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49. Che t'avevo detto?

«Un brindisi a Ludovica e Benedetta, finalmente mature!» esclama a gran voce Priscilla alzando i calici, trascinando tutti in un brindisi collettivo. Questa sera verso le sei tutti i nostri amici ci hanno raggiunto a Bracciano. Adriano, Gabriele e Alessandro con le rispettive ragazze ovvero Federica, Priscilla e Chiara. Tiziano invece è arrivato verso le otto in quanto ha staccato poco prima da lavoro, è tornato a casa giusto il tempo di farsi una doccia ed ha suonato alla porta, con in mano i cartoni della pizza, ordinata nella miglior pizzeria di Bracciano a pochi passi da casa mia che, vista la coincidenza degli orari, è passato a ritirare lui stesso.

Dopo la cena abbiamo mangiato il magnifico dolce realizzato da Chiara per noi, che oltre al suo lavoro di commessa, nel tempo libero realizza torte che sono vere e proprie opere d'arte, ricavandoci anche qualcosa in quanto, essendosi fatta conoscere nella sua zona, c'è chi gliele commissiona. La voce adesso si è sparsa anche un po' per Roma e proprio per il grande afflusso di richieste sta pensando di lasciare il suo lavoro e aprire una piccola pasticceria tutta sua, sebbene sia difficile sostenere tutte le spese che un'attività del genere richiede tra negozio, macchinari ed eventuali dipendenti. Per l'occasione perciò è stata lei a realizzare due bellissime torte, non eccessivamente grandi in quanto una a testa: la mia al cioccolato mentre quella di Benedetta alla fragola con su scritto l'iniziale del nostro nome e sotto MATURA a caratteri cubitali.

Dopo aver mangiato il dolce che oltre a bellissimo era pure squisito, ci siamo dati ai giochi da tavolo come Monopoly e Cluedo, c'è anche chi ha voluto tirare fuori Twister e chi invece ha optato per una tranquilla partita a carte. Procurarsi i giochi non è stato difficile in quanto erano tutti nel piccolo ripostiglio dove io e mio fratello li depositavamo a fine estate dopo averli usati per tutta la stagione con i nostri amichetti che ogni sera venivano a casa nostra.

Abbiamo trascorso la serata a parlare e tra un discorso, un bicchiere in più dopo aver giurato che fosse l'ultimo e una canzone stonata i ragazzi sono finiti tutti addormentati in giro per il salone. Come avevo previsto non sono riusciti a tornare a Roma sia per l'orario improponibile sia per il fatto che avevano bevuto ben oltre il limite concesso, per questo io e Lorenzo ci eravamo già attrezzati con dei materassini da spargere per casa al momento necessario. Peccato però che anche Lorenzo fosse uno di loro, sdraiato a pancia all'aria sul tappeto e perciò abbiamo dovuto fare tutto io e Niccolò che, per giunta, domani deve alzarsi all'alba per prendere il primo treno diretto a Torino, e per questo non è andato oltre al solito bicchiere di vino.

«Ormai è inutile mettere i materassini, dormono come sassi e di certo non hanno la forza di alzarsi.» constato nel vedere la distesa di balene spiaggiate che occupa il mio salotto. La prossima volta che organizzo una festicciola devo ricordarmi di non comprare alcol.

Il mio sguardo si sposta poi sulla figura della mia migliore amica, stesa sul divano che fortunatamente ha anche una parte allungabile dove poggiare i piedi, dolcemente abbracciata a Tiziano, che dorme di fianco a lei cingendole i fianchi. Immediatamente guardo Niccolò, con un sopracciglio alzato.
«Che t'avevo detto?»

«Nì, c'è una cosa di cui dovrei parlarti...» dico sedendomi sul letto mentre cerco disperatamente di fermare una ciocca di capelli con un fermaglio. Immediatamente Niccolò mette via il telefono, rivolgendomi uno sguardo carico di ansia.
«Me voi lascià?» Scoppio a ridere tanto per la sua frase quanto per la serietà e la paura con cui l'ha pronunciata.
«Certo che no, scemo!» esclamo, avvicinandomi per tirargli uno schiaffetto sulla nuca. «Secondo te ti lascio mentre tutti i tuoi amici stanno arrivando? Se sono furba ti lascio almeno dopo il regalo.»
«E chi ti dice che ci sarà un regalo?» domanda con tono divertito, mentre si tira le gambe al petto circondandole con le braccia.
«Nicco, sto scherzando. Il regalo me lo hai già fatto presentandoti qui reduce da un concerto e prossimo ad un altro.» scioglie le sue braccia per avvicinarsi a me e poggiarmi un dolce bacio sulle labbra. Niente di più, un semplice gesto abituale, che sa quasi di quotidianità. Col fatto che siamo distanti ormai da un po' non sono più abituata ad averlo accanto come prima, qualsiasi gesto, anche il più piccolo e scontato che prima consideravo semplice adesso non lo è più, adesso qualsiasi cosa faccia, anche darmi un semplice bacio a stampo ha ripercussioni enormi su di me, facendomi battere forte il cuore.
«Cos'era quindi che dovevi dirmi?» torniamo al discorso di prima, guardandoci negli occhi e scoppiando a ridere. Entrambi siamo stati trasportati in tutt'altro mondo a causa l'uno dell'altro, solo standoci a fianco.
«Ho come il presentimento che ci sia qualcosa tra Benedetta e Tiziano...» do voce al pensiero che mi assilla ormai da giorni, ma di cui non ho potuto far parola con nessuno finora. L'unico con cui avrei potuto era proprio Niccolò, che però al momento stava in tour.
«Benedetta e Tiziano?» domanda sbalordito, con gli occhi spalancati. «E perché lo pensi?»
«Il giorno in cui abbiamo scoperto le date dell'orale l'ho trovato fuori dal cancello di scuola, con quasi ogni probabilità stava aspettando Benedetta dato che entrambi erano alquanto imbarazzati.» la prima cosa che ho pensato è che si fossero dati appuntamento, ma visto il pianto improvviso in cui ero scoppiata e Benedetta che si era dovuta trattenere per consolarmi, gli orari non sono coincisi e perciò mi sono trovata Tiziano davanti nel momento sbagliato. «Poi come se non bastasse, il giorno dell'orale di Benedetta lui era fuori scuola, ma hanno mantenuto una certa serietà, non sono andati oltre a due baci sulla guancia.» non ho chiesto a Tiziano perché fosse lì, lo consideravo abbastanza fuori luogo e da impicciona, perciò mi sono fatta gli affari miei nonostante la curiosità mi stesse mangiando viva.

«Okay, forse hai ragione.» quando gli ho parlato per la prima volta dei miei dubbi riguardo un'ipotetica relazione tra i nostri due amici lui si è subito dimostrato contrario, ma non che non gli andasse bene, non ci credeva proprio.

«Impossibile.» dice serio, facendo un gesto con le mani come a farmi intuire di troncare il discorso.
«Perché?» scuoto la testa, cosa ci sarebbe di impossibile?
«Niente contro Benedetta, ma conosco Tiziano e lei non è di certo il suo tipo. Così come lui non è il tipo di Benedetta, l'ho capito da quel poco che l'ho conosciuta.» Niccolò non è tipo che giudica una persona che conosce da poco, a meno che non pensi davvero ciò che dice. È vero, lui e Benedetta hanno avuto poche volte modo di incontrarsi durante una delle nostre uscite, ma vedere Niccolò così convinto mi fa venire qualche dubbio.
«Perché dici così?» mi siedo nuovamente sul letto, mentre con tono calmo gli rivolgo la domanda. È come se non fossero ancora finiti i pregiudizi tra noi dei Parioli e loro di San Basilio.
«So cosa stai pensando e no, non è per la storia dei nostri quartieri, ormai chi ce crede più a quella.» ridacchia, come se mi avesse letto nel pensiero. «È che semplicemente conosco il mio amico e con una come Benedetta non ce lo vedrei mai.» annuisco, capisco ciò che pensa ma non lo condivido.
«Io rimango convinta della mia idea.» «Ti dico di no.» insiste lui, ed un'idea improvvisa mi passa per la testa. «Scommettiamo allora.» allungo la mano verso la figura del ragazzo, il quale mi guarda con un sopracciglio alzato ed un ghigno dipinto sulle labbra. «E cosa vorresti scommettere?» ha tutta l'aria di un saccente, è fin troppo convinto di avere ragione.
«Ciò che vuoi, tanto vincerò io.» mi stringo nelle spalle sicura, conosco Benedetta come le mie tasche, è impossibile che mi sbagli.
«Va bene, allora se vinco io appena finito il tour mi trasferisco definitivamente qui fino a fine estate.» lo guardo stranita, solo questo? Se la mette così quasi quasi mi dispiace vincere.
«D'accordo, ma se vinco io dovrai cantare una canzone nuova all'Olimpico.» alla mia proposta Niccolò sbuffa, portandosi le mani sugli occhi. So che ha nuove canzoni pronte, mi dice sempre che scrive come un matto.
«Ma la scaletta è già pronta.»
«Lo so, me lo hai detto. Ma hai anche detto che la prima volta ad un tuo concerto deve essere indimenticabile e senza un colpo di scena non lo sarà di certo.» incrocio le braccia al petto mentre lo vedo ridere. Non capisco se è divertito oppure disperato.
«Jacopo me tira 'na chitarra dietro, e farebbe pure bene.»
«Non sei così tanto sicuro di vincere?»
«Certo che lo sono, ed infatti vincerò. È solo che prendo tutte le possibili situazioni in esame.» mi spiega, cercando di fare la parte dell'intellettuale.
«Mh, certo.»

«Aspetto il colpo di scena, Ultimo.» gli faccio la linguaccia, perfettamente consapevole di quanto odi che io lo chiami con il suo nome d'arte. 1-0 per me, Niccolò.

Una nuova coppia è nata all'interno del gruppo? Questi sono gli ultimi capitoli, ne mancano un paio alla fine e poi ci sarà l'epilogò che chiuderà questa storia. Ci aggiorniamo domani con gli ultimi 🤍🤍🤍

Piccola Stella | UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora