40. Il miglior giocatore

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Chloe

Mio padre aveva tenuto fede alla promessa fatta a Hyade la mattina in cui eravamo tornati da Londra, perché lo aveva messo subito sotto tortura, riempiendo le sue giornate non solo di allenamenti sfiancanti, ma anche di futilità come interviste e partecipazioni a eventi non necessarie, ma che chissà perché il manager Gillies riteneva improvvisamente essenziali in vista dell'inizio dei playoff.

E quindi Hyade si era ritrovato impegnato tutti i giorni tutto il giorno e sarebbe stato stupido da parte mia offendermi per il fatto che non aveva più nemmeno il tempo di mandarmi un messaggio, ma la questione mi aveva comunque tirata un po' giù di morale.

Prima di partire per il Regno Unito avevo sentito mio padre riferire a Marla che non aveva alcun problema con qualsiasi tipo di rapporto si era creato tra me e Hyade, ma probabilmente un conto era intuire che ci fosse qualcosa tra di noi e un altro era ritrovare la propria figlia con la mano di Hyade Reyes infilata dentro la propria felpa. Sapevo che non era geloso o cose del genere, ma che ci teneva semplicemente a farmi sapere che anche se avevo ventun anni, dovevo ancora rendere conto a lui delle mie azioni, dal momento che era pur sempre mio padre, e sebbene all'inizio l'idea di indispettirlo mi aveva divertita, avevo capito che la ragione per cui si preoccupasse tanto era che saremmo sempre stati io e lui. Da quando la mamma non c'era più, nulla ci teneva legati più del suo ricordo. Ero consapevole del fatto che il nostro non era un tipico rapporto tra padre e figlia, che l'intesa che si era creata tra di noi andava oltre la normalità ed era anche logico che fosse così considerando la perdita che avevamo subito. Perciò comprendevo perché si era arrabbiato tanto.

Quindi, se all'inizio io e Hyade avevamo avuto modo di vederci agli allenamenti, stabilendo un tacito accordo in cui era meglio non dare troppo a vedere quello che c'era tra di noi, avevo alla fine deciso di non presentarmi più, perché era difficile restare a guardarlo senza potermi avvicinare realmente.

Se ci riflettevo bene mi sembrava assurdo doverci nascondere, ma mi sembrava anche la cosa migliore per non esercitare pressioni né su di lui né su di me. Perché nonostante il tempo speso insieme nell'ultimo periodo, restava il fatto che io e lui eravamo ancora incompatibili per via di una lunga serie di ragioni e non potevo rinnegare tutte le paure che avevo avuto prima di Londra, perché me le sentivo ancora dentro. Inoltre, non volevo offendere Blake ulteriormente a causa del mio rifiuto.

Immaginavo che per Hyade la questione non fosse tanto diversa, perché anche lui aveva preferito salutarmi di sfuggita quelle poche volte che ne avevamo avuto l'occasione, concedendomi qualche bacio veloce e fugace.

Per fortuna, mio padre aveva riferito solo a Marla del modo disastroso in cui ero scomparsa per una settimana intera e quando avevo finalmente avuto modo di sentire Tonya, mi era costato parecchio mentirle a riguardo perché, davvero, avrei voluto raccontarle per filo e per segno tutto quello che era successo, ma sapevo che la sua reazione sarebbe stata troppo entusiasta e non avrebbe fatto altro che far alzare le mie aspettative. In quel momento, più che mai, avevo bisogno di condividere quelle emozioni con me stessa soltanto; quindi, le avevo rifilato la scusa che il mio telefono si era rotto e che ero stata male con la febbre. Non l'avevo ovviamente convinta all'istante, ma alla fine era sembrata crederci e mi ero limitata a cambiare argomento e a mischiare le acque per nascondere il terribile modo in cui riuscissi a malapena ad omettere la realtà quando si trattava della mia migliore amica.

Comunque, non si poteva dire che io fossi stata poi così tanto meno impegnata di Hyade, perché quelle due settimane passate senza vederci ci proiettarono verso il fine settimana dello  . Mi ritrovai infatti costretta a impiegare le mie giornate organizzando insieme a Tonya tutte le cose da tenere a mente per il viaggio, così come lo studiare gli orari delle gare e delle interviste, per poter essere sicure di esserci sempre nei momenti giusti e anche programmare gli obiettivi della macchina fotografica da portare con me, così come l'informarci sugli Stars Player precedenti per tenere conto dei giocatori e delle vittorie passate che sarebbero serviti come termine di paragone negli articoli da scrivere per il Time Journal.

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