10. Ventinove punti

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Chloe

Ventinove punti. Hyade aveva fatto ventinove punti tutti da solo nella partita contro i Virgo. Non uno in più e non uno in meno.

Per questo ero riuscita a saltare con gran gioia la festa di Halloween di James e attendevo, dopo un consueto allenamento di inizio novembre, fuori dagli spogliatoi che si presentasse, per permettermi di riscuotere la scommessa vinta.

Avevo già avvertito mio padre che avrei avuto da fare quel pomeriggio e che poteva tornare a casa senza di me, mi ero quindi ripetuta a mente le idee a cui avevo pensato nei giorni precedenti e sapevo che in un modo o nell'altro Hyade le avrebbe odiate tutte. Ma in fondo, era stato lui a cercarsela, no?

Me ne stavo infatti poggiata con la schiena contro il muro ed era snervante come tutti, praticamente tutti i Taurus, fossero già usciti e lui si ostinasse semplicemente a temporeggiare. Ero certa che non ci volesse tutto quel tempo a farsi una semplice doccia ed ero ancora più certa che si fosse già lavato e asciugato da un po', probabilmente credendo che facendomi attendere mi avrebbe fatto cambiare idea.

Fu mentre James e Blake Davis uscivano dalla porticina bianca, uno di fianco all'altro, che mi ritrovai ad alzare gli occhi al cielo per via del fatto che, ancora una volta, non fosse lui.

«Anche io sono felice di vederti, piccola Chloe» come al solito il biondo allungò le sue dita tra i miei capelli, scompigliandoli più di quanto già non fossero abituati ad essere. Il suo sorriso dolce mi contagiò.

Non appena si ritrasse, mi portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio e rimasi ad osservarlo, adesso pulito e profumato, perdersi nella stanchezza dell'allenamento intensivo che avevano appena dovuto affrontare. Ero sollevata almeno di non dover più aspettare sola.

«Sto aspettando Hyade» bofonchiai flebilmente, rendendomi conto solo in quel momento di avere uno sguardo in più addosso.

Blake Davis, numero ventisei, mi osservava un po' incerto, quasi timidamente, e sapevo che in quella squadra erano tutti dei bei ragazzi, ma dovetti comunque prendermi qualche secondo per ammirarlo. Perché sebbene avessimo già avuto modo di scambiarci diversi saluti, mi sentivo ancora un po' in imbarazzo in sua presenza.

I suoi occhi scuri sembrarono ricambiare il gesto, mentre io ignoravo le sue occhiaie pesanti e la stanchezza evidente sul suo volto e mi soffermavo sulle sue guance spigolose e sui capelli scuri rasati ai lati. Il suo petto pieno era ben fermo, saldo, mentre tratteneva il borsone con la spalla e si nascondeva i pugni nei pantaloni della tuta.

«Quindi tu e Hyade...» tentò James, aggrottando le sopracciglia in modo divertente, facendomi scuotere la testa in uno sbuffo risentito.

«Non è come pensi, devo solo fargli un servizio fotografico» spiegai brevemente, non realmente propensa a raccontare loro due della scommessa. E a nessun altro sulla faccia della terra, a dire il vero.

«Hyade che si lascia fotografare... evento più unico che raro» scherzò Blake, facendomi ridere.

«Già, ci è voluto un po', ma sono riuscita a convincerlo» mi vantai, soddisfatta. Anche se in realtà mi ero solo ritrovata ad approfittarmi di una situazione in cui ero capitata. In cui lui mi aveva fatta capitare.

«E cosa bisogna fare per ritrovarsi ad avere lo stesso trattamento?» il ragazzo si inumidì le labbra, dedicandomi un sorriso sincero che liberasse in parte la sua dentatura perfetta. Rimasi ad osservarlo qualche attimo, un po' interdetta per via della domanda che mi aveva appena posto.

Gli sorrisi, «basta essere un Taurus» farfugliai timidamente. Blake ricambiò con uno sguardo loquace e mi sembrò di sentire lo stomaco ingarbugliarsi per via del modo in cui il suo sopracciglio si era piegato in maniera sensuale sotto il peso del suo sorriso.

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