Chloe
La pelle ruvida e tesa di Hyade si era ammorbidita sotto il mio tocco, mentre tremante avevo stretto più forte le sue spalle e l'incavo del suo collo e l'avevo guardato negli occhi.
I capelli ricci gli ricadevano ancora indomati, mentre le fossette sul suo volto mi facevano tornare alla mente ricordi di una serata passata e l'impellente bisogno di affondarci con tutta me stessa dentro tornava a farsi sentire.
Poi il suo sorriso si spense e la sua mano si trascinò tra i miei capelli a tirare via dal mio volto una ciocca di troppo, cautamente e bisognoso. «Sei sicura?» si inumidì le labbra.
«Sì. È questo che siamo, no? Solo questo» e le parole mi erano morte in gola: un cimitero di sentimenti inespressi.
Mi ero concessa di sorridere, di pensare a quello che eravamo e non a quello che avremmo potuto essere, mentre lui, ancora, si inumidiva le labbra con la lingua morbida e si lasciava andare al desiderio che aveva tentato di trattenere per non infastidirmi.
Esplose in un movimento fulmineo, agganciandomi dal bacino per trascinarmi in braccio sulla sua spalla, mentre io gridavo sorpresa il suo nome e dimenavo le mie gambe istintivamente. Probabilmente avevamo di nuovo attirato tutte le attenzioni su di noi, ma non riuscii a vedere altro se non i miei capelli cedere alla forza di gravità e la schiena soda di Hyade fasciata ancora dal suo completo, mentre lui si premurava di tirare giù l'orlo del mio vestito per coprirmi. Riuscii a rendermi conto a stento che avesse preso a camminare per ritornare alla festa e abbandonare il campo.
«Bella festa, Chase. Noi ce ne andiamo!» una delle sue mani si levò probabilmente in aria per salutarlo, perché la sentii allontanarsi dalla mia coscia solo per poi riafferrarla.
«Mettimi giù, Hyade!» tentai di divincolarmi, ma non fece altro che farlo ridere mentre mi sistemava meglio sulla sua grossa spalla.
«Amico, che stai facendo?» fu Chase a tentare di chiedere giustificazioni, ma ormai Hyade aveva già preso a camminare tra la folla di persone troppo ubriache per rendersi conto di noi e in un attimo avevo compreso che dimenarmi non sarebbe servito a niente.
Rimasi così in attesa, con le manine aggrappate alla sua giacca e con i capelli che dondolavano verso il suolo ad ogni suo passo brusco. La paura prese ad assalirmi quando Hyade impiegò le sue forze per percorrere una rampa di scale e a quel punto avevo circondato completamente il suo bacino, sotto la sua risata derisoria, per essere certa che non sarei caduta. Come se la fermezza della sua presa sulle mie cosce mi avrebbe mai potuto permettere di scivolare via.
Presto, però, la musica si fece più leggera e quando sentii una serratura scattare, compresi che fossimo arrivati in una stanza. Le mie gambe presero a tremare, probabilmente consapevoli di quello che sarebbe successo di lì a poco.
Poi, Hyade si posizionò di fronte a quello che intravidi essere un letto e mentre si toglieva le scarpe, sfilandosele in un gesto automatico, la sua bocca si perse sensualmente sulla parte posteriore delle mie cosce. Me ne accorsi perché sentii la sua testa voltarsi e poi le sue labbra umide percorrere dolcemente la mia pelle con un paio di baci.
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Dance of Bulls
Romance"Ci sono ben diciotto ragioni per cui lo chiamano il Minotauro." • VINCITORE WATTYS 2020 DISPONIBILE IN LIBRERIA E SU AMAZON