HOPE
Le cure di mio padre stavano procedendo bene, anche a distanza di chilometri dai medici che l'avevano seguito fino alla nostra partenza. Fortunatamente avevamo un aggancio a Napoli, un dottore di cui fidarsi era vitale per me, e il medico che mi avevano indicato, il dottor Ruggiero, qui era conosciuto per la sua professionalità e bravura nell'abbattere quel mostro che purtroppo aveva preso anche mio padre. Philip Johnson in ogni caso non era l'uomo che si mostrava fragile, sembrava che non soffrisse alcun male, ma io lo conoscevo e sapevo che quel mezzo sorriso di circostanza, era segno che avvertiva qualche dolore e che non volesse farlo sapere ai bambini o a me. Mi ero arrabbiata tantissimo con lui, non capivo come avesse potuto nascondermi una cosa del genere, a me che non avevo nient'altro, se non lui. Potevo capire la sua paura, il suo timore e il suo senso di protezione, ma le bugie o le verità nascoste, non ti portavano mai lontano, in ogni caso ero riuscita a metterci una pietra sopra e non appena era fuori pericolo per la ferita del proiettile, avevo parlato con il dottore con cui a mia insaputa, si stava curando. Era stato un colpo tosto da sopportare, non volevo perdere l'ultimo genitore al quale abbia mai voluto bene, la persona che mi era stata vicina nei momenti peggiori della mia vita e che mi era sempre stata accanto, prendendosi anche cura dei miei figli, quando io non ero in grado di farlo, o semplicemente non avevo il tempo per farlo, troppo impegnata con il lavoro dei miei sogni che, ancora una volta, avevo messo del tutto da parte. <<Allora dottore, come intende procedere?>>, eravamo arrivati da circa due ore in ospedale, e finalmente eravamo riusciti a farci ricevere dal dottore, gli ospedali di queste parti erano diversi, molto più affollati e pieni di frastuono che non era di certo d'aiuto per chi soffrisse di emicrania come me.
<<Il tumore del paziente Johnson è complicato signora. È stato operato già da quel che vedo dalle cartelle, inoltre mi sono sentito con il medico che lo seguiva a Los Angeles e mi ha spiegato l'intervento che ha subito. Ora, visto che è già stato sottoposto all'intervento e che il tumore si è ridotto, dobbiamo procedere con la chemioterapia e sperare che questo basti ad eliminare quel pezzetto rimasto>>, detto da lui sembrava un gioco da ragazzi, ma sapevo che non era per niente così. <<Perfetto, quando iniziamo allora?>>, mio padre mi tolse le parole di bocca, se c'era anche una minima possibilità che questo potesse sconfiggere del tutto la sua malattia, be' tanto meglio iniziare subito. <<Bene, oggi è martedì quindi direi che possiamo iniziare venerdì, ho un posto libero>>, annuii e salutammo il dottore prima di andare via. In macchina, prima di partire, mi presi un attimo per riflettere su tutto ciò che il dottore ci aveva spiegato durante la piccola visita che gli aveva fatto. Il dottor Ruggiero aveva detto che la chemioterapia a cui dovrà sottoporsi mio padre, consisteva nel somministrare una o più sostanze che erano capaci di aggredire le cellule tumorali, che generalmente si moltiplicavano più rapidamente rispetto alle normali, facendo in modo che man mano esse vengano eliminate. Era un processo lungo e complesso e poi c'erano delle conseguenze, come la perdita di capelli, l'abbassamento delle difese immunitarie, il vomito, la diarrea e l'infiammazione in bocca erano solo alcuni dei sintomi che avrebbe potuto riscontrare. Non ero pronta al vederlo soffrire in quel modo, ma dovevo pensare che poteva soffrire anche peggio di così, poteva morire. Dovevo farmi forza e affrontare questa cosa con lui perché per nessuna ragione al mondo l'avrei abbandonato in queste condizioni. <<Possiamo andare?>>, mi osservò attentamente, mentre ero persa nei miei pensieri e guardavo il volante come se fosse quel tumore, l'avrei preso a cazzotti e lo feci con il volante che di colpe non ne aveva.
<<Lo prendo come un no>>, l'avevo sentito dire a bassa voce, mentre continuavo a sfogare l'uragano di emozioni che avevo dentro, su quel povero pezzo della mia amatissima macchina. Mi afferrò i polsi e mi impedì di continuare a infrangere pugni sull'auto, mi guardò in silenzio per quella che forse era stata un'eternità, per poi esordire con, <<puoi farti male>>, come se fosse l'unico motivo per cui mi aveva fermata. <<Non posso fare finta di niente papà, ti ho ritrovato undici anni fa, non per perderti undici anni dopo>>, solitamente ero abituata a fare finta che le cose andassero bene e ad andare comunque avanti, ma questa volta non potevo farlo, non ero in grado di fingere contro un male invisibile che l'avrebbe distrutto davanti ai miei occhi, un male che non mi avrebbe mai dato l'opportunità di fare qualcosa. <<Hope non devi pensarla così tesoro, credi che per me sia facile andare incontro a questa cosa? Non lo è, ma la vita mi ha insegnato che di fronte alle difficoltà si deve stringere i denti e andare avanti, affrontando ciò che ci ritroviamo sul percorso. È arrivato il momento di affrontare questa malattia e non è detto che porrà fine al mio percorso, ma se fosse così, sappi che non sono spaventato, la morte mi avrebbe fatto paura solo se non ci fosse stata tua madre Samantha ad aspettarmi. Mi dispiacerebbe solo non riuscire a portarti all'altare dall'uomo che ti ama davvero, proprio come io amo tua madre, mi dispiacerebbe non assistere alla vostra felicità che avreste guadagnato con grande fatica, mi dispiacerebbe non crescere i tuoi bambini come se fossero i miei tesori preziosi da custodire. Non devi preoccuparti per me Hope, sei circondata dall'amore e potrò anche mancarti ma starai bene perché è così che andrà a finire, andrai avanti e io sarò accanto a te ad ogni passo, sempre>>, voleva farmi abituare all'idea di perderlo? Non saprei decifrare le sue intenzioni con questo discorso ma non riuscii a trattenere le lacrime; quindi, piansi liberamente e mio padre mi asciugò le lacrime con il palmo della mano, proprio come un padre farebbe con la figlia appena caduta dalla bici. Solo che io non ero caduta dalla bici, ero caduta dal mondo ed ero sprofondata in un buco nero, la sola idea di perdere il mio pilastro, il mio punto di riferimento, mi uccideva dentro. <<Non voglio papà, non voglio nemmeno pensarci.
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All is lost.🌚
RomanceSEQUEL DI "NOTHING IS LOST".🌻 Hope ha deciso di cambiare vita nel momento in cui ha scoperto di essere in dolce attesa mentre, il suo grande amore, non aveva alcun ricordo di lei. Si è trasferita in Italia, ha cresciuto i suoi figli come meglio pot...