53- La forza di Philip.

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ELISABETH

Non ne avevamo mai parlato, almeno non fino a quel momento in cui l'ultimo dei nostri pensieri, era volere un figlio. Non ero sicura di cosa dover provare all'idea, un po' mi terrorizzava e un po' mi sarebbe piaciuto mettere al mondo un esserino mio e di Thomas, era ciò che la me adolescente aveva sognato tante volte. Eppure, il modo in cui l'aveva detto, così naturale e puro, mi fece rendere conto che non era solo il sogno di una stupida ragazzina innamorata del fratello della migliore amica, era la realtà il che faceva ancora più paura. Perché i sogni potevi gestirli, modificarli a tuo piacimento e quando ti faceva paura sognare in grande, potevi semplicemente svegliarti, mentre la realtà non era gestibile. E se non ero fatta per fare la mamma? Se non ero in grado di crescere un bambino? E se, cosa ancora più paurosa, non potessi avere dei figli? Infondo che potevo saperne, non avevamo mai tentato di averne uno, né con Josh, né con Thomas. Era una realtà che credevo ancora lontana e non mi aspettavo che invece, per lui, fosse così vicina. <<Se non vuoi avere figli non è un problema>>, aggiunse scrutandomi, probabilmente non sembravo molto contenta dell'argomento, l'avevo deluso, lo vedevo dalla sua espressione. <<Non è questo Thomas, non so se sono in grado di fare la madre anzi non so se posso effettivamente avere dei figli>>, ero tranquilla, infondo parlarne era sempre la scelta migliore in una coppia, d'altronde anche lui era calmo, eppure mi sembrava così deluso dalla mia risposta che mi venne voglia di tornare indietro nel tempo e dirgli che l'avrei voluto più di qualsiasi altra cosa al mondo. <<Elisabeth, tu che ne sai se non hai mai fatto una visita? Almeno ci hai provato con Josh ad avere un bambino?>>, mi chiese con un pizzico di gelosia, sapevo che la storia che avevo vissuto con lui non gli stesse molto a genio. <<No, non ho mai provato ad avere un bambino con nessuno>>, ammisi e gli spuntò un sorriso, quasi soddisfatto di essere l'unico con cui effettivamente, vorrei provare ad avere quest'immenso onore di diventare mamma. <<Bene, quindi non è sicuro che non puoi averli, semplicemente sei sempre stata attenta visto che non volevi restare incinta. Dunque, se vorrai un giorno, Elisabeth Brown, potremmo provare>>, mi prese la mano e mi diede un tenero bacio sul dorso, mi strappò un sorriso.

<<Sì, potremmo provare>>, acconsentii baciandolo, sapevo che era da sempre ciò che volevo, avere un figlio con il mio Thomas, ma allo stesso tempo, temevo di non essere capace di fare la madre, di prendermi cura di un bambino ventiquattro ore su ventiquattro. <<Non è il caso di pensarci adesso comunque, dobbiamo aiutare Damon a trovarla>>, per quanto mi piacesse immaginarmi in un futuro con un piccolo Thomas, non era giusto pensarci in quel momento, la mia amica poteva rischiare la vita, ancora una volta e non potevamo essere così egoisti da pensare al nostro avvenire. Avremmo avuto tutto il tempo del mondo per pensarci, una volta trovata Hope. <<Lo so che non è il caso, è mia sorella Beth, anche io sono preoccupato>>, aveva ragione, non avevo messo in conto quanto dovesse soffrire per tutto questo. Non solo sua sorella era in pericolo, ma era stata proprio sua madre a mettercela, e sapevo che Thomas non l'avrebbe mai perdonata per aver fatto una cosa del genere. <<Dove pensi che l'abbia portata? Insomma, tua madre è sempre stata a Los Angeles, come può conoscere Napoli?>>, probabilmente ci stava ancora sfuggendo qualcosa, qualche particolare che sarebbe stato fondamentale sapere. In effetti, anche se Samantha fosse viva e si stesse nascondendo qui, Stephanie come poteva esserne a conoscenza? Era vero che le notizie volavano, ma queste erano arrivate un po' troppo lontano. <<Non lo so, probabilmente ci ha mentito. Infondo, l'aveva fatto prima di autoinvitarsi a cena a casa nostra, credi che non potrebbe mentirci su qualcos'altro?>>, <<è proprio quello che temo Thom, se non è la prima volta che si inventa qualcosa, potrebbe essere che in realtà si sia coalizzata con Samantha, infondo erano migliori amiche>>. Sentii dei passi arrestarsi alle mie spalle, riconoscevo il suono di quei passi decisi e forti, era Philip. <<Davvero credi che Samantha sia capace di far rapire sua figlia? Non la conosci Elisabeth, era la donna più buona del mondo, non avrebbe mai fatto una cosa del genere a sua figlia. Non è come Stephanie, non lo è mai stata>>, la sua risposta confermò la mia teoria, era proprio alle mie spalle e aveva sentito tutto.

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