HOPE
Aprii gli occhi e sentii un leggero bruciore all'addome, e alla schiena per non parlare del dolore alla testa. Misi a fuoco subito la stanza e fin da subito capii dove mi trovavo. <<Nel film dicono tutte sciocchezze, non è vero che è difficile svegliarsi dopo uno svenimento, e non è vero che non si capisce dove ci si trova. Insomma, sono svenuta ma non ho perso la testa, capisco che sono in ospedale!>>, si erano state quelle le mie prime parole dopo essermi svegliata, pensai che mio padre avrebbe voluto uccidermi sul serio questa volta, <<ci hai fatto preoccupare Hope, non farlo mai più!>>. Philip si avvicinò al mio letto e si sedette accanto a me, mi accarezzò in viso dolcemente, era visibilmente preoccupato, spaventato quasi. <<Sto bene papà, scusa se ho avuto paura e ho agito d'istinto, ferendomi d'altronde>>, ripensai a cos'avevo fatto e una lampadina si accese nella mia testa, <<oh Josh perdonami! Ti ho rotto l'auto e me ne accorgo solo adesso, ti prometto che pagherò io i danni, visto che è colpa mia è il minimo>>. Josh che era poco più distante per lasciarci il nostro spazio, si avvicinò anche lui che con un piccolo sorriso stampato in faccia, <<non importa, l'auto si può riparare ma tu hai rischiato grosso, ti avevo detto di non farlo per il tuo bene ma hai la stessa testa dura di tuo padre>>. Mio padre lo guardò storto, ma quando si girò nella mia direzione, aveva un sorrisetto furbo che gli contornava il labbro, <<ha proprio ragione, sei identica a me e ne vado fiero sia chiaro, ma non voglio dargli ragione ok?>>, scoppiai a ridere per il modo in cui l'aveva detto, poi annuii e si allontanò di nuovo. <<Ora possiamo parlare? La ragazza è sveglia a quanto vedo>>, una voce s'intromise tra noi bruscamente, quella voce. <<Che ci fa lui qua? È venuto per finire il suo lavoro?>>, urlai più del dovuto siccome una fitta alla testa mi pervase, mi portai una mano alla testa d'istinto. <<Devi stare tranquilla o il dolore alla testa diventerà più forte di adesso e meno sopportabile. Non sono qui per ucciderti se è questo che pensi>>, non mi fidavo di lui, non dell'uomo che era diventato. Ma qualcosa mi convinse a credergli almeno in parte, soprattutto quando mi guardò negli occhi, quegli occhi che avevo sempre saputo leggere, ad oggi forse non erano più luminosi come un tempo, ma erano leggibili allo stesso modo. Sembrava sincero, ma se non voleva uccidermi allora cosa voleva da me? Perché venire in ospedale con me?
<<Sono più che tranquilla grazie, ora se non ti dispiace voglio parlare da sola con mio padre>>, lo fulminai con lo sguardo anche se probabilmente il mio aspetto incuteva tutto meno che timore. <<Si mi dispiace mora, perché non sono venuto fin qui per essere sbattuto fuori da una ragazzina>>, odiavo quel soprannome, l'avevo sempre odiato ma l'odiavo soprattutto ora che ero una donna. <<Non chiamarmi più ragazzina, bastardo californiano! Sono una donna e in quanto tale pretendo del rispetto da te, soprattutto se vuoi essere rispettato>>, sbottai come non lo facevo da tempo ormai. <<Lei pretende rispetto da me? Assurdo>>, fece una risata sarcastica e inquietante a tratti, prima di riprendere la parola, <<sai chi sono io? Sei tu che devi portarmi rispetto e non solo perché sei una donna, ma perché sei una donna qualunque della California, e in quanto tale, non vali niente>>. Ok di solito avrei cercato di mantenere la calma con tutta me stessa, soprattutto perché avrei paura di finire con una pallottola nel cervello, ma questa volta la rabbia che sentivo crescere in me, m'impediva di ragionare, di essere razionale. <<Ascoltami bene re di questo cazzo, posso anche essere una donna qualunque della California, certo ce ne sono tante altre oltre me, ma ti dirò una cosa. Per me tu conti meno del mondo intero e non ho paura di un boss da quattro soldi che non sa nemmeno portare rispetto, oltretutto di un boss maschilista. Quindi ti consiglio di moderare i termini con me perché, se le altre si zittiscono e magari dopo appagano il tuo piacere, io non sono come loro. Io parlo quando cazzo mi pare e dico ciò che voglio, indipendentemente che sia tu o qualsiasi altro uomo del tuo basso livello. Io zittisco te e del tuo piacere, non me ne può fregare di meno, tutto chiaro?>>, sentii un sollievo nel lasciare fuori tutta quella rabbia, tant'è vero che sospirai, come se avessi trattenuto il respiro per un bel po' di tempo. <<Ora vuoi fare la girl power? Ma smettila, non hai avuto neanche le palle per restare in California, a casa tua, sei scappata come una vigliacca e sei andata in Italia. Mi dici che sono un bastardo californiano, beh tesoro la prima bastarda californiana sei tu. Dov'è finito il tuo coraggio undici anni fa eh? Dove l'avevi lasciato? Sei ridicola Hope, davvero ridicola>>. Le sue parole mi zittirono per un istante, poi ripensai a tutto ciò che avevo passato e di colpo, ritornò la rabbia.

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All is lost.🌚
RomanceSEQUEL DI "NOTHING IS LOST".🌻 Hope ha deciso di cambiare vita nel momento in cui ha scoperto di essere in dolce attesa mentre, il suo grande amore, non aveva alcun ricordo di lei. Si è trasferita in Italia, ha cresciuto i suoi figli come meglio pot...