Chloe
Al ritorno da Los Angeles, Marla si trasferì ufficialmente a casa nostra e Hyade fece altrettanto insieme alla gattina, accampandosi nella mia stanza con tutte le sue felpe extralarge e riempiendo il mio bagno con il suo spazzolino e tutti i suoi prodotti da uomo di cui semplicemente non mi ero preoccupata, oltre che della lettiera.
Ed era stato bello avere tutti e tre a casa nostra, io e papà avevamo iniziato a sentire una certa familiarità anche in quella casa a Chicago, nonostante lui e il gatto non potessero stare poi così vicini se non per quelle volte in cui si trovavano in giardino, e tutto sembrava iniziare ad avere un punto giusto verso cui proiettarsi. Inoltre, dormire con Hyade tutte le notti, mentre avevo l'occasione di accarezzargli i capelli con la mia mano ingioiellata di un unico anello che teneva incastonato un diamante verde, era diventata una routine a cui avevo presto iniziato ad abituarmi.
Così, mentre iniziavano i playoff e i Taurus si preparavano ad affrontare la prima serie di gare contro l'ultima squadra arrivata in classifica, io iniziavo la chemioterapia.
Il dottor Jenkins mi aveva seguita dal primo istante e si era premurato di fare tutti gli accertamenti e di creare una tabella di iniezioni di farmaci e di dosi, rassicurandomi sul fatto che avrei potuto continuare a stare a casa finché gli effetti collaterali non avessero iniziato a manifestarsi in modo eccessivo.
Era stato bello all'inizio credere che le cose sarebbero andate bene, con Hyade e i ragazzi che avevano già portato a termine un paio di sweep con due squadre differenti, mentre io arrivavo a fine giornata stanca solamente quando si trattava di essere stata in ospedale per quel paio di ore. Mio padre, Marla, Tonya e Hyade si alternavano ad accompagnarmi in base ai loro impegni, spesso venivano anche tutti e quattro insieme e restavano in sala d'attesa ad aspettare che io terminassi la mia dose di medicinali.
Era evidente dai loro sguardi che avevano paura di quale piega avrebbe potuto prendere la situazione, ma io avevo ormai smesso di averne, perché sapevo che in ogni caso non avrebbe fatto altro che pesare inutilmente sulle mie spalle e mi ero quindi decisa a tentare di mantenere il mio aspetto il più rassicurante possibile di fronte ai loro occhi e di non buttarmi immediatamente sotto una prospettiva negativa.
Quando all'inizio avevo dovuto annullare l'appuntamento dall'estetista, per via del fatto che i peli sulle mie gambe non erano proprio ricresciuti, avevo anche provato una certa soddisfazione per essermela scampata da una tortura tanto effimera come quella della cera, ma poi l'anello al mio anulare aveva iniziato a ruotare di sua spontanea volontà quando le mie dita si erano fatte più sottili e quando a volte mi ritrovavo a correre verso il bagno per rimettere tutto quello che avevo mangiato durante la giornata, mi dispiaceva vedere Hyade interrompere qualsiasi cosa stava facendo per venirmi ad aiutare, spesso anche nel pieno della notte mentre dormiva.
Era stata una di quelle tante notti, forse dopo una delle poche partite dei playoff a cui avevo avuto modo di assistere, che mentre Hyade mi teneva i capelli, ancora sempre disordinati, per permettermi di accovacciarmi sul water e liberarmi, una ciocca gli era rimasta stretta tra le dita.
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Dance of Bulls
Romance"Ci sono ben diciotto ragioni per cui lo chiamano il Minotauro." • VINCITORE WATTYS 2020 DISPONIBILE IN LIBRERIA E SU AMAZON