potuto fare in quel momento, se non continuare a mentire, come facevo già da un mese. Esatto, Damon uscì dall'ospedale dopo un mese dall'incidente, poiché i dottori non si spiegavano come fossero stati del tutto rimossi quei ricordi importanti. Non lo scoprirono, così lo lasciarono libero di proseguire per la sua strada.L'ultima cosa che ricordava era la sua vita con i Black Angels e l'ebrezza di impugnare una pistola. Ricordava i primi momenti passati insieme a me, per il resto, era un foglio bianco, che non sarebbe stato mai più scritto. La perdita di memoria di Damon, comportò un notevole cambiamento nel suo carattere, era cinico e freddo, stronzo e arrogante, era vuoto e senza speranze. Non ricordava neppure di aver ritrovato la sua famiglia, che erano tutti vivi. Ricordava bene però di voler vendicarsi, per questo il più anziano dei Black, aveva dovuto spiegare determinate cose, senza entrare troppo nei dettagli e senza nominare Hope, quel nome era stato cancellato dal momento in cui era salita su quell'aereo. Il tempo era andato avanti, e Damon era diventato un boss, anzi il boss di Los Angeles. Era riuscito a fare cose che mai nessuno aveva fatto prima: Far collaborare i White Angels con i Black. Era stata una mossa azzardata certamente, visto l'odio che c'era tra i due gruppi, ma necessaria per abbattere i Red Angels che erano tornati ad attaccare. Io e Damon non avevamo più quel rapporto stretto, anzi era raro anche che mi salutasse per strada. Ormai era il re di Los Angeles, con tutte le donne ai suoi piedi che gli sbavavano attorno per un briciolo di attenzione, e con tutti gli uomini ai suoi piedi che gli baciavano le scarpe, per non avere problemi. Era temuto, aveva forza e potere. E io ero semplicemente un uomo come tanti altri, che lavorava per una società di fama. Facevo il corriere, precisamente spedivo pacchi Amazon e ne vedevo di tutti i colori, ogni giorno. Dalla signora che apriva con la maschera sul viso, al cane che ritirava il pacco poiché la padrona non poteva farlo lei. Ero un comune mortale e a lui andavano a genio solo le persone ricche sfondate, quelle della sua altezza insomma. Ma direi di venire al dunque. Avevo chiesto aiuto ad Hope, perché avevo una mezza idea di chi avesse rapito Elisabeth, ed ero sicuro che avevo bisogno del suo aiuto e di quello di Philip. Avevo avuto dei problemi con Damon di recente, diciamo che voleva corrompermi, proponendomi una cifra molto elevata di denaro, per fare un lavoretto speciale per conto suo. Avevo rifiutato per dei motivi ben precisi. Il primo era che avrei dovuto prendere un aereo e andare a Milano. Il secondo era che c'erano dei bambini di mezzo, e io non volevo fare loro del male, tantomeno rapirli, spacciarli per figli miei, prendere un ulteriore aereo e portarli da lui. Non mi disse perché voleva quei bambini, disse solo che doveva vendicarsi con un uomo importante, un avvocato se non erro.
Quando rifiutai non fu contento, ma probabilmente perché infondo mi voleva ancora bene, mi lasciò andare e disse che da quel momento in poi, ero comunque in debito con lui. Non pensavo però che questo, avrebbe avuto delle conseguenze e di certo non immaginavo che se la prendesse con lei, con Elisabeth. Lei era speciale per me, era quel caffè caldo la mattina, quell'ombra che ti ripara dal sole troppo caldo, quell'ombrello che ti permetteva di sfuggire alla pioggia. Lei era essenziale per me, e la sua assenza mi faceva imbestialire perché in realtà, mi terrorizzava. Ma forse, quello che più mi spaventava, era perderla senza averle detto quanto la amavo, perderla senza aver risolto i nostri problemi, perderla e averle detto come ultima cosa che lei non valesse niente. Non era vero, lei era tutto, non aveva neppure bisogno di valere, prevaleva su ogni cazzo di cosa e non potevo perderla così, non poteva accadere sul serio. <<Finalmente ci rivediamo>>, Hope e Philip erano appena usciti dall'aeroporto dove li stavo aspettando, non mi aspettavo un saluto del genere dalla mia migliore amica, probabilmente era tesa. <<Si, in effetti non ti vedo da vicino da almeno sei anni>>, le dissi abbracciandola. Sentii i suoi nervi distendersi un po', sapevo che era in pensiero per la sua migliore amica, esattamente come lo ero io. <<Ti sbagli, ne sono sette>>, <<devo aver perso il conto allora ad un certo punto>>, <<già, diciamo che la matematica non è mai stata il tuo forte Josh>>. Che bugiarda, io le davo ripetizioni gratis mentre stavamo insieme al liceo. <<Sei proprio bugiarda Hope, ti devo ricordare che al liceo ero io ad aiutare te in matematica e non solo?>>, <<sta zitto Josh, solo perché ero pigra altrimenti sapevo benissimo farlo da sola>>. <<Bene, ora che ne dite di andare che ne so, magari a casa di Josh?>>, Philip interruppe la nostra conversazione, meglio così o davvero non sarebbe mai finita. Presi la valigia di Hope e la caricai in macchina, suo padre fece la stessa cosa con la propria valigia e salimmo in auto. Philip mi odiava da quando tradii Hope con Elisabeth, erano passati dodici anni circa, ma non gli era mai passato l'odio e non era il tipo che se lo nascondeva. <<Allora, posso sapere perché sono anch'io qui?>>, <<semplice Philip c'è di mezzo la mafia e tu oltre ad essere l'ex capo del gruppo più potente di mafiosi a Los Angeles, conosci anche tutte le strade a memoria>>, Hope che era seduta al mio fianco, mi guardò con una strana luce negli occhi. Forse lei, prima che io dicessi anche una singola parola al riguardo, aveva capito che si trattasse di lui. Mi dispiaceva da morire coinvolgerla e farle fare i conti con un passato turbolento, ma non avevo scelta. Se esisteva qualcuno capace di calmare l'ira di Damon, questa era Hope e anche se lui non si ricordava di lei, sapevo anzi ero convinto che l'avrebbe fatto, una volta che i due si fossero scontrati.
Secondo il mio parere, bastava una scintilla di ciò che erano stati per riaccendere il fuoco di ciò che avrebbero potuto essere ancora.
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All is lost.🌚
RomanceSEQUEL DI "NOTHING IS LOST".🌻 Hope ha deciso di cambiare vita nel momento in cui ha scoperto di essere in dolce attesa mentre, il suo grande amore, non aveva alcun ricordo di lei. Si è trasferita in Italia, ha cresciuto i suoi figli come meglio pot...