16. Euforia

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Chloe

Il luna park aveva iniziato ad affievolirsi e a silenziarsi attimo dopo attimo, lasciandoci sommersi nelle nostre risate e tra le luci di quei pochi giochi ancora rimasti accesi. Probabilmente era più tardi di quanto fossi abituata a fare, ma il fatto che mi stavo divertendo aveva influenzato gravemente sul mio bisogno di tornare a casa che era improvvisamente scomparso.

Poggiai distrattamente la mano sul braccio di Hyade, mentre mi sorreggevo su di lui per ridere all'ennesimo aneddoto raccontato da James, che chissà perché ci ritrovavamo sempre tutti in cerchio ad ascoltare attenti. Ero così trascinata dalla risata da ritrovarmi a lacrimare e a dover cercare di tenermi la pancia.

Hyade però si irrigidì e lo notai perché mi fu difficile non sentire il muscolo pomparsi sotto la mia presa, facendomi trasalire all'idea di quanto fosse allenato. La mia risata si interruppe, affievolendosi in un leggero sorriso, nonostante James e la sua storia sulla sua amica Jude fosse esilarante, facendo quindi ridere tutti. Ma io mi ritrovai presto ad alzare lo sguardo al mio fianco, portandomi ad incontrare gli occhi verdi di Hyade che erano già puntati su di me.

Trattenni il sorriso sulle labbra, mentre Tonya si univa a James in un numero sul carosello che diceva di aver visto su una serie televisiva e che poteva tranquillamente replicare se James l'avesse accompagnata, ma erano entrambi troppo brilli per riuscirci e io ero troppo presa da Hyade per rendermene conto. Lasciai andare la mia presa su di lui, perché realizzai che fosse inopportuno il modo in cui mi ci ero aggrappata, quasi istintivamente.

Lui liberò le sue fossette e mi fermai a guardare come si incavassero dolcemente nelle sue guance morbide, «non credo che Tonya ce la faccia a guidare» si era avvicinato Zack cautamente, lanciando un'occhiata alla ragazza che evidentemente aveva bevuto troppo anche solo per ricordare come si girassero le chiavi.

«Non fa niente, guido io» scrollai le spalle, trovando la soluzione migliore.

Ma quando alzai lo sguardo per trovare l'approvazione del ragazzo, tutto ciò che vidi furono lui e Hyade scambiarsi un'occhiata loquace. «Chloe, ci saranno almeno tre pattuglie per la strada di ritorno, ti leverebbero la patente senza pensarci due volte» fu Zack a parlare, ma sapevo che Hyade si stesse accordando mentalmente con lui.

«Non mi sembra che per voi ci sia lo stesso problema» incrociai le braccia al petto, sentendomi trattata come una bambina per via di quel loro modo improvviso di infierire.

Fu Hyade questa volta a sospirare e a dar finalmente voce ai suoi pensieri. «Scherzi, vero? Lo sai che qui, appena ci vedono, ci chiedono una foto e un autografo?»

E mi resi conto che avessero ragione, estremamente ragione. «Beh, non posso chiamare mio padre per dirgli di tornare a prendermi, quindi credo proprio che ce lo faremo andare bene» tentai di impormi.

«Il coach ci ammazzerebbe» rispose Hyade.

«Mio padre non è così apprensivo, smettila di dirlo» ed era vero, ma era anche vero che non mi fosse mai capitato prima di quella sera di ritrovarmi a dover guidare dopo ben tre cocktail e anche se stavo bene, non si poteva dire che fossi nel pieno della mia lucidità.

«Chloe...» mi richiamò Zack, allungando l'occhio su Tonya che realizzai stesse decisamente troppo male persino per stare composta, sarebbe stato difficile anche solo tenerla ferma sul sedile del passeggero.

«Okay. Va bene» mi arresi. «Qual è il piano?»

«Posso guidare io la macchina di Tonya fino a casa sua, tanto sono venuto con Hyade quindi poi lui potrebbe riportarci entrambi» propose Zack e mi sembrò un piano ben elaborato; quindi, annuii consapevole che fosse la cosa migliore.

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