31. Ubriaco di te

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Chloe

Non si poteva dire che fossi una persona coerente, ma non si poteva neanche dire che fossi una persona insensibile. Perché le emozioni, con me, facevano un viaggio contorto e interminabile che difficilmente riuscivo a far giungere a una destinazione ben precisa.

Sapere che la mia privacy fosse stata invasa senza indugio aveva stravolto completamente il mio modo di vedere la mia vicinanza a Hyade e sapevo che non avrei dovuto prendere decisione affrettate, ma l'idea che qualcuno, oltre me e lui, aveva visto quelle foto che ritraevano dei momenti che per me erano stati così intimi da lasciarmi ignorare il resto delle persone a circondarmi, mi faceva stare male.

Mi piaceva condividere le mie emozioni, che si trattasse del mio dolore o della mia felicità, soprattutto con mio padre e Tonya, perché avevano sempre qualcosa di saggio da dire e non mi giudicavano mai. Ma un estraneo, un paparazzo, qualcuno che forse mi aveva presa di mira... si era permesso di valicare un limite che per me era sempre stato fondamentale.

Per questo avevo deciso di allontanarmi da Hyade, con tutta la sofferenza che questo mi aveva causato, ma avevo anche pensato a quanto avevo bisogno di ponderare bene certe scelte, perché entrare a far parte della vita di Hyade, con tutte le incongruenze che ci tenevano separati, avrebbe sicuramente richiamo ancora altre persone a curiosare nella mia vita privata e se per me era già difficile così affrontare una relazione, tutto questo non avrebbe fatto altro che rendermi ancora più vulnerabile.

Sospirai, infilandomi sotto le coperte, mentre a fatica tentavo di schiarirmi le mie idee. Perché se tra i miei pensieri c'era stato solo Hyade, ero stata costretta a prendermi cura anche di Blake, per via del suo naso rotto e dei suoi occhi neri.

Mio padre gli aveva offerto un rifugio a casa nostra dopo essere stato al pronto soccorso e non mi ero potuta rifiutare di preparare solo per lui una delle tisane di Marla, mentre quest'ultima terminava di fare le valigie per il finesettimana d'amore che lei e il coach avevano programmato.

Limone e zenzero non rientrava per niente tra i miei gusti preferiti, anzi lo detestavo, e se ci pensavo sentivo ancora quel sapore disgustoso tra le mie labbra, nonostante mi ero preoccupata di sciacquarmi la bocca più e più volte.

Mio padre e Marla se ne erano andati pochi minuti prima che Blake decidesse di tornare a casa, probabilmente consapevole che non gli avrei chiesto di restare a dormire a casa mia solo perché ero rimasta sola.

E poi aveva azzardato, lasciandomi un bacio insicuro sulla bocca, ma abbastanza forte da non permettermi di allontanarmi, sulla soglia di casa mia. Avevo sentito il petto agitarsi al sapore così tremendo della tisana di cui la sua bocca era ancora pregna ed era stato così estraneo sentirlo spingere la sua lingua contro di me, che dopo aver elaborato la sorpresa a stento mi ero ritirata in uno scatto, mettendo quanta più distanza possibile tra il mio volto e il suo.

Non mi era servito dire nulla, perché l'espressione di Blake, delusa e sconsolata, mi suggeriva che lui aveva già ben compreso che non ci sarebbe stata più alcuna speranza, soprattutto dopo quel suo gesto avventato. Decisi comunque all'istante di sottolineare ciò che provavo, perché lasciare un uomo con spiegazioni vaghe non portava mai a niente di buono.

Gli avevo così confessato che non riuscivo a provare per lui nulla di più di un sincero sentimento di amicizia e mi aveva fatto tenerezza, con il volto distrutto e lo sguardo basso, guardarlo annuire flebilmente, ma ora che me ne stavo finalmente a letto da sola, stringendomi le labbra tra i miei polpastrelli come se una certa mancanza avesse iniziato a farsi sentire, comprendevo ancora di più il sollievo che mi aveva travolto nel vedere Blake andare via.

Sapevo che non potevo più dare peso a fattori circostanziali, come un mazzo di rose o un appuntamento galante, come un paio di mani sempre pronte a tirare pugni o paparazzi ficcanaso, perché per quanto io cercassi qualcuno che potesse rendere la mia vita più semplice, ogni qualvolta ero a un passo dal ragazzo perfetto e ideale come Blake, non riuscivo a fare a meno di sentire un vuoto incolmabile attanagliarmi lo stomaco.

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