«Qui devi correre più che puoi per restare nello stesso posto, ma se vuoi andare da qualche parte, devi correre almeno il doppio.»Chloe
«Andiamo, datti una mossa.»
Tonya credeva ingenuamente di incoraggiarmi con la sua voce cinguettante, ma la verità era che con quelle scarpe riuscivo a malapena a tenermi in piedi. Per questo avevo passato la mattinata a osservare i miei moon boots da seduta invece che dall'alto di una pista, intenta a sciare.
Figuriamoci se io e Tonya potevamo essere anche lontanamente simili in una sola cosa.
«Io faccio surf, di solito», le ricordai.
Avevamo lasciato gli sci e il resto dell'attrezzatura al guardiano del posto in cui li avevamo presi in affitto e ora che tornavamo allo chalet, di nuovo a piedi, non avevo più le forze nemmeno di trascinarmi sulle mie stesse gambe.
«Non l'ho mai fatto, ma sono sicura che ti batterei anche in acqua.»
Tonya aveva passato tutta la mattinata e il pomeriggio seguente a sciare senza sosta insieme a Marla, nemmeno le mie preghiere erano servite a convincerle a prenderci un attimo di pausa per fare altro. Quindi avevo tentato a fatica di seguire le lezioni per principianti, ma anche i bambini avevano iniziato a prendermi in giro e così avevo mollato all'istante l'idea di sciare.
Una cosa di cui molti sono convinti è che all'inferno ci siano temperature elevate e che le anime in fiamme che vengono torturate siano la causa del caldo incessante, in realtà questo è un luogo comune. Infatti, l'inferno dantesco viene descritto come di un gelo infinito causato dalle ali di Lucifero che sbattono in continuazione, senza sosta.
Mi trovavo decisamente d'accordo con questa versione dei fatti. Da quando ero arrivata nella Devil's Head, il mio naso aveva già sanguinato una volta a causa delle temperature troppo basse. E proprio di fronte a Hyade.
Se ripensavo al modo in cui i suoi occhi erano rimasti magnetizzati dalla macchia scarlatta che era scivolata fino al suo pollice sentivo il calore del paradiso scorrermi dentro, non avrei mai dimenticato il modo in cui incurante si era avvicinato il dito alle labbra e ne aveva succhiato via il residuo senza indignazione.
Un gesto così inusuale, ma intenso. Un gesto che mi aveva tenuta ancorata a lui e al ricordo delle nottate passate insieme.
Se pensavo al paradiso, be', di quello non sapevo molto. Ma me lo immaginavo caldo e luminoso.
Nulla a che vedere con il panorama che mi circondava.
Certo, non potevo negarne la bellezza. Persino dentro di me, che odiavo il freddo con tutta me stessa, si accendevano emozioni contrastanti tutte le volte che nel guardare l'orizzonte vedevo l'inverno nel pieno della sua fioritura.
Ma in fondo, l'unico pensiero che riusciva a farmi sopravvivere a quel posto era la convinzione che sarebbe presto arrivato il clima giusto, capace di contrastare tutta quella neve. Per ogni inverno c'è sempre la sua estate.
«Ce l'hai fatta, era ora.» Mi riprese di nuovo Tonya quando finalmente varcai la soglia della porta d'entrata.
Mi lasciai avvolgere dal calore dei riscaldamenti già accesi e il sollievo che provai al solo pensiero che non avrei più dovuto rimettere un solo piede fuori fino al giorno seguente mi causò un tremolio piacevole. Immediatamente mi accorsi anche del buon odore che invadeva lo chalet.
«Mi vado a fare una doccia.» Disse subito, abbandonandomi sola nell'atrio e salendo le scale con la sua tipica energia.
Io invece me la presi con calma, mi tolsi il giaccone e lo lasciai sull'appendiabiti. Poi abbandonai le mie cose poco lontano e mi decisi a seguire la scia dolciastra che proveniva dalla cucina.
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Dance of Bulls
Romance"Ci sono ben diciotto ragioni per cui lo chiamano il Minotauro." • VINCITORE WATTYS 2020 DISPONIBILE IN LIBRERIA E SU AMAZON