Epilogo I

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Tre anni dopo
2022

Raggiungo Niccolò, fuori dal teatro trovandolo con un mazzo di rose tra le mani. Ha una giacca nera ed una camicia che lo rendono elegantissimo, mentre controlla con sguardo pensieroso l'ora sul suo orologio, illuminato dalla fioca luce dei lampioni. Quando alza lo sguardo, vedendomi uscire dal portone del teatro subito si rallegra, rivolgendomi un caldo sorriso.

«Ciao amore! Sei stata splendida, come sempre.» mi saluta con un bacio sulle labbra, prima di consegnarmi i fiori che teneva tra le mani.

«Per quanto ami i fiori credo proprio tu debba smettere di regalarmeli ad ogni spettacolo, ormai abbiamo casa piena.» mi affretto ad aprire il bigliettino attaccato al mazzo.

Tu mi hai insegnato tanto, a te devo il coraggio
Perché da un foglio hai dato un senso al nostro viaggio
Io che poi il senso l'ho lasciato dentro te

Sorrido, con un velo di lucidità negli occhi. È la stessa frase che gli dissi anni fa, una delle prime sere dopo il nostro primo bacio, e lui come sempre ne ha ricavato una canzone, Supereroi. Il modo in cui lo avevo descritto quella sera era diventato il titolo di una traccia del suo quarto album.
Senza dire niente lo bacio. È abbastanza tardi, tutti i miei colleghi sono già andati via e davanti all'imponente edificio non c'è nessuno eccetto non noi due e gli addetti alla sicurezza.
Dopo qualche minuto però Niccolò si separa da me, iniziando a scendere i gradini del teatro con la sua mano intrecciata alla mia.

«Dai andiamo, sennò faremo tardi. Ci aspettano nel magnifico ristorante che prenotato con vista sulla Tour Eiffel.»

Già, la Tour Eiffel. Quando ho finito il liceo sono riuscita ad entrare nel balletto di Roma, dove sono stata proclamata dopo poco tempo una delle migliori ballerine, perciò mi venivano assegnati i ruoli principali negli spettacoli più importanti. Grazie a questo lavoro ho viaggiato molto in quanto eravamo spesso in tournée per tutta Italia ad esibirci nei teatri più prestigiosi. Abbiamo messo in scena le opere più celebri come Don Quijote, le Quattro Stagioni di Vivaldi, il Lago dei Cigni e per finire quest'anno abbiamo portato Lo Schiaccianoci a Parigi, più precisamente all'Opéra di Parigi. Ho finalmente realizzato il mio più grande sogno, ho danzato nel teatro più importante della capitale francese e uno dei più famosi al mondo, come prima ballerina.

«Ma Nicco, non sono vestita nel modo giusto per un ristorante del genere!» mi fermo a metà scalinata, lasciando la sua mano per indicare i miei abiti: un semplice paio di jeans ed una felpa, le uniche cose che mi sono portata in teatro in quanto convinta di fare immediatamente ritorno nell'albergo prenotato per la compagnia per questi giorni.
Il mio ragazzo mi afferra nuovamente la mano, tirandomi questa volta a sé in modo da avermi a pochi centimetri dal volto.

«Vestiti come ti pare, tanto tu riporti il sole dentro me.» potranno passare quattro, dieci, cinquant'anni ma l'effetto che mi fa questo ragazzo rimarrà per sempre lo stesso.

Io e Niccolò stiamo insieme da quattro anni. Quattro anni di risate, scherzi, serate e vacanze tra amici, discussioni subito risolte, mare, piatti della tradizione romana, fughe notturne a Bracciano, viaggi organizzati all'ultimo secondo e amore incondizionato. Non abbiamo mai litigato in maniera così pesante da pensare di lasciarci, abbiamo sempre preferito sederci sul divano, parlare dei problemi e cercare di venirci incontro per risolverli.
La scorsa estate, dopo tre anni di un'insopportabile pausa che aveva portato Niccolò ad isolarsi dal mondo intero, è tornato a fare concerti. È stato un periodo difficile, in cui anche la nostra relazione è stata messa a dura prova. E dopo aver trascorso tutti quei mesi distanti abbiamo preso l'importante decisione di andare a convivere. Appena terminata la quarantena infatti ho portato le mie cose a casa di Niccolò, che in poco tempo è diventata casa nostra. Stare lontani è stata dura per entrambi, soprattutto per Niccolò che si è ritrovato con un tour negli stadi completamente rimandato a data da destinarsi. Si è sentito Solo, e in quel momento nemmeno io potevo aiutarlo a causa della distanza. Ovviamente anch'io sono stata ferma con la compagnia di ballo per tutto il periodo della pandemia. Come Niccolò ha realizzato un "concerto" da solo all'interno del Colosseo, così io e pochi altri ragazzi della compagnia ci siamo esibiti qualche volta dentro il teatro dell'Opera di Roma per tenere compagnia all'Italia e ricordarle che sarebbe andato tutto bene. Poi io e Niccolò ci siamo riuniti e da lì abbiamo passato ogni momento insieme. Pierlu ha preso per un periodo una casa in Umbria vista mare con un pianoforte, in cui Niccolò ha scritto giorno e notte, senza freni. Gran parte dei pezzi prodotti in quella casa hanno trovato spazio nel suo quarto disco, Solo. Un viaggio nei sentimenti che solo un periodo storico del genere poteva lasciare dentro di lui, così come dentro molte altre persone. Poi tutto è finito e lo scorso anno ha avuto modo di esibirsi in quindici stadi di tutta Italia. Ha voluto che io stessa fossi presente ad ogni singola data. Tornare a suonare è stato un grido di libertà, un ritorno alla normalità senza eguali. Ogni concerto è stata un'emozione nuova, ogni canzone è stata un viaggio nei sentimenti di Niccolò.

Piccola Stella | UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora