1. il tuo giudizio è quello che mi interessa di più
«Ludovica, scendi.» la voce di mia madre, Angela, mi spaventa facendomi sobbalzare e di conseguenza scappare di mano il mascara, macchiandomi la palpebra con quel liquido nero che, sinceramente, mi fa anche abbastanza schifo.
Odio truccarmi per andare a scuola, ed una volta che decido di farlo ecco cosa succede.
Sbuffo, passando velocemente un cotone bagnato sulla macchia così da rimuoverla completamente, passo un nuovo strato sulle ciglia e senza fare troppa attenzione al risultato lo chiudo lasciandolo di fianco allo specchio. Afferro il mio zaino nero, spengo la luce della stanza e una volta chiusa la porta mi dirigo al piano di sotto dove c'è Anna che mi aspetta.
«Buongiorno Anna.» sorrido all'unica anima buona qua dentro, che ricambia felice. «Sai dov'è la mamma? Mi ha chiamata cinque minuti fa.» le chiedo, sedendomi sullo sgabello della penisola, oltre la quale c'è lei alle prese con i fornelli.
«Buongiorno Ludo, tua madre è appena uscita, ha detto che ci stavi mettendo troppo e che avrebbe fatto tardi a lavoro.» spiega mentre mette davanti a me la tovaglietta bianca per la colazione.
Abbasso lo sguardo, mentre gioco nervosamente con il bordo della tovaglia rossa.
«Tutto bene tesoro?» domanda Anna vedendo il mio stato d'animo cambiare in così poco tempo.
«Si Anna, è solo che avevamo organizzato questa mattinata già dalla scorsa settimana...dovevamo andare a fare colazione insieme e invece è già uscita.» anche se la mia vita sembra essere perfetta ci sono tanti elementi che la rendono il completo opposto di come appare agli occhi altrui, ed uno di questi è proprio il rapporto con mia madre, dato che lei non sembra avere la minima intenzione di costruirne uno con me.
«Tesoro» esclama Anna facendo il giro della stanza per venirmi ad abbracciare. «Vedrai che avrete modo di recuperare questa mattinata, senza dubbio!» adoro il modo in cui cerca sempre di rassicurarmi, fa sembrare tutto così semplice.
«Pensa che invece di mangiare un cornetto surgelato del bar e un orribile caffè delle macchinette potrai gustarti un buon latte caldo fatto in casa e un pezzo della crostata che ho appena sfornato!» i miei occhi si illuminano alla vista della teglia rotonda che contiene il mio dolce preferito, sempre dopo il cheesecake però.
Senza nemmeno darmi il tempo di risponderle, taglia una fetta di crostata e me la poggia davanti sulla tovaglietta, insieme ad una tazza di latte fumante mentre mi guarda in attesa del mio giudizio.
«Dopo tutti questi anni hai ancora bisogno che la assaggi per giudicarla?» domando con un sorriso, non ho neanche più bisogno di assaggiarla per dirle cosa ne penso, ogni volta è sempre più buona della volta prima e meno buona della volta che verrà.
«Ma lo sai che il tuo giudizio è quello che mi interessa di più.» mi dice lei con un sorriso, stringendomi la mano.Voglio bene ad Anna come una madre. Lavora in questa casa da quando avevo dieci anni e tanti problemi alimentari dato che non mangiavo praticamente niente se non quel determinato paio di cose che la cuoca precedente nemmeno sapeva cucinare bene. I miei genitori mi hanno portata in centinaia di cliniche ma tutti i medici che abbiamo incontrato non sapevano trovare risposta al mio disturbo, così mio padre gli faceva causa e ne cercava subito un altro che però diceva le stesse cose di quello precedente. Con l'arrivo di Anna, che di cucina se ne intende molto di più, iniziai ad allargare la cerchia dei miei alimenti, iniziando a mangiare come le persone normali, qualsiasi cosa. Per questo i miei genitori le sono sempre stati grati ed è sempre stata trattata con un occhio di riguardo, dopotutto mi ha in un certo senso salvato la vita dato che, se non ci fosse stata lei, sarei stata ricoverata per anoressia e chissà se fossi qua adesso.
Per questo da quel momento mi ha sempre detto che il mio giudizio per lei era il più importante, perché in passato ero la più difficile da accontentare per quanto riguardava il cibo.
«Grazie, anche se non riconosci mai ciò che hai fatto.» Anna non ha mai riconosciuto il fatto di avermi salvato la vita né ha mai accettato tutti gli ingenti "regali" che i miei genitori le hanno offerto, ha sempre detto che il merito non è stato suo ma bensì mio dal momento che mi sono resa conto del pericolo che stavo sfiorando e perciò mi sono tirata su da sola.
«Che cosa avrei fatto?» domanda sorridendo innocentemente. Alzo gli occhi al cielo, senza però riuscire a trattenere un sorriso che lei nota subito.
«Sorridi che sei centomila volte più bella quando lo fai.» mi accarezza dolcemente la guancia, tornando dietro i fornelli.
Le sorrido anche io, sono grata per aver conosciuto una persona così buona come lei, che mi tratta come una figlia molto più di quanto lo faccia mia madre. Mi ha sempre detto da quando sono piccola che è come se fossi la figlia femmina che non ha mai avuto, dato che ha tre figli e tutti e tre maschi.
Finisco velocemente l'ultimo pezzetto di crostata per poi prendere il mio zaino, tirare su la cerniera del piumino per coprirmi bene ed uscire di casa, ovviamente salutando prima Anna.
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Piccola Stella | Ultimo
FanfictionLudovica de Santis ha diciannove anni e la vita che tutti desiderano: una bella casa nel quartiere più bello di Roma, una famiglia abbastanza unita e ottimi voti a scuola. Pratica danza da ormai dodici anni eppure questa sembra essere l'unico spirag...