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28. Cuoricini

Sorrido come un'ebete ripensando all'episodio della scorsa sera. Quel qualcuno che ha interrotto forse il momento più atteso della mia vita si è rivelato essere nient'altro che mio padre. Sono infatti uscita dalla mia stanza per sapere cosa desiderasse e per poco non sono svenuta quando mi ha detto se stesse andando tutto bene dato che aveva sentito la porta fare dei rumori strani. Io mi sono giustificata subito dicendo di star rimettendo in ordine l'armadio e che, probabilmente nel svuotarlo, dovevo aver lanciato qualche gruccia che aveva sbattuto sulla porta. Per quanto fosse stupida come scusa l'uomo sembrava averci creduto e dopo avermi dato un bacio sulla fronte e augurato la buonanotte è andato a dormire, ed io sono tornata in camera da Niccolò. Purtroppo la magia di quel momento era svanita, perciò mi sono rassegnata all'idea di vedere un semplice film con la testa poggiata sulla sua spalla. L'argomento Federica era stato affrontato e superato, ed ogni cosa sembrava essere tornata come prima. Desideravo talmente tanto riaverlo tra le mie braccia che non ho saputo resistere, gli ho permesso di restare.
Avevamo deciso di aspettare che si facesse abbastanza tardi da assicurarci che tutti dormissero per farlo uscire dalla porta di casa, ma qualcosa è andato storto.

La sveglia suona e allungo un braccio per ritardarla di dieci minuti, ma c'è qualcosa che mi blocca. Sento una presenza sotto la mia testa ben diversa dal cuscino su cui mi addormento tutte le sere. Apro lentamente gli occhi e quasi sbianco nel vedere il volto di Niccolò a pochi centimetri dal mio. Sta ancora dormendo, ed è bellissimo. Ha i capelli che ormai sono diventati un casino, la bocca socchiusa e un'espressione tranquilla in volto, quasi angelica. Il mio sorriso da ebete svanisce quando mi rendo conto che i miei genitori sono svegli e che tra poco se non mi alzerò mia madre mi verrà a chiamare, trovando Niccolò nel letto insieme a me. Incrocio le dita sperando che almeno Anna sia per qualche strano motivo in ritardo e che non le salti in mente di portarmi la mia solita tazza di latte in camera, come succede quando mi sveglio tardi e non ho il tempo di fare colazione in cucina. Vorrei alzarmi e svegliarlo, ma c'è qualcosa che mi blocca, e non fisicamente. Vedere Niccolò che dorme di fianco a me è una pugnalata. Vorrei fosse sempre così, vorrei potermi svegliare e trovarlo al mio fianco senza il costante pensiero di essere scoperti. Sorrido scuotendo la testa, viaggio troppo con la fantasia.

*

«Nic, svegliati.» sussurro accarezzandogli dolcemente la guancia. Lo noto strizzare gli occhi e scostare di scatto la testa, ma quando si rende conto del mio tocco dolce, si rimette com'era prima.

«Mh...» mugola senza accennare a voler aprire gli occhi.

«Mi sa che abbiamo combinato un guaio...» continuo io e lui, probabilmente più lucido, sentendo la mia voce apre di scatto gli occhi guardandosi intorno spaesato.

«Ho dormito qui?» domanda, tirandosi a sedere sul letto.

«A quanto pare Mezzanotte a Parigi non ti ha intrattenuto tanto...» dico alludendo al film che abbiamo scelto di guardare ieri sera per aspettare l'orario giusto ma che non è mai arrivato, dal momento che siamo letteralmente crollati abbracciati.

«A quanto pare manco a te.» dice lui prima di cadere in un silenzio profondo. «E mo che famo?» domanda, con ancora una mano attorno alle mie spalle proprio come stanotte. Nonostante siamo svegli non ci siamo separati di un centimetro, siamo nella stessa posizione della scorsa sera, sdraiati sul letto con le gambe intrecciate e i volti a pochi centimetri di distanza.

«Ho paura che se esci dalla porta tua qualcuno possa vederti.»

«So io come fare, tu non ti preoccupare.» afferma sicuro. «E comunque buongiorno, stellì.» sussurra tirandomi ancor più a sé e lasciandomi un bacio sulla guancia. Inutile dire che le mie guance si tingono di rosso, ma lui si è allontanato quanto basta da non potersene accorgere.

Piccola Stella | UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora