Hyade
Sarei rimasto a guardarla ridotta in quello stato per sempre.
Era ricoperta di una brina di lussuria, i capelli selvaggi erano diventati ancora più mossi e i suoi occhi erano lucidi reduci dal piacere. Non avrei saputo dire se le guance e le labbra fossero rosse per il freddo o per quello che era appena successo, ma il desiderio di baciarla in quel momento si manifestò più espressivo del solito.
Era bella da perdere il fiato. E io non vedevo l'ora di procedere, di mandare all'aria tutte le ragioni e le buone intenzioni solo per averla di nuovo tra le mie braccia, solo per poter affondare dentro di lei allo sfinimento. Non desideravo altro dalla vita. Se mi sarebbe costato morire per averla, almeno sarei morto in pace.
Ma non appena mi avvicinai per baciarla, fummo interrotti.
«Chloe!» Tonya e James erano usciti a cercarci, mi allontanai all'istante da lei e a quel punto fu chiaro sul suo volto il pentimento di quello che era appena accaduto.
«Hyade! Siete qui?» domandò James.
Chiusi gli occhi e presi un profondo respiro. «Sì, arriviamo.» Fu tutto ciò che dissi.
E così rientrammo insieme, ma una volta dentro persi di vista Chloe. Persino quando il giorno seguente dopo l'allenamento partimmo per tornare a Chicago, lei e Tonya decisero di andare in macchina con Zack e di fare cambio con altri due compagni di squadra. A quel punto fui consapevole di aver mandato all'aria ogni possibilità che mi restava.
Mi rassegnai presto al fatto che, in ogni caso, ero semplicemente destinato a restare solo. Non importava quante ragazze riuscivo a far entrare nella mia camera da letto o quanti amici mi accompagnavano nelle mie avventure, finivo sempre col dormire senza nessuno accanto quando ne avevo più bisogno e ora che avevo avuto un assaggio di cosa significava dormire insieme a Chloe Millais, mi era ancora più difficile credere che sarei mai riuscito a trovare qualcuno nella mia vita in grado di colmare il vuoto che aveva lasciato lei dall'altra parte del letto.
La mia rassegnazione fu presto sostituita dalla rabbia, una rabbia insormontabile, perché mi rendevo conto che mi trovavo sempre a un passo da lei prima che potesse sfumare via, insieme a tutto quello che aveva stravolto nella mia vita.
La rabbia che prese a circolarmi nel petto quando mi ritrovai a fare l'ennesimo allenamento venne intensificata dagli occhi stanchi di Chloe, seduta sugli spalti, e ancor prima che potessi rendermene conto avevo iniziato a correre da una parte all'altra del campo con più ferocia del solito, rubando la palla ai Taurus avversarsi di quella partita e afferrandola quando uno dei miei ragazzi me la rilanciava.
La pressione dei playoff iniziava a farsi sempre più pesante e il modo in cui il coach alimentava il mio cattivo umore, invece che spegnerlo, quando nel fare canestro allungavo troppo le mani sui compagni, non fece altro che invogliarmi ancora di più a sfogare sul campo tutte le emozioni che mi percorrevano il corpo e la mente.
Quando giocavo, il resto del mondo sfumava e non c'erano distrazioni a farmi perdere colpi. Perché, dopo tutto, ero pur sempre un Minotauro. Col cuore che batteva forte mentre Chloe Millais indirizzava la sua macchina fotografica nella mia traiettoria, ma pur sempre un Minotauro.
Quella giornata di allenamento non sembrava essere tanto differente da quelle passate negli ultimi tempi, perché di rabbia da sfogare ne avevo ancora parecchia e si aggiungeva a questa il fatto di essere giunto a un punto d'arrivo con Chloe, il che mi rendeva su di giri più di quanto ero abituato a sopportare.
Blake Davis inoltre aveva sviluppato un certo radar nel comprendere quando fossi più irritabile del solito e quel giorno, mentre facevamo pausa e mi scolavo la mia bottiglia d'acqua, lui non perse tempo a raggiungere Chloe sugli spalti come aveva preso l'abitudine di fare da quando eravamo tornati da Miami.
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Dance of Bulls
Romance"Ci sono ben diciotto ragioni per cui lo chiamano il Minotauro." • VINCITORE WATTYS 2020 DISPONIBILE IN LIBRERIA E SU AMAZON