39

1.5K 46 0
                                    

39. Uno sono io, l'altro sei tu

Sento qualcuno bussare alla porta. Lo spettacolo è finito, io e gli altri ragazzi siamo stati avvolti da una folla di applausi con tanto di standing ovation quando abbiamo raggiunto tutti insieme il palco e ci siamo inchinati in segno di ringraziamento. Sono stata subito mandata nel mio camerino a cambiarmi, cosa che ho fatto solo in parte, i capelli ora sono sciolti ma indosso sempre il vestito bianco candido. È come se una parte di me fosse rimasta qua dentro, e non la voglio lasciare andare. Ho passato gran parte del tempo qua in camerino a guardare il mio riflesso nello specchio, pensando di avercela davvero fatta. Almeno fino a quando qualcuno ha deciso di interrompermi.
La porta si apre rivelando l'ultima figura che avrei pensato di trovarci dietro. Niccolò, con una camicia bianca, giacca e pantaloni entra velocemente nel mio camerino per non essere visto dallo staff fuori. È severamente vietato entrare nel dietro le quinte di spettacoli del genere, ma sono talmente senza parole nel vederlo qui che non mi riesco nemmeno a chiedergli come abbia fatto ad entrare.
L'unica cosa che riesco a fare è quella di gettarmi al suo collo e stringerlo forte a me, l'unica cosa di cui ho bisogno è sentirlo vicino al mio cuore, ormai tutto nelle sue mani. Dopo interminabili minuti ci stacchiamo ma rimaniamo comunque vicini. Niccolò afferra il mio volto tra le sue mani guardandomi con un dolce sorriso.

«Io non so cosa dire, sei stata magnifica, anzi di più...sembravi un angelo.» questa volta cedo. Vengo meno alla prima regola della danza, cioè reprimere le emozioni. Scoppio in un pianto che contiene tutti i miei stati d'animo delle ultime ore: nervosismo, ansia, paura, eccitazione e tanta felicità e soddisfazione. Niccolò comprende subito tutto e mi stringe di nuovo a sé, poggiando la mia testa sul suo petto. Mi rilasso nel sentire i battiti del suo cuore e torno a respirare normalmente. Piano piano cesso completamente di piangere, mi allontano dal suo petto e lo guardo negli occhi.

«Grazie Nic.» gli dico semplicemente, facendo sorridere anche lui che non tarda a darmi un dolce bacio sulla fronte. Le sue labbra a contatto col mio corpo mi faranno sempre lo stesso effetto, ovvero una scia di brividi che mi attraversa tutta.
Poi si volta e rimango a bocca aperta quando recupera un mazzo di fiori dalla sedia vicino alla porta del mio camerino. Si avvicina e me li porge.

«Non potevo di certo presentarmi a mani vuote.» sorride fiero mentre io prendo tra le mani il bellissimo mazzo composto da rose e due girasoli, che Niccolò si affretta a estrarre dalla composizione. Uno se lo tiene stretto al petto, l'altro me lo porge.

«Uno sono io, l'altro sei tu.» recita la frase della sua canzone, una delle mie preferite. Sembra la scena finale del suo videoclip, quando il bambino dona il girasole alla ragazzina che gli piace.

Lo guardo con un sorriso che fa da parte a parte del mio volto. «Ho smesso ora e tu mi vuoi far piangere di nuovo.» rido con gli occhi lucidi afferrando il girasole per portarmelo sul petto, vicino al cuore.

«Non era mia intenzione farti piagne, stellì

Allaccio le mie braccia attorno al suo collo, avvicinandomi sempre di più al suo volto. Stasera non indossa gli occhiali da sole e per questo gli sono grata, altrimenti durante lo spettacolo non avrei mai potuto vedere i suoi bellissimi occhi emozionati intenti a scrutare ogni mio movimento. Senza preavviso in uno scatto veloce Niccolò fa unire le nostre labbra in un bacio dolce e bisognoso. Entrambi aspettavamo con ansia questo momento, che ogni volta è sempre più magico. Lui porta le sue mani sui miei fianchi e il bacio si fa più intenso. Scende a baciarmi il collo e un gemito di piacere lascia la mia bocca. Mi stacco velocemente, per quanto vorrei fare l'amore con lui questo non è il momento e soprattutto non è il luogo adatto.

«Nic mi dispiace, io devo ancora cambiarmi e uscire per raggiungere gli altri.» i nostri insegnanti ci hanno convocato a fine spettacolo per un discorso da parte del direttore del teatro, discorso al quale per colpa di Niccolò ritarderò sicuramente.

Piccola Stella | UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora